La guerriera vergine e possente del poema di Marina Cvetaeva - di Giorgia Susanna
'La principessa guerriera', poema di Marina Cvetaeva pubblicato da Sandro Teti Editore
Mercoledi, 17/02/2021 - «Leggete Zar-fanciulla! Dov’è il senso della storia? In lei, la Guerriera, e in lui, lo Zarevič, ma anche nella tragedia del mancarsi: l’amore è un passarsi accanto…»
Marina Cvetaeva, nata a Mosca nel 1892, è una tra le più note e apprezzate poetesse e scrittrici russe. Figlia del filologo Ivan Vladimirovič Cvetaev e della talentuosa pianista MarijaMejn, iniziò a comporre poesia sin da giovanissima.
Cvetaeva, testimone della sanguinosa rivoluzione bolscevica di ottobre, fu costretta per anni a spostarsi tra diverse città europee e morì suicida a Elabuga nel 1941.
La grande poetessa russa del Novecento compone il poema “La principessa guerriera” (titolo originale “Царь-Девица”) esattamente 100 anni fa, nel difficile periodo della guerra civile, poco prima di partire per l’esilio, riuscendo con la sua tipica potenza immaginifica a fondere la cultura popolare e folcloristica di una Russia che stava per scomparire con le storie di personaggi biblici, ovidiani, shakespeariani.
E così, grazie a una Vergine guerriera possente come il sole, uno Zarevič inetto e perseguitato dalla sua Matrigna e un vecchio Zar ubriacone, i personaggi della tradizionale fiaba russa Zar-fanciulla acquistano una nuova vita, i canoni vengono stravolti e i ruoli reinventati.
L’opera esprime, nella maniera più compiuta, il geniale talento di Cvetaeva nel creare complesse tramature di temi e di stili, e viene pubblicata per la prima volta in italiano in versione integrale con testo e illustrazioni originali a fronte dalla casa editrice Sandro Teti Editore.
Il testo, uno dei più complessi da rendere in lingua italiana della grande poetessa, è frutto di un lungo lavoro di traduzione della slavista Marilena Rea ed è corredato di una postfazione dell’attrice e regista Monica Guerritore.
Giorgia Susanna
Marina Cvetaeva, La principessa guerriera, Sandro Teti Editore, 2020, pp.296
a cura di Marilena Rea
postfazione di Monica Guerritore
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