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La PAS non esiste. Parola (scritta) di Maria Serenella Pignotti - di Ado Sattanino

La PAS non esiste. Parola (scritta) di Maria Serenella Pignotti - di Ado Sattanino

In un libro, 'I nostri bambini meritano di più', l'autrice ricostruisce la genesi di sindrome da alienazione parentale, una teoria priva di supporti scientifici

Martedi, 18/06/2019 - Ho iniziato a leggere "I nostri bambini meritano di più" di Maria Serenella Pignotti (Libellula Edizioni, 2018) senza particolari aspettative, non essendo un “addetto ai lavori” e non avendo una cultura né medica né giuridica. Ma già nelle prime pagine sono rimasto spiazzato. Mi è venuto il dubbio che le date fossero sbagliate, magari per un errore di stampa; ho avuto il sospetto (la speranza?) di aver capito male, di non aver colto con esattezza i contenuti.
Invece no. Il testo non lascia dubbi. I numeri e i concetti sono più che verificati: ciò che scrive Maria Serenella Pignotti è, purtroppo, verissimo.
Ma andiamo con ordine.
L’autrice è una donna di scienza (e coscienza): pediatra, specializzata in neonatologia, con una lunga esperienza in un polo ospedaliero pediatrico di eccellenza come il Meyer di Firenze, psichiatra e medico legale. Figlia che ricorda con amore i suoi genitori. E madre. Soprattutto, una persona “dalla parte dei bambini”.
Il libro “I nostri bambini meritano di più” è dedicato alla PAS, o sindrome da alienazione parentale: una teoria psicologica secondo la quale, di fronte a un genitore (in generela madre, statisticamente) che denuncia episodi di violenza compiuti sul figlio dall’altro genitore, l’ipotesi più plausibile è che queste accuse siano false, formulate per rancore, per sete di vendetta verso il partner. E dunque, il bravo giudice, quando valuta cause di separazione complicate, deve affidare il minore al genitore accusato e sottrarlo a chi ha sporto denuncia.
Non è difficile immaginare le conseguenze di questa pratica, molto spesso tragiche, visto che nella stragrande maggioranza dei casi le denunce erano fondate, gli abusi erano stati realmente commessi. Bambini che continuano a essere abusati, maltrattati, vessati (talvolta uccisi) senza nessuno che li protegga. Un meccanismo perverso, che tra l’altro induce a non denunciare violenze e maltrattamenti, visto il rischio che il figlio sia affidato all’orco e privato dell’unico sostegno su cui possa contare.
Come dicevo, una cosa che mi ha sconvolto durante la lettura sono le date. Ci si immagina che la PAS sia un residuato arcaico di epoche e concezioni della vita ormai superate. Invece no. Nasce negli Stati Uniti verso la fine degli anni ’80, e nel corso degli anni ’90 si diffonde nel mondo.
Ma attenzione: scientificamente, la PAS non esiste.
Sì. Questa teoria che causa tante sofferenze non ha alcuna base scientifica. È una supposizione formulata nel 1987 da un abile e scaltro faccendiere in camice bianco, che negli anni precedenti si era persino distinto nella giustificazione della pedofilia. Questo Richard Gardner, millantando affiliazioni universitarie non veritiere e scrivendo testi ispirati e accorati, si è creato un’aura di autorevolezza tale da influenzare l’opinione pubblica a suo favore.
Il libro della Pignotti ne spiega molto bene il contesto (il rifiuto delle comunità scientifiche, gli aspri dibattiti fra medici psichiatri e fautori della PAS, l’opposizione del mondo accademico) evidenziando anche il motivo per cui una teoria non solida, non dimostrata (anzi, quasi sempre smentita dai fatti) sia stata accolta così favorevolmente non solo in larghi strati della popolazione, ma anche in ambito forense.
Le pressioni di diversi gruppi sociali e lobby, le esigenze di professionisti come avvocati, consulenti legali e assistenti sociali, seppur in modo differenziato, concorrono comunque a definire un interesse politico e soprattutto economico in cui la PAS è funzionale a favorire e tutelare le esigenze di alcuni adulti a scapito dei bambini.
E inoltre l’uso di questa sindrome si presta a nascondersi dietro una narrazione superficiale tesa a rispettare principii sulla carta nobili e certamente apprezzabili, quali una crescente condivisione dell’affidamento dei figli, la pari opportunità e responsabilità fra padri e madri al momento della separazione.
Nonostante questo libro si legga come un romanzo, per quanto è avvincente, Maria Serenella Pignotti ha svolto una straordinaria e puntuale ricerca documentale per supportare in modo solido le sue posizioni, affrontando in modo dettagliato i diversi aspetti della PAS: medici, storici, sociali, etici, giuridici.
Riportando anche casi di cronaca come quello di Federico Barakat, un bambino milanese di nove anni, ucciso dal padre con trentasette coltellate e un colpo di pistola durante un “incontro protetto”, alla presenza di assistenti della ASL. Da notare che la madre aveva denunciato tantissime volte la violenza dell’uomo; e che il bambino non voleva incontrare il padre perché terrorizzato da lui; e che quella mattina stessa la madre aveva chiesto aiuto, per l’ennesima volta, alle istituzioni, trovando però un muro di gomma. Ma questi “incontri protetti” dovevano essere svolti, per ordine del giudice, altrimenti Federico sarebbe stato sottratto alla madre in quanto “alienante” nei confronti del padre, poco collaborativa, sanzionabile. Di quella morte, avvenuta ormai dieci anni fa, nessuno ha pagato le conseguenze. Nessuno è responsabile.
Troppe sentenze ingiuste vengono scritte “nel miglior interesse del fanciullo”, una formula retorica e vuota, impiegata anche dai nazisti negli anni ’40.
In quel 10% di casi di separazione più problematici, una pletora di professionisti dell’infanzia spadroneggia in tanti tribunali italiani, trasformando in un inferno la vita dei bambini (che non vengono mai ascoltati, quasi fossero degli “idioti morali”) e dei genitori che amano i loro figli. E che darebbero la loro vita per proteggerli.
L’auspicio, espresso con forza dall’autrice, è che questa situazione venga conosciuta e dibattuta in modo corretto, nel merito, a prescindere dai diversi orientamenti e dalle legittime convinzioni politiche; specialmente in questi giorni in cui in Parlamento si discute un disegno di legge in materia di “affido condiviso, mantenimento diretto e garanzia di bigenitorialità” che, in alcuni punti, contiene elementi (come appunto il ricorso alla PAS) che possono risultare molto pericolosi per la tutela dei più piccoli e deboli.

Ado Sattanino



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