Martedi, 06/04/2021 - “La violenza contro le donne è una questione di salute pubblica e gli forzi delle associazioni e delle Aziende Sanitarie sono finalizzati a tutelare le vittime. Accanto a questo è indispensabile attivare un trattamento degli autori di violenza perché studi internazionali hanno evidenziato come la detenzione in quanto punizione per il reato commesso non ottiene la modifica dei comportamenti violenti”. La dr.ssa Antonella D’Ambrosi, psicologa e psicoterapeuta del Dipartimento di Salute Mentale e Patologie da Dipendenza della Asl di Frosinone, spiega le premesse di CONSCIOUS, un progetto innovativo finalizzato alla riduzione e prevenzione della recidiva per gli uomini maltrattanti, progetto di cui è stata coordinatrice. “All’interno dell’istituto penitenziario c’è un vero e proprio congelamento delle emozioni e accade che alla fine della pena l’autore di violenza esce dal carcere così come è entrato, senza compiere una elaborazione del suo gesto. Il progetto CONSCIOUS ha voluto fare il tentativo di modificare gli schemi emozionali e comportamentali di autori di violenza domestica e sessuale attraverso un trattamento di gruppo validato a livello internazionale e sperimentato per la prima volta nel carcere di Bollate”.
La Asl di Frosinone (Dipartimento Salute Mentale e Patologie da Dipendenza) è capofila del progetto - realizzato in partenariato con il Garante dei Detenuti del Lazio, con l’European Network for the Work with Perpetrators of Domestic Violence e con il Centro Nazionale Studi e Ricerche sul diritto della Famiglia e dei Minori - che è durato 20 mesi ed è stato co-finanziato dal programma europeo Diritti Uguaglianza e Cittadinanza.
“CONSCIOUS introduce in ambito carcerario ed extra carcerario un modello di trattamento e supporto, prevedendo percorsi di trattamento degli autori di violenza di genere; ha costituito inoltre un importante momento di formazione per gli operatori della sanità pubblica nei confronti di una tema poco esplorato; Il progetto ha l’obiettivo di creare una rete inter-sistemica per garantire maggiore sicurezza delle donne vittime di violenza puntando a modificare i comportamenti degli uomini maltrattanti”. Il progetto si è completato a dicembre 2020 e “si è svolto presso il reparto sex offender della casa circondariale di Cassino e con gli uomini maltrattanti reclusi nel carcere di Frosinone. Inoltre un gruppo è stato seguito nella sede dell’ambulatorio Ser.D per uomini non ancora giudicati colpevoli ma in una fase di istruttoria rispetto a delle condotte violente. In tutto sono stati trattati circa 50 uomini che hanno avuto, o che hanno, problematiche legate al controllo degli impulsi e alla disfunzionalità nella relazione tra uomini e donne. Un aspetto che ci stava particolarmente a cuore era mettere a regime quella che è stata un’azione di progetto per fare in modo che potesse diventare un modello ripetibile perché è obiettivo dell’Asl e della Regione portare avanti interventi di questo tipo, che riguardano la salute pubblica”. I feedback dei tre gruppi che hanno completato il programma, spiega la dr.ssa Antonella D’Ambrosi, sono stati “soddisfacenti sulla base dei risultati restituiti dai questionari finalizzati a misurare la tendenza alla recidiva”.
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