Venerdi, 24/12/2021 - Era nevicato tutta la notte.
La mattina aveva risvegliato la città con un bianco nitore luccicante, un vero 'éclat', come dicono i francesi.
Lo sfarfallìo, a tratti, non era poi mai veramente cessato.
Di tanto in tanto sui radi passanti del Centro Storico e delle vie circostanti un timido fiocco si posava assieme ad altri sui cappotti e li imbiancava.
Le macchine invece procedevano passo passo, a gran distanza l’una dall’altra, sulla difensiva, quasi.
Il ghiaccio non si voleva sciogliere, ad impedire – pareva – il solito scorrere veloce e convulso della giornata.
Un tempo rallentato, quello gestito dalla giornata di neve, ad ammorbidire i cuori, a rasserenarli, almeno per un attimo.
Il pomeriggio stava ormai volgendo al crepuscolo: il cielo assunse un bel colore turchino scuro che si riflesse ben presto sul manto di neve che ricopriva ormai tutto, specie in periferia, dove qualche campetto, magari di fronte a qualche caseggiato, aveva assunto, a poco a poco, un lieve color celeste.
I rami secchi degli alberi, ma già con le gemme ben visibili, si stagliavano in 'silhouette' contro quel tenero colore.
Il freddo terso faceva rilucere ancor più la piccola falce di luna crescente che iniziava il suo cammino, salendo ad occaso. Un po’ più in là Venere la seguiva in traiettoria, amante discreta e fedele.
Un lampione già acceso pareva un viandante col cappuccio abbassato: qualche fiocco di neve sciolto si era tramutato in piccole trasparenti stalattiti percorse dalla luce dello stesso lampione, spioventi da quell’immaginario copricapo.
Uno spettacolo irripetibile.
Domani tutto si sarebbe sciolto e la normalità visiva della 'banlieu' avrebbe offerto il suo aspetto quotidiano.
Ma Ferrara è sempre bella, pensò: per lei la bassaniana ‘città di pianura’anche nella sua ( non ? ) 'aurea mediocritas' quasi natalizia era unica!
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