Il racconto epico di una famiglia dilaniata dalla guerra nella Sicilia degli anni ’40 fino all’armistizio del conflitto mondiale
Barbara Bellomo con La casa del carrubo, edito da Salani, costruisce un romanzo che narra la storia di due famiglie che imparano a conoscersi all’ombra di un albero, il carrubo. Il racconto ha un respiro epico e parla di una famiglia dilaniata dalla guerra nella Sicilia degli anni ’40, la narrazione inizia tra il 15 aprile del 1943 e continua fino all’armistizio del conflitto mondiale.
Quando i primi raid aerei colpiscono Catania, Vittorio Floridia mette in salvo la sua famiglia mandandola ad Acate a casa di Luigi Villalba, fratello di Ninì suo compagno di trincea morto in battaglia, che gli ha sempre offerto ospitalità qualora ne avesse avuto bisogno.
Così Vittorio Floridia, professore di latino e greco a Catania, il giorno dopo il bombardamento che ha distrutto la sua casa e infranto ogni speranza di tornare a una vita normale. Accetta l’invito di Luigi Villalba di trasferirsi nella sua tenuta di campagna, la casa del carrubo. La chiamano così per via del maestoso albero che protegge i suoi abitanti e che ha vegliato, nel passato, sulle famiglie dei Villalba. Vittorio manda la sua famiglia; lui, invece, resta per cercare di portare via il salvabile dalla sua casa sotto i bombardamenti alleati.
L’autrice, con una scrittura nitida e precisa, dà vita a un romanzo corale che lega i sentimenti e il coraggio dei singoli ‒ da Luca, il più coraggioso e incosciente, ad Agata, la custode di un segreto inconfessabile; fino a Luigi, che quel segreto lo conosce bene, a Nunzia, convinto che la guerra non sia nulla contro l’amore ‒ agli intrighi e alle strategie di chi, con un ordine, finisce per sovvertire la vita di tutti. Le donne ricoprono un ruolo molto importante. Lina, Assunta e Nunzia, le donne della casa del Carrubo, accolgono Agata e i suoi figli, Luca, Elena e Michele, con qualche perplessità. Tra di loro si costruisce e si costituisce, come sempre, un forte sentimento di solidarietà e di empatia, che supera i dolori e le ferite della guerra. E le donne determinate, passionali del romanzo imparano, ben presto, a conoscersi e a scoprirsi in situazioni di precarietà, in cui avrà la meglio la solidarietà femminile.
Su di loro domina la figura simbolica del carrubo. È una pianta maestosa, sempre verde, secolare, che trasmette«forza e perseveranza» come la definisce la stessa scrittrice, quella resistenza e quella determinazione di cui si nutriranno i protagonisti per sopravvivere agli inaspettati eventi della vita. Ci sono anche sentimenti forti, emozioni contrastanti, segreti nascosti e improvvisi sconvolgimenti caratterizzeranno le lunghe giornate e la loro esistenza, in questa storia. Ma anche il senso del tempo, protagonista anch’esso,che la guerra rende rapidissimo, nelle sue azioni, mentre nell’attesa tra un’azione e l’altra sembra allungare all’infinito. («Il tempo si dilata. I secondi diventano ore, le ore giorni. E in quello spazio e in quell’abbraccio è racchiusa la loro vita mai vissuta», si dice ad un certo punto).
I personaggi non sono eroi. Anzi,in loro ci sono i dubbi e le perplessità che si hanno di fronte ad un evento come la guerra. C’è un certo rammarico come sostiene uno dei personaggi, ad un certo punto, perché «fino a quando la guerra non viene a bussare alla tua porta, sembra sempre meno cattiva di quello che è», sostiene uno dei personaggi, con la rassegnazione di quelli che si trovano nel mezzo del dramma e che ricordano le parole di Cesira, la protagonista de La ciociara di Alberto Moravia.
Oltre, c’è la Storia dei grandi. Di Churchill, di Roosevelt e del generale Eisenhower, che in gran segreto progettano uno sbarco alleato sull’isola per farsi strada nel cuore dell’Europa nazista ‒ quando il 23 gennaio del 1943 i grandi strateghi delle forze alleate,Churchill, Roosevelt e Eisenhower, a Casablanca ‒ decidono le sorti dell’Italia e dell’Europa nazista.
Con uno stratagemma gli alleati aggirano le truppe tedesche per avere campo libero sulle coste. La Sicilia infuocata e sofferente diventa, così, il centro di una guerra che metterà a dura prova i suoi abitanti.
Inizia il crescendo di una sanguinosa battaglia che porta un numero sempre maggiore di vittime e porta gli abitanti dell’isola allo stremo. La Storia è parte dell’intreccio. Dense sono le pagine di storia, dove si raccontano con dovizia di particolari i giorni dello sbarco in Sicilia, e di quotidianità delle due famiglie che si ritrovano a convivere, sotto lo stesso tetto. Questa convivenza tra storia e racconto del quotidiano dà al racconto qualcosa di epico. Nel romanzo ad un certo punto si racconta, come dopo l’8 settembre 1943, l’Italia che si ritrova a combattere un’altra guerra. Molto diversa da quella che aveva visto, mesi prima, con le leggi razziali, distruggere famiglie, solo perché ebree. L’Italia scopre di non approvare,poi così tanto, le scelte di Mussolini, tanto che da accogliere gli alleati come liberatori. Non tutti i personaggi sono concordi nel vedere gli alleati come liberatori.
Bellomo racconta con chiarezza i dissapori della Storia. Le perplessità e i dubbi sugli alleati. Con la consapevolezza che la Storia delle coscienze non è quella dei vincitori e dei vinti. Dai contorni netti. Dalla visione manichea. E questo nel romanzo si comprende quando nei discorsi dei personaggi si percepisce «la tracotanza e la voglia di prevaricare sugli altri mostrata di tedeschi, per primo da Hitler; il senso di impunibilità e di intoccabilità di cui si era ammalato Mussolini, sedotto dal potere; la superbia di Churchill, che ha condotto l’Europa in guerra;l’orgoglio di Rooselvet, che lo ha spinto ad agognare il controllo economico delle terre oltre oceano e chissà quale altro desiderio di prepotenza si nascondeva nell’animo di Stalin». In una parola la piccola grande meschinità degli uomini, siano essi destinati al ricordo collettivo, siano essi destinati all’ombra.
Prendendo spunto dai racconti dei suoi familiari, Barbara Bellomo ha scritto questo romanzo; ha usato soprattutto le emozioni e le informazioni da un diario lasciatole dal nonno, sul quale lui aveva annotato quanto succedeva a Catania in quei tragici giorni del 1943. Ogni capitolo del libro dedicato agli eventi storici è ricco di informazioni e scritto con dovizia di particolari.
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