Giovedi, 05/04/2018 - JOHN RUSKIN
Le Pietre di Venezia
di Maria Cristina NASCOSI SANDRI
Si è appena aperta a Venezia, a Palazzo Ducale, una grande mostra dedicata a John Ruskin,eclettico e geniale protagonista britannico del panorama artistico internazionale del XIX secolo, legato ai movimenti del Liberty e dei Preraffaelliti - quasi loro nume tutelare, insieme con William Morris - ed alla handcrafts per eccellenza.
Voluta da Gabriella Belli (storica dell'arte italiana e, dal 2011, Direttrice della Fondazione Musei Civici di Venezia) quale tributo alla conoscenza e al mito di Venezia, la mostra è curata da Anna Ottani Cavina, e si avvale della scenografia del mitico Pier Luigi Pizzi.
Il catalogo della mostra è altrettanto ampio e di valore.
Si apre con un testo della stessa Belli che racconta Le...ragioni di una mostra: "Un’esposizione che, per essere quasi la prima che il Paese dedica a questo versatile intellettuale inglese, ha inteso innanzitutto focalizzarsi sul racconto della sua personale vicenda artistica, meno nota rispetto alla più ampia diffusione del suo pensiero".
Segue il saggio della Curatrice, Anna Ottani Cavina, John Ruskin. Ritratto d’artista:
"Questa mostra su John Ruskin, nel cuore gotico della città, vuole essere un monito per la salvezza di Venezia; ma poiché un’esposizione coincide con la sua messa in scena, la mostra è anche una sfida a celebrare Ruskin come pittore, grande e singolare pittore, al di là della sua vertiginosa capacità di interpretare i tanti ruoli del genio, al di là della sua stessa determinazione a privilegiare la parola scritta".
La Ottani Cavina, a lungo docente di Storia dell’arte all’Università di Bologna e visiting professor a Yale, Brown e Columbia University, ha creato e diretto la Fondazione Federico Zeri. Dal governo francese è stata insignita del titolo della Légion d’honneur (2001) e di Officier de l’Ordre des Arts et des Lettres (2011).
A conchiudere il volume, il sostanziale intervento di Joseph Rykwert, John Ruskin. Una voce sempre viva e quelli di Sarah Quill, Sergio Perosa, Stephen Wildman, Francesca Tancini e Clive Wilmer, oltre al repertorio delle opere in mostra, curato da Elena Marchetti e l’ampia bibliografia ad hoc redatta dalla Tancini.
Lascia un Commento