Venerdi, 14/06/2019 - Una lettera scritta ad una sorella mai conosciuta, taciuta e resa visibile agli occhi dell’autrice solo per caso, a dieci anni, quando le capitò di ascoltare una conversazione di sua madre.
Una lettera il cui destinatario non sarà mai in grado di leggerla, tale è il romanzo breve che Annie Ernaux, icona della letteratura francese contemporanea, dedica a questo particolare aspetto della sua vita. Gran parte della sua produzione letteraria è imperniata su episodi di vita vissuta, l’autobiografismo è alla base delle opere di Ernaux, con la capacità di renderle introspettive e al contempo estrinseche.
Grazie ad uno sguardo neutro, da etnografa di se stessa come si autodefinisce, "L’altra figlia" acquisisce dimensione di carattere universale, un individualismo che si fa collettività. Il confronto con la sorella morta prematuramente e precedentemente alla sua nascita le risveglia un senso di colpa che l’accompagnerà durante tutta la sua vita.
Ernaux è originaria di una famiglia semplice, sarà lei a realizzare i sogni di ascesa sociale dei genitori. Ciò causerà il suo allontanamento dalla vita familiare, le abitudini, i valori.
"La realtà non si insinua nelle credenze dell’infanzia. […] tu, la figlia buona, la piccola santa, non sei stata salvata, io, un demonio, ero ancora viva."
"Siamo nate dallo stesso corpo, non ci ho mai voluto pensare davvero."
In dialogo con una sorella mai conosciuta, e di cui ha scoperto solo tardi l’esistenza, l’autrice si interroga sulle loro vite conseguenti in seno alla stessa famiglia. Cosi’ come fratelli figli degli stessi genitori vivono le diverse fasi della propria vita cronologicamente sfalsati, tanto più ciò è vero per due sorelle le cui vite non si sono mai incontrate se non nell'esperienza comune dell’essere state figlie degli stessi genitori.
"Da un certo punto di vista, rilevante, quello del tempo, non abbiamo avuto gli stessi genitori. Nel 1932, quando sei nata tu, erano giovani, sposati da solo quattro anni […] All'inizio della mia epoca, su alcune foto in cui compaio anch'io, […] benché sorridano in loro non c’è più né gioventù né spensieratezza, bensì un che di affievolito."
Un’altra epoca, altre esperienze alle spalle, la guerra, le delusioni, i lutti, il lutto della perdita dell’altra figlia. Annie Ernaux si interroga sulla costante sensazione provata sin da bambina di vivere una doppia vita, quella reale si rifletteva nella vita vissuta attraverso la scrittura dove l’autrice trovava il proprio alter ego, una presenza percepita al di là della conoscenza razionale.
Forse risiede in questo la genesi della sua scrittura, che le permetteva di vivere altrove.
Le figure delle due sorelle si vanno sovrapponendo seguendo una narrazione piana e al contempo sinuosa, brevi accenni con la potenza di fulmini a rischiarare una realtà rimasta per troppo tempo inespressa.
Con l’evolversi della trama, il doppio che l’autrice sente prorompere in sé si fonde con l’essenza della sorella perduta per giungere a sovrapporsi a lei, al suo ruolo di “altra figlia-figlia altra”.
Con il suo ultimo libro "Una donna" (L’Orma 2018) Annie Ernaux è risultata vincitrice del prestigioso Premio Gregor von Rezzori 2019.
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