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Intorno ad un libro e altro ancora: 'Graffi sulla corteccia – Rinascere dalla violenza'

Intorno ad un libro e altro ancora: 'Graffi sulla corteccia – Rinascere dalla violenza'

Conversazione con Annamaria Santangelo per 'legare idealmente il decadimento di concetti come democrazia, libertà, partecipazione politica alla odierna realtà delle donne, del femminile...'

Lunedi, 22/09/2025 - Insieme alla sconcertante, sistematica fine di ogni sentimento di umanità, assistiamo alla sconfitta di certezze che si credevano acquisite, o quasi, perché -si sa- occorre sempre vigilare. La giustizia, i diritti infatti appaino in quasi tutte le ‘situazioni’ sociali e relazionali oggi più che mai quasi inesistenti e questo vale ancor di più per le donne. Sembra di essere tornati indietro nel tempo e la tristezza insieme ad un sentimento di melanconica stanchezza non riesce a ritrovare nessuna contemporaneità.
Per questo motivo ho ripreso la lettura di un libro, già letto e presentato lo scorso marzo all’interno del calendario degli eventi del marzo donna 2025 e ad avere il desiderio di dialogarci intorno.
L’atmosfera è ferma, l’aria irrespirabile, umida, è una sera uguale alle numerose altre di questa opprimente estate 2025, una sera ritmata solo dal movimento dei ventagli che cerca di smuovere e dare respiro allo spazio del salotto dove io ed Annamaria Santangelo abbiamo deciso di incontrarci per parlare di Graffi sulla corteccia – Rinascere dalla violenza. Il libro, stampato grazie al contributo di Plart e di AET -nella persona di Rossella Paliotto – è stato fortemente voluto dall’Associazione L’Agapè, di cui Annamaria è promotrice e Presidente e che da tempo opera sul territorio -collaborando anche con altre Associazioni, in particolar modo con il Centro Studi Nessun Dorma, dove Annamaria gestisce uno sportello emergenza gratuito sulla violenza di genere - contro la violenza perpetrata sulle donne, in favore di una loro personale rinascita.
Proprio ora, in questo momento storico particolare, è importante legare idealmente il decadimento di concetti come democrazia, libertà, partecipazione politica, educazione alla odierna realtà delle donne, del femminile, cercando di rileggere parole come violenza o femminicidio.

Annamaria, parliamo di donne vittime di violenza e maltrattamento domestico, oggi protagoniste di un percorso di benessere, finalmente libere -grazie al loro rinato desiderio di cura verso se stesse- da quello spesso strato simile alla dura, ispessita corteccia di un albero, evocata nel titolo del libro, che le avvolgeva, rendendole prigioniere di se stesse: il dolore.
Con L’Agapè si decise di fare da supporto e rete a donne che avevano subito violenza domestica, morale,fisica, sessuale traumatica, guidandole in un percorso terapeutico EMDR (1) che entra nel profondo della storia e dell’anima delle vittime, con un unico obiettivo : far si che si prendano cura di se stesse. Questo significa indurre verso l’autonomia,uno status ben diverso dall’indipendenza.

In breve puoi dirci la differenza fra autonomia e indipendenza?
L’autonomia tende a coltivare e far crescere il senso di responsabilità, ovvero il grado di consapevolezza del proprio sé, si induce la vittima ad un lavoro paziente su se stessa per portarla a provvedere da sola a sé, alla responsabilità delle proprie azioni, avendo in considerazione anche i limiti e le necessità delle risorse esterne. L’indipendenza implica necessariamente il distacco assoluto delle azioni da qualsiasi condizionamento esterno, o positivo o negativo. Coraggio e volontà sono elementi fondamentali, da suscitare durante il percorso di cura terapeutico che funge da specchio alle azioni.

Secondo la tua esperienza, con l’occhio attraverso il quale osservi i cambiamenti che si susseguono nel sociale e nelle relazioni fra le persone,c’è un focus, una tematica che dovrebbe essere approfondita negli studi, in campo educativo?

Penso che non esiste sufficiente e particolare educazione all’emozione della rabbia che, se non ben educata, porta all’aggressività, alla violenza. E’ come la paura, che può trasformarsi in terrore se non conosciuta e gestita. Ho spesso riletto i miti, pensato alla formazione verso le coppie che si preparano al matrimonio, non adeguatamente educate. Nello specifico così, il femminicidio è abuso, è violenza ma anche il momento in cui si cancella ogni ragionevolezza, non esiste identità: non sono in grado di difendermi. E’ una frase ricorrente. Esiste in definitiva un complessivo problema culturale e formativo.

La donna come deve agire, scegliere di comportarsi?
Avere il coraggio di denunciare alla polizia, perché la polizia ha e può attivare il progetto Zeus che prevede la norma dell’ Ammonimento, come da legge. Non lasciarsi intimidire, quindi, affidarsi a chi può guidarle in un percorso di vera liberazione. Questo libro raccoglie i racconti delle donne che sono riuscite a prendersi cura di sé, ad uscire dal circuito soffocante della violenza ritrovando se stesse; questa è la principale vittoria : ritrovarsi, riprendere con coraggio la propria identità, la vita fra le mani, avendo coscienza dei traumi subiti.
So che segui come Centro Studi uomini maltrattanti e sex offender . Attui il progetto anche nelle carceri affinché si intraprenda un percorso di recupero. Cosa puoi dirci in proposito.
Possiamo intraprendere un percorso di recupero attraverso la rivisitazione di quanto è accaduto, ma non un percorso di psicoterapia, è di formazione e di orientamento psicoeducazionale.

Annamaria c’è ancora tanto lavoro da realizzare,tanto da pensare, agire. Questo libro è un punto di riferimento,importante testimonianza,soprattutto quando sembrano cadute parecchie certezze sulle conquiste che si credevano acquisite in ambito sociale e giuridico.
Importante dire che le donne che si raccontano nelle pagine del libro attraversano trasversalmente tutti gli strati sociali. Così come sottolineare che la copertina e le altre illustrazioni sono opere di una donna che ha avuto il coraggio di intraprendere il cammino di responsabile consapevolezza. Tutti i racconti sono bellissimi e ricchi di tante sfumature. Vorrei qui nominarne uno, che potrebbe essere da chiusa a questo incontro. Si intitola L’albero, scritto come lettera per la sua psicoterapeuta . “ ...C’è da dire che se la mia famiglia, le mie amiche, i miei figli e tante altre persone sono state il supporto e l’amore necessario a curare le ferite, la terapia con lei è stata la ‘Chiave’ . Ho aperto un cancello,riscoperto il mio ‘giardino’, ed un angolo alla volta, sono tornata a curarlo; ho aperto una serie di sensazioni,ricordi e visualizzato qualcosa che in fondo ho sempre avuto ( soprattutto per la mia storia familiare )molti legati al mondo della natura della libertà, della connessione con le percezioni fisiche, dall’interno e verso l’esterno. In un anno e mezzo di percorso ho ritrovato Margherita…….”.

Non avere timore quindi di chiedere aiuto, di lasciarsi andare, affidandosi a chi può ascoltare e dare aiuto. E se la rete di aiuto è fondamentale, accanto al supporto di associazioni, enti, Stato, per crescere nelle consapevolezze è importante contemporaneamente ampliare lo sguardo. Che posto hanno oggi le donne nelle società occidentali e in quelle orientali? Quali le differenze? dove, come sono o possono arrivare a definire la loro identità? Per combattere la violenza è necessario il confronto con altre culture. I racconti di Graffi sulla corteccia – Rinascere dalla violenza sono strumento utile e necessario per poter riflettere su queste tematiche. Ne torneremo a parlare.

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(1) L’EMDR è un acronimo che sta per “Eye Movement Desensitization and Reprocessing,” che in italiano può essere tradotto come “Desensibilizzazione e Rielaborazione tramite Movimenti Oculari.” Si tratta di un approccio psico-terapeutico sviluppato negli anni ’80 dalla psicologa americana Francine Shapiro. L’obiettivo principale dell’EMDR è quello di aiutare le persone a elaborare e superare i traumi e le esperienze negative che hanno lasciato un segno indelebile nella loro vita.

Note
L’acquisto del libro edito da Giannini – prezzo 5euro – è devoluto a sostegno di associazioni che si prendono cura dei bambini vittime di violenza
La copertina e le illustrazione del libro sono di Stefania Sommella

Breve cv Annamaria Santangelo
Psicologa e psicoterapeuta sistemico relazionale svolge:
- attività di psicoterapia familiare, di coppia e individuale;
- attività di Sostegno alla Genitorialità nei casi di affido del minore;
- progetti psicoterapeutici complessi con figli affetti da patologie psichiche acute (schizofrenia, alcolismo, tossicodipendenze).
Esperta in Psicotraumatologia (Metodo EMDR) e nel Trattamento del PTSD ( disturbo da stress post-traumatico ) attiva interventi su traumi:
- da maltrattamento e/o stalking;
- da maltrattamento e/o abuso del minore;
- acuti e complessi (da incidenti stradali, notizie di malattie invalidanti, decesso complicato, disastri ambientali);
- da diagnosi e intervento oncologico;
- da disastri e/o da contesti di Emergenza.


Lo sguardo
Dell’artista Ginny Sykes, del suo linguaggio artistico che si ritma sulla storia e con la storia delle donne, desidero parlarne più ampiamente in un successivo momento; qui la segnalo per una sua opera in particolare 100 donne : collaborazioni oltre il velo e senza precedenti, no more, che penso si leghi a quanto l’incontro con Annamaria ha posto in luce.

100 Donne: Collaborazioni oltre il velo e Senza Precedenti, No More

Frasi come "violenza senza precedenti", "donne in posizioni di leadership senza precedenti" oppure "risposta senza precedenti all'ingiustizia", sono state abusate anche di recente dal linguaggio dei media. Si ignora così la vera storia delle minoranze e contemporaneamente crea uno shock illegittimo. "Senza precedenti", quando usato per descrivere i successi delle donne, ulteriormente tokenizza tutte le donne secondo una distinzione negativa: possono aver raggiunto o hanno raggiunto un posto dove nessuno si aspettava che arrivassero. In risposta a questo, Ginny Sykes riferendosi ad una sua opera scrive: "Immaginare donne in posti un tempo considerati solo appannaggio degli uomini, afferma che la giustizia deve davvero essere per tutti." 100 Donne: Collaborazioni Oltre il Velo e Senza Precedenti, No More è il titolo dell’opera, un progetto a cui Ginny si dedica fin dal 2016 in collaborazione con l'artista Teresa Mangiacapra, artista scomparsa nel 2018, parte del gruppo delle nemesiache, un collettivo di arte performativa femminista nato a Napoli nel 1970. Ginny, nel partecipare al progetto, crea fra tante un’opera dove immortala donne di diverse età, etnie e background. Insieme, gli striscioni formano una narrazione alternativa a quella storica / tradizionale patriarcale. Ritratte da Ginny sia come soggetto che come oggetto, come arte pubblica, le donne si contrappongono alla lunga tradizione di opere scultoree progettate per regolare i corpi delle donne secondo le tradizioni politiche e religiose dichiaratamente misogine.
 

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