Il libro di Sandro Spinsanti 'La medicina salvata dalla conversazione' (Il pensiero scientifico editore)
Martedi, 06/11/2018 - Confesso di essermi avvicinata al libro un po’ prevenuta. Sì, la copertina è accattivante, con il quadro di Magritte intitolato, appunto, “La conversazione”: due signori che camminano, fianco a fianco, sulle nuvole, in un paesaggio immenso… Ma è questo idillio che possiamo aspettarci dalla medicina? Non si va dal medico per fare una piacevole chiacchierata. E nemmeno ero disposta a sorbirmi l’ennesima perorazione sulla necessità di “umanizzare” la medicina; magari, questa volta, con una spruzzatina di buone parole.
Questo il nucleo forte della proposta. La sorpresa sono i numerosi corollari. Il libro mi ha condotto così a scoprire che per mettere in pratica questa medicina in modalità di conversazione sono necessari sia un tempo che un luogo appropriati; che la parte richiesta al professionista non si identifica con un atteggiamento buonista, ma richiede una vera e propria competenza; che non tutti sono disposti a incamminarsi per una strada così esigente: né da parte dei curanti, né da parte dei cittadini. Perché questo tipo di conversazione richiede dei partecipanti ben disposti. Ancor più: esige uno scambio corretto tra tutti coloro che sono coinvolti nel percorso di cura, professionisti, malati e familiari. Mi sono trovata così a concludere che uno dei luoghi dove è necessario rivendicare parole oneste è proprio l’ambito della cura.
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