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La gioia e la comprensione cordiale di Gesù nella missione delle Suore del SS. Redentore

La gioia e la comprensione cordiale di Gesù nella missione delle Suore del SS. Redentore

A colloquio con suor Annamaria Ceneri, Madre Superiora delle Suore Redentoriste di Sant’Agata de’ Goti (BN)

Venerdi, 28/06/2024 - Ho avuto modo di conoscere da vicino la splendida missione delle Suore Redentoriste operanti a Sant’Agata dei Goti, città ricca di storia, di arte e di cultura, sita in provincia di Benevento e crocevia di almeno tre province, pertanto attraversata da diverse influenze culturali. Ne porterò con me un ricordo sempre grato, ricolmo di quella simpatia e di quell’affetto che le suore di quest’Ordine sanno ispirare fin dal primo momento che le si incontra.
Le redentoriste sono monache dedite alla vita contemplativa, con voti solenni e clausura papale. Ogni monastero è autonomo e, oltre alle costituzioni e alle norme comuni dell’ordine, segue statuti propri. I loro monasteri sono diffusi in tutto il mondo.
Non è certo un caso che un ordine religioso molto antico sia nato in una città dell’entroterra campano dove i segni della spiritualità cristiana e mariana sono diffusi su tutto il territorio.
Fin dalla prima mattina, le redentoriste sono impegnate nella preghiera e nelle stanze del loro monastero, in alcune ore del giorno, si levano dei canti celestiali.
A capo delle Redentoriste di Sant’Agata dei Goti è suor Annamaria Ceneri, che, con senso pratico e amorevolezza infinita, guida una famiglia composta per lo più da religiose provenienti dal Madagascar. Una curiosità: il 26 giugno di ogni anno, in questo bellissimo monastero, le suore festeggiano tutte insieme il giorno della liberazione del Madagascar dalla lunga colonizzazione francese. È un giorno in cui si intonano canti della tradizione malgascia.
Vi è da dire che, una dominazione così lunga, ha lasciato una traccia imponente nella storia di questo Paese, dal momento che la lingua francese è la seconda lingua che si parla in questa grande isola dell’Africa sud-orientale. Infatti, di preferenza io stessa ho parlato in francese con le suore malgasce.
La gioiosità ed il sorriso sono la cifra dell’esistenza di questa famiglia religiosa, che appare molto unita in tutto e per tutto.
Ho cercato di capire qualcosa in più della missione di queste donne speciali e devo dire che non ho incontrato alcuna difficoltà quando ho chiesto a suor Annamaria, la Madre Superiora, di concedermi un’intervista. Ve la propongo di seguito.

1. Ci parli un po’ di lei.
Mi chiamo Sr Anna Maria Ceneri, sono di Pagani, Salerno, e ho iniziato la mia avventura con Gesù a 20 anni nel monastero di Scala. Appartengo a un Ordine contemplativo, le monache del “Santissimo Redentore”. Nel Monastero siamo al servizio del Regno dei Cieli, lavoro a tempo pieno per la Viva Memoria di Cristo, che non è un’azienda o una ditta ma il nostro leit-motiv di vita. Mi sforzo di imitare la vita di Gesù, di camminare alla sua sequela, avere i suoi sentimenti, di diventare Vangelo vivo, Eucarestia vivente, ovvero pane spezzato e consumato per la salvezza di ogni fratello o sorella. Indosso un abito religioso di un colore simbolico e gioioso: rosso fosco, indicato da Gesù alla nostra fondatrice per significare l’intenso, infinito amore di Dio per tutti gli uomini.
2. Da quanti anni è a capo del Monastero delle Redentoriste di S. Agata de’ Goti e quali trasformazioni lei ha potuto direttamente osservare nel tempo?

Nel 2009 mi sono trasferita qui a S. Agata, insieme ad altre due suore, richiesta della comunità delle Redentoriste ivi residente, che ridotte a poche e bisognose chiesero aiuto. Così, sono “santagatese” da 15 anni, guido la Comunità delle monache Redentoriste come responsabile, felice di svolgere questa missione e di appartenere a questa meravigliosa cittadina.
Le trasformazioni che ho potuto osservare in questi quindici anni sono state tante e a tanti livelli. Quando sono arrivata c’era da mettersi le mani nei capelli, le povere suore anziane, non potevano far fronte alla manutenzione della casa, della chiesa e del giardino, tutto si era fermato a circa trenta anni prima, la Superiora del tempo aveva 87 anni e faceva ciò che poteva a quella veneranda età. Mi sono rimboccate le maniche e ho preso come miei compagni di lavoro la fede, il coraggio e l’audacia. Occorreva che la Casa ridiventasse ospitale e riprendesse il suo splendore, quindi ci siamo messi a lavoro e con l’aiuto di tanti abbiamo ristrutturato i vari ambienti, il giardino, il chiostro, la chiesa, le stanze, il tetto, il laboratorio delle ostie, ecc., insomma tutto ciò che andava rinnovato, aggiustato o ripulito. Così nel giro di pochi anni il Monastero ha acquistato un nuovo volto, conservando e rivalorizzando l’antico ma nello stesso tempo inserendo il nuovo e il bello. Inoltre anche la comunità si è trasformata, è cresciuta, mentre le anziane che mi hanno fatto da ponte tra il vecchio e il nuovo, trasmettendo le tradizioni, le storie, le cose belle di una volta sono andate tutte in Paradiso con gli over novanta. Sono arrivate nuove vocazioni che ci hanno aiutato a svolgere il nostro ritmo monastico fatto di preghiera, adorazione, lavoro, accoglienza, distensione. Inoltre abbiamo aperto le porte della chiesa in modo che le persone possono partecipare alla nostra vita di preghiera, e alle varie celebrazioni.

3. Il Monastero delle Redentoriste è un vero e proprio patrimonio della città di S. Agata de’ Goti. Voi siete suore di clausura, eppure questa famiglia religiosa è parte integrante del tessuto cittadino. In quali attività si può riscontrare questa apertura al territorio?

Sì, il Monastero è parte integrante del tessuto cittadino e più volte ho sentito la felice espressione che esso è “il cuore pulsante” del Paese. Questo ci rallegra e ci fa onore anche se lo riteniamo un grosso impegno.
Il nostro compito preciso di redentoriste è di essere una chiara testimonianza dell’amore col quale Dio ama tutti. Il nostro apostolato è la nostra stessa vita consacrata a Dio. Come prima regola abbiamo appunto l’amore fraterno. Benché nascoste e poco visibili agli occhi del mondo, con l'adorazione, la lode e l'intercessione siamo sempre in missione speciale. In ogni momento, unite a Dio, attraverso la carità, la preghiera e l'accoglienza annunziamo in semplicità e gioia l’eterna misericordia di Dio. Come dicevo prima, permettiamo a tutti di poter partecipare in chiesa ai vari momenti. È bello poter vedere come le persone vengono volentieri a recitare i Vespri, il Rosario con noi, a partecipare alla Messa e all’adorazione quotidiana. Il giovedì poi, l’Unità Pastorale del Paese con le sue tre Comunità Parrocchiali viene al Monastero per la Celebrazione Eucaristica, l’adorazione e il Sacramento della Riconciliazione e questo è diventato un appuntamento importante. Tutti possono assaporare che nella casa del Signore si respira il clima di intensa spiritualità, si può dire che il Divino qui è di Casa!

4. Quale tipo di utenza si rivolge a voi?
La clausura che ci chiude al mondo è una porta aperta a coloro che cercano Dio, infatti accogliamo gruppi o singoli che chiedono di pregare insieme a noi in chiesa, o per giornate di spiritualità; per i laici abbiamo incontri periodici di spiritualità, infatti seguiamo un ”Gruppo Crostarosiano“ di laici che si ispira alla nostra Fondatrice; più volte abbiamo organizzato dei ritiri per le ragazze che desiderano fare discernimento della propria vocazione. Accogliamo anche singole persone per qualche giorno di ritiro, di esperienza contemplativa, o semplicemente in ricerca di Dio.
Vengono gruppi parrocchiali a fare i ritiri di Prima comunione, Confessione o Cresima; vengono a fare celebrazioni particolari, come incontri di Azione Cattolica o altro, qualche volta abbiamo accolto anche gli Scout.
Inoltre il monastero è un punto di riferimento per quanti cercano una buona parola, un consiglio, o semplicemente essere ascoltati, cosa che nel mondo di oggi è sempre più difficile, infatti solitamente si paga uno psicologo, uno psicoterapeuta per essere ascoltati, qui da noi quando bussano e ci affidano le loro pene, angosce, o semplicemente le fatiche o le paure quotidiane, noi le riportiamo davanti all’altare, al Cuore di Cristo, sapendo che non vi è miglior medico e consolatore di Lui, e accompagniamo nella preghiera quel fratello o sorella, quella famiglia o quella ragazza con delicatezza e affetto.

5. Come si fa a mantenere questo mirabile equilibrio tra clausura ed impegno sociale?

L’equilibrio tra la nostra vita contemplativa con l’impegno verso i fratelli e sorelle che bussano o telefonano, o scrivono una mail, lo difendiamo a denti stretti poiché senza il contatto assiduo e diretto con il Signore saremmo dei “cembali sonanti” come dice S. Paolo apostolo, di parole se ne possono dire tante e belle ma se non passano dal cuore e non arrivano al cuore sono vuote e non portano nessun effetto. Le persone hanno bisogno di Via, verità e vita e queste sono le prerogative speciali del nostro “Capo”! da Lui, sorgente di acqua viva attingiamo l’energia, la forza, la consolazione, da Lui facciamo scorta di vita autentica, felicità vera e piena, di lui siamo ricetrasmettitori!

6. Il vostro Ordine è stato fondato da Suor Maria Celeste Crostarosa, grande mistica del 1700, della quale ho letto alcune poesie, che, per tematiche e modalità espressive, sono molto vicine al misticismo di Santa Teresa d’Avila.
Può tratteggiare un breve ritratto di questa complessa figura di Beata?

Questa è una bella domanda! Sono felice di poter parlare della mia Fondatrice.
Un breve profilo storico la vede nascere al grande sole di Napoli il nel 1696, in una nobile famiglia. Quindicenne già vedeva e viveva di Gesù che le faceva da maestro. Abbracciò la vita religiosa come carmelitana e poi si trasferì a Scala dove nel 1725 ebbe delle rivelazioni da Cristo stesso circa un nuovo Istituto. Nel 1731 nacquero le monache del SS. Redentore, con l’aiuto di S. Alfonso Maria De’ Liguori. La storia che seguì, per colpa di altri fu drammatica e portò Sr M. Celeste fuori dal Monastero di Scala. Dal 1733 al 1738 riformò un conservatorio di Domenicane a Nocera dei Pagani e fece un tentativo di fondazione a Roccapiemonte (Sa). In seguito fu chiamata a Foggia dove fondò un altro Monastero Redentorista e dove morì santamente nel 1755 venerata da tutto il popolo come la “Santa Priora”. Scrisse 14 opere edite in una collana di studi Crostarosiani. Papa Francesco ha iscritto il suo nome nell’albo dei beati il 18 giugno 2016.
La Beata Maria Celeste Crostarosa, una mistica, una fondatrice, una scrittrice, una santa. Per me è una grande donna, per la forza della sua personalità, per l’acutezza del suo occhio contemplativo, per la profondità dei suoi scritti dove fissa l’esperienza di Dio con naturale spontaneità. La mia ammirazione per Lei è stata sempre grande! A distanza di più di due secoli, è ancora giovane e bella nel suo donarsi a Cristo e a tutti noi, con semplicità e passione, con una comprensione cordiale di Gesù. Mi piace sottolineare ancora che è stata una donna libera e fedele tanto a Cristo, quanto alla Chiesa e a se stessa. È vissuta in un contesto storico, il secolo dei Lumi, dove si voleva sostituire Dio con la ragione e dove tutta la cultura era riservata a pochi uomini. In quell’orizzonte freddo e astratto Lei vi ha portato il calore e la novità di seguire Dio presenza e incarnazione, amore e tenerezza. Con la forza della intelligenza, della volontà e della preghiera ha impiantato l’albero della libertà, ha sfidato il conformismo imperante pagando a sue spese il pensiero unico, difetto di cui soffriva la Chiesa del tempo, ma salvando l’ascolto interiore con la dignità della sua coscienza, preferendo lasciare il monastero piuttosto che sottomettersi a chi non la capiva.

7. Lei tratteggia un ritratto non solo storico, ma anche molto sentito della Beata Maria Celeste Crostarosa…
Personalmente nutro un grande desiderio: vorrei che la Beata Maria Celeste, con la sua figura, il suo magistero, la sua opera, non sia più una illustre sconosciuta, ma che il suo messaggio e la sua proposta spirituale siano sempre più compresi, approfonditi e apprezzati, non solo da noi Monache Redentoriste, ma da tutto il popolo di Dio in modo da trovare in Lei un punto di riferimento saldo e coraggioso, una testimonianza e uno stimolo a vivere la fede in spirito e verità.

8. Può illustrare brevemente il rapporto tra l’Ordine delle Redentoriste e Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, patrono di Sant’Agata dei Goti?

L’11 luglio del 1762 mons. Alfonso De Liguori fece il suo ingresso nella diocesi di S. Agata de’ Goti, come vescovo. Subito volle un centro di preghiera e un monastero per l’educazione umana e cristiana delle giovani. Trovata la fabbrica del Monastero già iniziata, si interessò per completare la Chiesa e costruire l’attuale Monastero. Invitò le monache dell’Ordine del SS. Redentore. La fondazione si attuò nel 1766. La nostra Beata Crostarosa era già morta da dieci anni, ma, qual era stato il suo rapporto con S. Alfonso Maria De’ Liguori? Essi erano coetanei, Alfonso era nato un mese prima di lei nella stessa Napoli, però si incontrarono a 34 anni a Scala, lui ex avvocato diventato sacerdote missionario, lei monaca, proveniente da un monastero carmelitano soppresso, con un progetto di fondazione di un nuovo Istituto. I due si trovarono subito in sintonia spirituale e si legarono in una profonda amicizia. Si aiutarono a vicenda nella fondazione del duplice Istituto del SS. Redentore con lo stesso intento spirituale, portare Dio agli uomini e gli uomini a Dio ma con modalità diverse. Le monache redentoriste nacquero nel 1731 e l’anno successivo nel 1732 i missionari redentoristi. I due fondatori in seguito andarono per vie differenti, ma non del tutto separate. Avevano realizzato il progetto di Dio e lo portarono avanti con passione e tenacia.
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Suor Annamaria mi ha proposto una piccola bibliografia per approfondire la storia di Suor Maria Celeste Crostarosa. Eccovi i riferimenti:

CAPONE D., LAGE E., MAJORANO S., MAJORANO S., La spiritualità di Maria Celeste Crostarosa, Editrice San Gerardo, Materdomini (AV), 1997.

CROSTAROSA MARIA CELESTE, Autobiografia, Editrice San Gerardo, Materdomini (AV) 1998.

Preghiere e meditazioni della Venerabile Suor Maria Celeste Crostarosa, a cura delle Monache Redentoriste di Foggia, 2001.

D’ORAZIO BENEDETTO P., Una grande mistica del 700. La Venerabile Sr. Maria Celeste Crostarosa. Autobiografia, Tip. Abbazia di Casamari (FR), s.d.

SANNELLA T. e MAJORANO S., Secondo Convegno di Studi Crostarosiani, Editrice San Gerardo, Materdomini (AV) 1998.

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