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La parità di genere comincia con un No: il passo indietro del ministro Provenzano

La parità di genere comincia con un No: il passo indietro del ministro Provenzano

Avrebbe dovuto partecipare ad un convegno virtuale, ma tra gli invitati non c'erano donne e quindi ha declinato l'invito

Martedi, 09/06/2020 - Un piccolo gesto può smuovere più di azioni eclatanti e diventare volano di comportamenti che combattono stereotipi e discriminazioni.
Giuseppe Provenzano è ministro per il Sud e per la coesione territoriale e ieri era stato invitato a partecipare al Convegno virtuale sul ruolo delle città intermedie nella ricostruzione dell’Italia dopo la pandemia, ma si è accorto che alla tavola rotonda erano stati invitati sindaci, docenti universitari ed esperti: tutti uomini. Come succede ormai sempre più frequentemente i manel sono all’ordine del giorno in ogni campo e settore: tanto che si è coniato un neologismo per questo tipo di consessi in cui a parlare e disquisire sono solo uomini.

Questa volta però il Ministro ha fatto un gesto molto semplice ma altamente simbolico: si è rifiutato di partecipare all’incontro. ma si è accorto che alla tavola rotonda erano stati invitati sindaci, docenti universitari ed esperti: tutti uomini. - ha scritto Provenzano - È l’immagine non di uno squilibrio, ma di una rimozione di genere. Mi scuso con organizzatori e partecipanti, ma la parità di genere va praticata anche così». Ha twittato il Ministro.
Come già da anni fa Francis S. Collins, direttore del National Institute of Health, che ha deciso di protestare apertamente e di non partecipare a conferenze con solo panelist uomini.

Sono questi gli uomini che vorremmo sempre al nostro fianco: grandi uomini capaci di fare un passo indietro e di farsi da parte per affermare un principio: la parità fra uomini e donne.

La cultura si cambia anche con piccoli gesti, anzi forse sono quelli che servono di più. Siamo stanche delle tante parole di cui si riempiono la bocca i politici sulla parità fra i generi. Vogliamo fatti concreti e quello di Giuseppe Provenzano lo è, e affermare che organizzare un convegno di soli uomini equivale ad una rimozione di genere è così inedito e clamoroso se detto da un uomo che siamo sicure farà riflettere i futuri organizzatori di convegni, tavole rotonde, seminari. Che spesso rimangono stupiti di fronte alle proteste femminili, la loro reazione immediata, e spesso anche in buona fede, è affermare che non avevano affatto prestato attenzione all’assoluta mancanza del genere femminile.

L’abitudine ad essere quasi sempre tra soli uomini fa diventare “normale” quello che invece “normale” non è. Intanto speriamo che sull’onda del ministro del Sud molti altri lo seguano e che la disuguaglianza dell’opinionismo venga annullata perché non è solo una questione di democrazia, perché è importante che esista sempre un punto di vista diverso, anche femminile, ma soprattutto perché le ragazze che assistono ad una conferenza di soli uomini si convinceranno che per quanto brave, competenti e preparate saranno sempre sfavorite rispetto ai loro colleghi uomini e questa discriminazione peserà sicuramente sulle loro scelte future di vita, di studio e di lavoro.

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