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Io l’ho amata, il primo libro di Josefina Giglio e il programma delle presentazioni

Io l’ho amata, il primo libro di Josefina Giglio e il programma delle presentazioni

L'Argentina del generale Videla, i trentamila desaparecidos e la storia vera dell'autrice, tra i fondatori di H.I.J.O.S, Organizzazione per l’Identità e la giustizia contro l’oblio e il silenzio

Mercoledi, 27/03/2024 -

Il titolo originale, Yo la quise, è tratto da una frase del grande scrittore argentino Ricardo Piglia nell’unica lettera che si scambia con Virginia Isabel Cazalas prima di morire. “Yo la quise”, “Io l’ho amata”.  Virginia è la madre di Josefina Giglio, l’autrice, una dei tanti figli dei trentamila desaparecidos (scomparsi) argentini durante la dittatura del generale Jorge Rafael Videla. Il 24 marzo 1976 le Forze Armate argentine prendono il potere del Paese con un golpe militare che, con il “Processo di Riorganizzazione Nazionale”, da la caccia a chi non appoggia la dittatura facendo scomparire, in poco più di cinque anni, una intera generazione,  ragazze e ragazzi torturati, mutilati, uccisi, buttati dagli aerei nell’Atlantico, ancora vivi. 

Josefina ha investigato, ha raccolto testimonianze e ancora oggi cerca il corpo dei suoi genitori, militanti del Partito Comunista Marxista Leninista (PCML). 

Io l’ho amata di Josefina Giglio (ed Le Commari) è la storia di Vibel, diminutivo di Virginia Isabel Cazalas, mamma di Josefina. Il libro gira tutto intorno alla figura di Vibel. L’autrice fa parlare, nel primo e nell’ultimo capitolo, Ricardo Piglia, grande scrittore argentino che, per un periodo, era stato insieme a Vibel quando era studentessa all’università.

L’autrice utilizza la propria biografia per costruire un romanzo e raccontare sua madre Vibel, il fermento politico degli anni ’60-’70, le architetture di La Plata, le riunioni politiche, le organizzazioni rivoluzionarie che Vibel frequentava, le case comunitarie. Racconta la paura, la disperazione di Vibel per suo marito Carlos Alberto Giglio; racconta il coraggio di una ragazza, con due figli piccoli, braccata dai carnefici. Josefina ricostruisce la memoria attraverso ogni parola, ogni luogo, ogni istante. Traduce la vita in parole, consegnandoci un romanzo unico, con una forza narrativa incredibile.

Un libro struggente con incursioni poetiche; la scrittura di Josefina asciutta, tanti riferimenti familiari: la mamma, il papà, i nonni, gli zii, la soderia di famiglia. Un libro che finalmente mette in evidenza un nome, un corpo, una voce, un’identità che si distingue dal collettivo, ma tanto di collettivo c’è nell’affermare la singolarità di oltre trentamila persone con un destino comune.

JOSEFINA GIGLIO, giornalista argentina, arriva per la prima volta in Italia con il suo primo romanzo che la consacra alla letteratura come una grande scrittrice. Nata a La Plata nel 1970. Giornalista, docente universitaria e ricercatrice. Ha fatto parte del gruppo fondatore H.I.J.O.S., Organizzazione per l’Identità e la giustizia contro l’oblio e il silenzio. Io l’ho amata (Yo la quise) è il suo primo romanzo.

PRESENTAZIONI

9 aprile ore 12:00 – Università Roma Tre (Roma). Con Susanna Nanni, traduttrice e docente di Lingue e Letterature ispanoamericane dell’Università Roma Tre. 

12 aprile ore 17:30 – Casa della Memoria e della Storia (Roma). Con Amalia Perfetti, Vice Presidente ANPI Roma – Marta Bonafoni, Consigliera Regionale e giornalista – Patricia Mayorga, Presidente AMMPE – Ilaria Magnani, traduttrice e docente di Lingue e Letterature ispanoamericane dell’Università di Cassino. 

15 aprile ore 17:00 – La Vaccheria (Roma). Con Titti di Salvo, Presidente IX municipio – Cettina Quattrocchi, Presidente della Consulta della Cultura IX Municipio – Elisabetta Vaccaro, docente e traduttrice.
In collaborazione con l’Associazione Culturale Tam Tam. 

18 aprile ore 19:00– Libreria Alaska (Milano). Con Elisa Mariani – giornalista.

 

IO L’HO AMATA di JOSEFINA GIGLIO
Le Commari, 2024
Pagine 177, 18 €
Traduzione di Maria Corona Squitieri


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