Venerdi, 15/12/2017 - L’autore, Danilo Alessi, tra l’altro già collaboratore parlamentare e sindaco di Rio Elba, attualmente pubblicista, scrittore, poeta, pubblica due romanzi e una raccolta di poesie con la casa editrice Persephone, fondata da Angela Galli. Con il precedente romanzo La Fatica della politica vince il premio Letterario “Raffaello Brignetti”.
Una serata, il 4 Dicembre, in onore della creatività dove la cantante e attrice Annalisa Marcone legge alcuni passi tratti dal libro, il Maestro Michele Tozzetti esegue brani di L. Bernstein - in pubblicazione un suo CD su composizioni di L. Bernstein -, il Dr. Salvatore Lucio Palamara suona la chitarra cantando alcune canzoni citate nel testo o attinenti con autori e argomenti trattati dall’autore. Dopo i brani letti alternati dalla musica e dal canto segue l’intervento del Sen. Vincenzo M. Vita e il dibattito con gli interventi del pubblico e dell’autore.
La musica, predispone come sempre i cuori a un migliore ascolto, non soltanto concettuale, come per abitudine ci si aspetta, ma globale. Quando, infatti, il Sen.Vita presenta il libro anche attraverso elogi all’autore, l’animo del pubblico - molto numeroso - è sensibilmente pronto a un ascolto autentico, non solo per l’alto livello del presentatore e per i temi trattati ma per la giusta integrazione che solo l’Arte è in grado di comporre. Abitudini culturali ci portano troppo spesso a “contaminare” anche l’Arte di contenuti e forme concettuali - i movimenti artistici contemporanei lo confermano - fino a perdere il senso della bellezza e della globalità dei linguaggi.
Questo libro, invece, permeato di bellezza non solo stilistica, propone “un delicato affresco di storie”, schizzi acquerellati di paesaggi dell’anima, reali, fantastici e biografici.
Un passaggio epocale così temuto e atteso, quello verso un duemila che caratterizza biograficamente gli incontri di destino, come il meeting tra il protagonista del romanzo con le due donne inizialmente sconosciute e immediatamente riconosciute, tasselli essenziali del filo rosso biografico capace di unire il mondo reale con le altre dimensioni.
Vita apprezza il lavoro intellettuale dell’autore, e come il precedente racconto merita un elogio. Danilo Alessi è la prova provata che una buona politica - cioè attività pubblica vera e non gioco di potere -, raffina molto la capacità intellettuale, cioè la politica buona è una maglia specialistica del lavoro intellettuale. La politica, la polis, il maneggiare argomenti che hanno a che fare con la vita pubblica costringe a studiare, a raffinarci. La scuola della politica quando è buona emancipa culturalmente, e corrisponde quasi a dieci master! Una forma di progressione della propria capacità di racconto e visione del mondo, infatti, questo testo lo conferma per la ricchezza di questi intrecci, definibile come “ipertesto”. Ci si ritrovano non solo scritture ma letture teatrali, musiche tutte caratterizzate da uno stile molto raffinato. Secondo le categorie in voga oggi è un romanzo definibile di “autofiction”, una versione evoluta, una particolare tipologia della fiction. La vita reale si mescola con quella d’immaginazione. C’è la finzione, il realismo nudo e crudo - in cui il racconto è pura storia e cronaca - ma c’è anche qualcosa di mezzo che non è mediazione ma un terzo genere, molto affascinante, con un suo vigore, in cui il racconto per essere vero, deve essere anche un po’ finto, perché se non si colora anche di qualcosa in più la sua forza non appare in tutta la sua intensità. Il Senatore pone l’accento sul senso d’appartenenza dell’autore, il senso del rapporto come territorio, dipingendo l’isola d’Elba e l’intreccio con la metropoli romana come luoghi narrati in modo molto curato, cogliendone la bellezza che caratterizza entrambi.
Il titolo del libro è ispirato a una frase di Umberto Eco: “Quindi per prepararsi al Duemila occorre imparare la calligrafia, e a scrivere con la penna d'oca. In quel periodo qualsiasi imbecille saprà scrivere con i computer, e colui che saprà scrivere con la penna d'oca avrà il Potere, perché potrà prendere decisioni anche durante i blackout”. Questo testo di Umberto Eco è prefigurante, poiché tanto più è veloce e complessa l’evoluzione tecnologica quanto più c’è l’esigenza di riscoprire il valore profondo, il valore d’uso della cultura, come elemento che non ha a che fare strettamente con l’innovazione scientifica, con l’urgenza di fare sempre di più, di usare sempre al meglio la “macchinetta” che abbiamo ma di capire che la scrittura è un pezzo della nostra identità dell’Io cosciente. Cita Fabio Mussi per ricordare che la vita è l’Io cosciente - in alternativa all’Io biologico -, e che si rapporta con il mondo attraverso una coscienza. La penna d’oca ci impedisce di mentire perché scrivendo con la penna si mette a nudo chi si è, il vero elemento identitario. L’autore non è solo in questo testo ma proprio come nel quadro di Pellizza da Volpedo c’è un mondo di appartenenza che lo avvolge. Si può vedere la vita dell’autore, insieme a ciò che ha fatto grande la sinistra e il movimento democratico. Danilo Alessi sente con orgoglio di appartenere a tutto ciò, come un comunista democratico, moderno, capace di innamorarsi, con una fortissima identità nell’animo. L’autore non è solo ma è in un mondo, proprio come ne “Il Quarto Stato” (in cui è descritta la vita di uomini e donne affinché non si cancelli la memoria delle loro idee e dei loro ideali).
Wim Wenders, citato nel testo, disse qualcosa d’illuminante: “La vita è a colori, ma il bianco e nero è più realistico” e questo è un libro realistico!
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