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La prima traduzione in rima di 'Iphigénie' di Jean Racine. Recensione di Barbara Anderson

La prima traduzione in rima di 'Iphigénie' di Jean Racine. Recensione di Barbara Anderson

La traduzione in rima di Lodovica San Guedoro '...mantiene l’integrità delle emozioni, esalta i contenuti emotivi, l’intensità, fortifica il contenuto..'

Venerdi, 10/05/2024 - Chi ama la letteratura non può non avere un’anima poetica, la scrittura ha dato da sempre la possibilità agli uomini di esprimere i propri sentimenti, le proprie emozioni. Scrivere resta ai miei occhi un’arma di liberazione, ma anche di difesa da tutto ciò che nella vita tende a imbruttire. Scrivere è una spada affilata che può essere violenta e affondare nel cuore di chi legge, ma può anche essere una delicata carezza sul volto del lettore. Le parole sono comunicazione di sentimenti, di pensieri, di emozioni. Sono vettori con cui abbiamo la possibilità di modificare azioni e idee, con cui apriamo nuovi orizzonti.
Chi ha avuto modo di avvicinarsi e rapportarsi alla mitologia greca avrà avuto indubbiamente un’esperienza affascinante e coinvolgente, osservando i miti che sono appartenuti agli antichi Greci, i loro re, dei, eroi. Basta nominare l’Iliade e l’Odissea, per citare le opere più conosciute. Gli argomenti narrati dalla mitologia greca furono e sono ancora oggi rappresentati in varie forme di arte, disegni su vasi, dipinti, opere teatrali, cinematografiche, letterarie… La mitologia narra con il fascino antico e ispira stimolando un immaginario fantastico. Nomino anche il film Troy, il cartone animato della Disney Hercules, i videogiochi God of WaR…
Nella letteratura, nel corso della sua evoluzione storica, possiamo rammentare il periodo rinascimentale, dove artisti come Leonardo da Vinci e Michelangelo ritrassero scene tratte dalla mitologia greca. Attraverso le traduzioni e le opere in latino la mitologia greca influenzò anche grandi poeti come Dante e Petrarca.
L’autrice Lodovica San Guedoro ha, nella mia modesta opinione, realizzato il sogno di qualsiasi lettore col modellare un poema straordinario utilizzando diverse tecniche di traduzione, mantenendo non solo l’integrità delle emozioni espresse attraverso una dizione di composizione ritmica, ma riuscendo a esaltare i contenuti emotivi, l’intensità, fortificando il contenuto, il significato, il sentimento dell’opera.
Nella traduzione dell’opera di Jean Racine, Ifigenia, della talentuosa Lodovica, la traduzione acquista una musicalità nuova, più profonda, più armoniosa tanto da divenire un inno, un’emozione sinfonica, dove le parole diventano strumenti musicali che suonano in un’orchestra; dove le note diventano versi e parole che sinuose entrano nel cuore e nell’anima del lettore.
Jean Racine, grande drammaturgo francese, esplorò e descrisse le feroci passioni dell’uomo anche attraverso questa bellissima e toccante opera composta da 5 atti, originariamente scritta in versi alessandrini e presentata durante un’importante cerimonia pubblica a Versailles nel 1674. I versi alessandrini hanno una caratteristica particolare: sono composti da 12 sillabe e divisi in 2 emistichi di 6 sillabe, separati da una pausa metrica che viene chiamata cesura. Immaginate le difficoltà da sormontare nella traduzione di una prosa così complessa; eppure Lodovica è riuscita a restituire il più fedelmente possibile l’intento dell’autore originale, mantenendo integro e accessibile il senso profondo dell’opera, conservando intatto lo stile unico. A mio parere un immenso coraggio, ma soprattutto un grandissimo talento e una dedizione per la scrittura profonda e ammirevole.
Per prendersi cura così intimamente di un’opera, bisogna amarla davvero e soprattutto amare e avere fiducia e consapevolezza delle proprie capacità e una grande volontà esecutiva.
La traduzione armonica di questa autrice ci porta nel profondo dei sentimenti non solo di un padre combattuto tra la gloria e l’onore del suo popolo e l’amore per sua figlia, ma anche quello di una figlia che deve accettare il suo destino.
Creando quella tensione tra il mito e la vita.
Un personaggio mitico deve arrivare all’accettazione del suo destino, abbracciandolo e dedicandosi in tutto al suo scopo finale. Ma chi è il più forte in questa storia? La dea che esige un sacrificio per placare la sua rabbia? Agamennone che ha il potere di decidere la sorte di sua figlia ma anche del suo popolo? La più forte è la dolce Ifigenia che, spinta al dovere verso suo padre e il suo popolo, deve accettare la volontà suprema dei suoi dei.
Racine ci sorprenderà con un finale alternativo rispetto alla versione originale dell’opera di Euripide: mostrandoci un’altra Ifigenia, figlia del peccato segreto di Elena e Teseo, destinata fin dall’inizio al sacrificio.
Una traduzione coinvolgente, questa della San Guedoro, avvincente, passionale, intensa e fluida.
Inutile negarlo, tutti leggendo un’opera abbiamo pensato senza presunzione alcuna che sarebbe stata più appetibile se scritta in una forma leggermente diversa. Non per mancanza di rispetto dell’opera originale o del suo autore, ma proprio per una necessità essenziale di sentire, di percepire e di vivere quell’opera ancora più intimamente, e Lodovica ha avuto il talento, la forza e la capacità di fare questo, tradurre un’opera che aveva amato con uno stile che più si avvicinava non solo a quello dell’autore originale, ma anche a quello che le suggeriva il suo cuore. Rendendo il tutto un’esperienza emozionale a 360 gradi, in cui il lettore vive soffre piange e sogna insieme alla sua storia.
Una traduzione non deve essere forzata, fredda, distaccata, il lettore non vuole una trasposizione automatica della prosa, ma una traduzione che affronta un processo molto più complesso, scendendo nella multiforme dimensione emozionale umana. Attraverso la creatività di questa autrice io mi sono approcciata a una tragedia greca con una sensibilità maggiore e con meno difficoltà rispetto a quanto avevo immaginato prima di iniziare questa lettura. L’ho sentita dentro. L’ho vissuta, l’ho sofferta e l’ho amata davvero.

IFIGENIA
Traduzione in rima di
Lodovica San Guedoro
Effigi


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