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Intervista impossibile con Norma Jean.

Intervista impossibile con Norma Jean.

La grande attrice Marilyn Monroe, con il suo splendido sorriso, muore tragicamente a Los Angeles, il 5 agosto 1962. John Fitzgerald Kennedy pochi mesi dopo: a Dallas, il 22 novembre del 1963. Fa il trio, l’uccisione di Bob Kennedy a Los Angeles il 6 g

Venerdi, 08/07/2022 - Ciao Marilyn!
Hello! who are you? where am I?
Ti vedo stordita. I'm Bianca. Ti ho svegliata? Did I wake you up?
Yes, you woke me up. do not you see I was sleeping?
Can you answer me? Mi piacerebbe farti qualche domanda, in italiano, se non ti dispiace.
Su cosa? Sei un giornalista? Another who wants to know ...
Mi comprendi?
Yes, I understand you. Ti comprendo. Cosa vuoi sapere?
È stato detto che ti sei suicidata.
When you're young and healthy, on Monday you can think of committing suicide, and on Wednesday you're laughing again.
Già: una tua celebre frase:- “Quando sei giovane e in salute, il lunedì puoi pensare di suicidarti, e il mercoledì stai ridendo di nuovo.”- Però ci risulta che tu ti sia suicidata tra le 20 di sabato 4 agosto e le una del mattino di domenica cinque agosto1962.
Forse perché: - “An acting career is a wonderful thing, but it can not warm you up on a cold night.”-
-“Una carriera è una cosa meravigliosa, ma non ti può scaldare in una notte fredda.”-
Non era una notte fredda quella notte d’agosto.
Ciò che mi fa più paura non è la morte, ma la sensazione di non aver vissuto appieno la vita.
Non mi hai risposto: ti sei suicidata davvero, oppure è stato un incidente? Un omicidio?
Yes: mi sono suicidata da sempre. Tanto lo sapevo che avrei finito per diventare come mia madre e mia nonna. Una alcolizzata. Una pazza.
Volevo dire, davvero. Sei morta suicida?
Io? No, assolutamente. Non sarei stata capace di farlo così bene. Di organizzarmi al punto di non avere scampo. Avrei sempre chiamato qualcuno perché giungesse in tempo. Ho sempre chiamato qualcuno.
Forse non ce l’hai fatta: avevi esagerato con i sonniferi: ti hanno trovata, dicono, con il ricevitore nella mano sinistra. A faccia in giù.
Che vergogna! Farmi trovare così, svestita, coi capelli senza tinta, le gambe non depilate. Mai. Non avrei mai voluto.
Allora? E’ stato un incidente?
But who are you? What are you talking about? Di cosa parli? Chi sei?
Mi chiamo Bianca.
L’hai già detto. Sento la tua presenza però non ti vedo. No: non mi sono suicidata. Non lo volevo davvero. However…
Però?
Mi sono spesso lasciata andare quasi a fondo. Che lingua parli?
Italiano.
I do not know Italian. Not exactly, Joe è figlio di immigrati italiani. Nella sua testa dura di italiano aveva l'immagine di una tradizionale moglie italiana e voleva lo diventassi. It was not possible.
Forse allora lo parlava lui, per questo mi comprendi.
Non so. Comunque ti capisco, o almeno ti seguo. Ho sonno. Strano: non faccio che dormire e prima non ci riuscivo senza intontirmi di farmaci. Sarà brutto dirlo ma me li somministra con un clistere Eunice. La governante?
Yes.
Questo spiegherebbe…
Spiegherebbe cosa?
Quello che ha detto il coroner Tomas Noguchi[3] Nel tuo stomaco non c’era traccia delle compresse di Nembutal, eppure i livelli della sostanza rilevati nel sangue e nel fegato erano pari a tre volte la dose letale.
Ecco spiegato il sonno! Però Eunice mi ha fatto un clistere di cloralio idrato, non di Nembutal Avrà sbagliato la dose. E dire che l’avevo licenziata!
Possibile che non ricordi?
No. Ricordo di avere parlato con Peter, avevano un appuntamento per cena, ma ero intontita e neanche in grado di uscire. Ci ho rinunciato.
Eppure c’è chi dice che tu sia uscita, in possesso di una ricetta di Nembutal e ne abbia comprato una confezione che conteneva 25 capsule. Il Nembutal è un potente barbiturico che ai miei tempi è cercato disperatamente dalle persone che desiderano praticare su se stessi l'eutanasia. In Italia è proibita.
Euthanasia? Di cosa parli?
I talk about assisted suicide. Con il pentobarbital. Ne bastano 25 compresse. Quelle che hai acquistato tu, con la ricetta del tuo medico curante. il dott. Engelberg, ti aveva rifornita di Nembutal e il tuo psichiatra neanche lo sapeva.
Ho le idee confuse. Possiamo cambiare argomento?
Mi sembra di aver chiamato Joe, che avessimo avuto una simpatica chiacchierata. Erano le 19.00 circa e mi ha messa al corrente di aver rotto il fidanzamento con una donna di cui non faccio il nome e mi stava antipatica. Lui è sempre stato capace di farmi ridere. Come il padre che penso sia stato l’unico uomo ad avermi amato davvero.
Tu l’hai amato?
Io non ho amato nessuno. Ho avuto qualche bel rapporto sessuale, tuttavia penso di non essere molto chiara nel desiderio. Ho provato anche con le donne.
Di chi parli?
Ad esempio con Joan Crawford: l'abbiamo fatto nella sua camera da letto. Penso che lei sia davvero lesbica fino al midollo. È piuttosto maniaca. Io non sono lesbica. Joan voleva farlo di nuovo. I told her in the face that I did not like doing it with a woman (le ho detto in faccia che non mi piaceva farlo con una donna), mi è diventata nemica. I struggled a lot to have an orgasm. Ho dovuto lavorarci con l’aiuto degli psicanalisti e quando ci sono riuscita la prima volta ho pianto. Con Joe Di Maggio ci stavo bene.
La tua grafia dimostra questa tua difficoltà,questo lavorio mentale in campo sessuale molto elaborato e complesso.
A sedici anni, nel 1942, hai sposato Jim Daugherty . Perché lo amavi?
“Era uno dei pochi ragazzi per cui sessualmente non provavo repulsione”.
Repulsione: è una parola pesante.
Avevo circa dieci anni quando sono stata stuprata. Ho divorziato da lui nel 1946.
Con Joe però stavi bene. L’avresti sposato di nuovo?
Ora che mi ci fai pensare me lo aveva proposto: avremmo dovuto sposarci l’8 agosto 1962. Ma che giorno è oggi? Non avrò dimenticato un appuntamento con lui? “Agli appuntamenti sono immancabilmente in ritardo, a volte anche di due ore. Quando devo essere da qualche parte per cena alle otto, me ne rimango nella vasca da bagno per un’ ora e più. Si fanno le otto e io sono ancora nella vasca. Mi perdo nei miei pensieri e mi sento lontana da tutto. A volte so il vero motivo di quello che faccio. Nella vasca non c’è Marilyn Monroe, ma Norma Jean.” Però non avrei dimenticato il giorno del mio matrimonio!
No: Ad Allan Snyder, il tuo truccatore, avevi confidato di non essere “mai stata meglio” e di avere acquistato l’abito per le tue seconde nozze con Joe. Però sei morta tre giorni prima di quella data. Joe ha organizzato il funerale, insieme ad Inez Melson[8], ha pagato le spese. Ti ha disposto una cerimonia in forma strettamente privata , proprio l’otto agosto, giorno in cui avevate fissato le vostre seconde nozze. Ha vegliato su di te, finché non sei stata sepolta nel Westwood Cemeter. Ai funerali, prima che la bara fosse sotterrata, si è chinato sul tuo volto e ti ha gridato "ti amo", dandoti un ultimo bacio. Non ti sono mai mancate, per venti anni, le sue rose rosse. Non credo abbia mai creduto nel tuo suicidio.
Al cimitero. Morta, sì. Sepolta. Lo hai già detto, però io non ricordo. Vivo al numero 12.305 di Fifth Helena Drive, Brentwood, California. C’è una bella piscina azzurra di forma strana, le mattonelle di cotto, qualche spazio verde e fuori è tutta bianca, così come anche alcune pareti dentro casa. Il bianco mi piace. Non ho dolori, soltanto sonno.
La tua casa non è mai stata dichiarata “scena del delitto”, anche se molti sono partecipi di una “teoria del complotto” che abbia condotto alla tua morte. Ti confesso: neanche io penso che tu ti sia voluta suicidare.
Kill myself? Non mi sembra che fossi così disperata! Posso essermi uccisa involontariamente?
Sembra proprio di no: nel corso degli anni sono stati fatti esperimenti per controllare se tu avessi potuto ingoiare quelle dannate 25 pillole credendo di farlo soltanto per addormentarti. Prendendone un poco per volta.
Se ne avessi prese quattro? poi ancora quattro, dimenticando le precedenti?
No. Ti saresti addormentata dopo le prime otto. Avresti dovuto proprio prenderle tutte assieme.
Cioè farlo apposta?
Si: non ci voleva tanto. Le capsule sono rivestite ed è stata fatta una prova (con capsule vuote). Neanche due minuti per inghiottirle, con poco meno di un bicchiere d’acqua. Due ore per piombare nel sonno della morte. Forse avevi delle ragioni per farlo. A giugno del 1962 sei stata allontanata dal set di Something's got to give. Avevi 21 giorni di assenza su 33 di riprese. La Fox ti considerava instabile e inaffidabile e sei stata licenziata.
Stavo male. Stavo davvero male. Una attrice non può ammalarsi? I dirigenti possono darsi malati e stare a casa quando vogliono, basta una telefonata.
Comunque pochi giorni fa, il 1º agosto, mi è stato rinnovato il contratto. Guadagnerò un milione di dollari per altri due film. In autunno ricominceranno le riprese di Something's Got to Give.
Vero. Però durante le riprese di Something's Got to Give, tu stessa dicevi di essere incinta; altri dissero che tu avessi abortito il 20 luglio, presso la Cedars of Lebanon, nel quartiere di Beverly Grove a Los Angeles , in California . Eunice Murray e la tua parrucchiera Agnes Flanagan, che tu avessi abortito in Messico. Aspettavi un figlio da Robert Kennedy?
Quale figlio? Non posso avere figli. Soffro di endometriosi e ho avuto perlomeno tre aborti, conosciuti.
Invece, secondo la storia, eri decisissima a tenerti il bambino e ad obbligare Bob al matrimonio, per cui la famiglia Kennedy ti ha costretta a salire su un aereo, direzione Messico, dove ti hanno fatta abortire. Si sarebbe trattato del primo giugno 1962 e tu, come già abbiamo detto, stavi lavorando al film Something' s got to give. Si sarebbero spiegati i tuoi malori, le tue nausee. Poi, tornata sul set, avresti raccontato tutto ad un'amica.
Posso escluderlo: non potevo avere bambini. Purtroppo. Ho avuto soltanto aborti e te ne ricordo uno: il 1°agosto 1957, mi trovavo ad Amagansett, New York, con Arthur Miller, all’epoca mio marito. Mi portò di corsa in un ospedale di New York a 100 miglia di distanza. Purtroppo perdemmo il bambino. Mi dissero che avevo avuto una gravidanza extrauterina.
Quindi niente aborti volontari. Sappiamo che Giovedì 28 giugno 1962 ti sei incontrata con il capo dello studio Fox, Peter Levathes. Hai discusso le condizioni contrattuali. Ti ha descritta come "un'accorta donna d'affari in molti modi, e molto razionale". È stata una vittoria straordinaria per te. Sembra anche accertato che Bobby Kennedy abbia telefonato al giudice Rosenman (presidente della Fox), imponendogli di rinegoziare il contratto per cui, con la riassunzione alla 20th Century Fox non avevi motivo di suicidarti. Pure qualcosa deve essere successo tra ieri, cioè il quattro agosto ed il cinque agosto. Perché ti hanno trovata morta. Ieri era sabato, vero?
What the hell! Dunque: ieri era sabato. Mi sentivo proprio da schifo e ho preso un sedativo[10] che mi induce sonnolenza e favorisce il sonno. Forse più di uno. Non riesco a dormire e quando ci riesco, poi non riesco a svegliarmi…
Ricordi niente su venerdì tre agosto? Hai chiamato qualcuno al telefono? Chi hai incontrato?
Preferirei non parlarne. Dopo tutte queste slanders about my friendship with Robert. I do not wanna talk about it. Chiuso.
Ti preoccupi ancora di nascondere il tuo rapporto con i Kennedy?
The president and Robert Kennedy are the symbol of youth in America, of its vigor, of its humanity.
Ti prego: non è più necessario mentire. Parla liberamente. Sono morti entrambi oramai.
Tu mi stai raccontando soltanto balle. Ieri ho visto Bob. E’ venuto a trovarmi sabato.
L’avevi chiamato più volte il giorno tre, ossia venerdì. Lo ha dichiarato un operatore telefonico. Hai chiamato l'hotel dove Bob Kennedy risiedeva e gli hai lasciato dei messaggi. Lo ha riferito anche Robert Slatzer, a cui hai confidato la malinconia di non riuscire a parlargli.
Sì, adesso che me lo dici ti confermo che Bob sia venuto, ieri, il quattro. Ma non voleva più saperne di me e forse neanche io di lui. Ero troppo pericolosa per lui e non avrebbe fatto follie per me. Ci siamo accordati in qualche modo. Così mi sono chiusa in camera. Non volevo vedere nessuno. Ho preso qualcosa per dormire.
Chiusa in camera? Ma se dicevano che non ti chiudevi mai.
False, sometimes it happened.
Torniamo al tre agosto?
Venerdì 3 agosto, sì, da me c’era Pat. Soffriva di bronchite e ho insistito perché rimanesse la notte.
Pat?
Ah! Sì! Voi la conoscete come Margot Patricia Newcomb. Da segretaria e agente di stampa è diventata una cara amica.
Tempo dopo la tua, diciamo, dipartita, c’è stato chi ha dichiarato che il tre agosto voi due abbiate cenato con Peter Lawford quella sera, mentre altri sostengono che avete ordinato del cibo in casa.
Cos’è, un interrogatorio?
No, perdonami. Sto cercando di ricostruire quell’arco di tempo che, a seconda di chi l’ha raccontato, ha assunto diverse sfaccettature. In inglese si definirebbe quel periodo:- “It's about as mysterious as the liquidity of water.”
Che c’entra l’acqua?
In teoria c’entra: qualcuno ha sostenuto che nella tua stanza non ci fosse l’acqua necessaria a che tu ingoiassi le pillole. Però, poi, è stato trovato un bicchiere sotto il tuo letto. Potrebbe esserti scivolato dalle mani, oppure potrebbero avercelo messo dopo. Comunque il mattino del quattro, stranamente ti sei svegliata presto, dopo aver dormito male. Eunice Murray, la tua governante (quella che avevi licenziata), ha poi ricordato che fossi particolarmente irritabile, anche perché Patricia invece dormì fino a mezzogiorno. Forse le avevi dato uno dei tuoi sedativi?
Per la verità è possibile, ma non lo ricordo.
Sempre secondo Mrs Murray, ad ora di pranzo, Patricia ti ha raggiunta in piscina, quella che mi hai descritta, a forma di fagiolo. Sotto gli alberi. Era agosto, doveva fare molto caldo. Pare che abbiate anche litigato. Eri molto nervosa.
Sabato? Il quattro? Possibile.
Sabato quattro agosto sembra che tu abbia fatto e ricevuto molte telefonate.
Non ricordo nulla!
Vediamo se possiamo fare chiarezza: Il quattro agosto ti ha chiamata il tuo ex marito Arthur Miller, poi verso le 18.30 l'amico massaggiatore Ralph Roberts.
Ralph, sì. Però non gli ho parlato. Credo che abbia risposto Ralph Greenson. Non stavo bene e gli ha detto che ero uscita.
Forse eri uscita davvero. per comprare quella famosa confezione di Nembutal?
Yet? Non ero certamente uscita.
Greenson nel tuo ultimo mese di vita l’hai visto 28 volte. E’ stato chiamato da te due volte tra il quattro ed il cinque agosto.
Perché nasconderlo? Andavo in analisi dalle tre alle cinque volte a settimana; fin dai primi anni cinquanta, assumevo regolarmente farmaci contro l’ansia e sonniferi. Sono stata ricoverata più volte. Qualcuno mi ha sentito dire di essere «uno stimato membro della Borderline Anonimi».
Tornando al quattro, l'ultima persona che ti ha vista è stata Patricia Newcomb, che, come abbiamo detto, ti ha descritto molto alterata. Abbiamo appurato la telefonata di Joe di Maggio junior, mentre invece Isadore Miller, padre di Arthur, non ha potuto parlarti. Più tardi t’ha chiamata anche Peter Lawford.
Non lo ricordo. Chissà perché ho come la sensazione di un dolore al petto. Mi fa male anche il fianco sinistro. Stai risvegliando in me brutte sensazioni.
Non ricordi, però questa telefonata è attestata dallo stesso Lawford, che ne ha parlato al giornalista Earl Wilson, del New York Post, molto tempo dopo.
Tempo dopo? Che giorno è oggi? Dovrebbe essere il cinque agosto. Mi confondi. Però, forse sì, ne abbiamo accennato prima, voleva invitarmi a cena.
Sosteneva che avessi una voce strana. Dovevano essere le 21.00. Avevi la voce impastata e si è preoccupato. Tu hai rifiutato, e nel salutarlo gli hai detto “goodbye”.
Niente di strano: goodbye è un saluto.
Come traduzione vuole dire addio. Fatto sta che, anni dopo, lui disse che si era insospettito per questo saluto e aveva telefonato al suo agente, Milton Rudin, il quale, a sua volta cercò di mettersi in contatto con te.
Che ragnatela di eventi e di ricordi! Certamente poco prima avevo telefonato Norman Rosten, per un appuntamento. Per vederci Insomma: ti sembra il comportamento di chi si vuole suicidare?
No. Non soltanto a me. Adesso ti racconterò una storia che si trova su di un opuscolo sottile, pubblicato originariamente nel 1964, dal titolo “La strana morte di Marilyn Monroe. 1964.( The Strange Death of Marilyn Monroe) di Francis Alphonse Capell. Con aggiunte fino al 1969, risulta composto complessivamente da 88 pagine. Presenta l'opinione dell'autore che tu fossi sessualmente coinvolta con Robert Kennedy e che lui fosse implicato nella tua morte. È una teoria che potrebbe interessarti, però rispondimi: hai mai tentato il suicido prima del quattro agosto del 1962? In effetti so già la risposta.
Many know it! Confesso di averlo fatto, per esempio quando Johnny Hyde, l’agente che mi aveva lanciata procurandomi una parte in Giungla d’asfalto, morì per un attacco di cuore. Mi cadde il mondo addosso. Ero talmente depressa che svuotai una bottiglietta di barbiturici. Un suicidio, allora. Però quel quattro di agosto, che ne dica Peter (e non so perché lo dice), io stavo bene. Avevo acquistato una nuova casa e pensavo al futuro. Non mi sono uccisa!
Allora: Tu eri l’amante di Robert Kennedy, procuratore generale degli Stati Uniti. Giusto?
Diciamo di sì. In effetti non lo ero più. E niente bambino.
Va bene: niente bambino. Tuttavia parliamo di una cospirazione "per indurti" al suicidio.
We hear this other story.
Ci sarebbe stata un complotto ideato da Lawford, membro del Rat Pack di Frank Sinatra e marito della sorella dei Kennedy, Patricia. Questi era al corrente della tua inclinazione a fingere un tentativo di suicidio per suscitare simpatia o farti ascoltare, ad esempio da un amante che stava per lasciarti.
Bob, per capirci.
Giusto. Tu saresti stata incoraggiata a fare un altro tentativo, per intimorirlo e ti avrebbero detto che loro sarebbero arrivati in tempo per salvarti. Invece fosti lasciata morire.
Tutto questo perché?
Per toglierti di mezzo, visto le tue minacce di rendere pubblica la tua storia d'amore con Robert Kennedy e visto che lui non aveva nessun proponimento di portare avanti la promessa di divorziare dalla moglie.
Non voglio dire che non avessi intenzione di farmi ascoltare, però da qui a fingere un suicidio, ne corre. Da morto nessuno ti ascolta più. Se mai avrei organizzato una conferenza stampa.
Eppure c’è un documento che afferma come, lo stesso giorno "Robert Kennedy abbia fatto una telefonata a Peter Lawford per scoprire se tu fosse morta.
I will never believe it
Sinceramente non convince neanche me. C’è un’altra ipotesi, invece, che mi convince e mi spaventa.
Ok. Let's hear it.
Ricordi che il dottor Greenson stava cercando di toglierti la dipendenza dai barbiturici, e che, per aiutarti a dormire, chiedeva ad Eunice di farti clisteri di cloralio idrato?
Ne abbiamo parlato prima, sì, del famoso clistere.
La sera del quattro agosto, aveva ordinato proprio questo trattamento.
This is fine too.
Ascoltami attentamente: il tuo psichiatra, però non sapeva, che l’altro collega, tuo medico curante, il dott. Hyman Engelberg, alcuni giorni prima del quattro, ti aveva visitata. Il primo agosto e anche il tre: ti fece delle iniezioni ricostituenti e ti aveva rifornita di Nembutal, che tu avevi continuato a prendere per tutta la giornata. Pare che la sera prima (il tre), ne avessi dato una compressa anche a Pat. Insomma, le avevi.
Possibile. I do not remember buying it.
Il guaio è che i barbiturici, mescolati al cloralio idrato, diventano un veleno mortale. Quindi Greenson, dicendo alla tua governante di farti il clistere, t’avrebbe inavvertitamente uccisa. Qualcuno quella notte gli sentì dire: «Dannazione, Hyman le aveva dato delle medicine di cui non sapevo nulla!»
Quindi, anche se involontariamente, mi avrebbero uccisa loro.
È una ipotesi. Lo sai che hai ecchimosi sopra l’anca sinistra e sulla schiena?
Cosa vuoi che sappia!
C’è da pensare anche soltanto ad un maldestro e inutile tentativo di rianimazione da parte del medico chiamato dalla governante. Probabilmente ti ha leso una costola. Credimi, era anomala anche la posizione troppo composta in cui t’hanno trovata: decisamente insolita per un caso di morte da overdose di sonnifero.
Bene, Bianca, che conclusione trarresti tu?
Che a ucciderti fu davvero un sovradosaggio, probabilmente accidentale, di Nembutal, più il cloralio di potassio somministrato via clistere dalla tua governante Eunice Murray, che seguiva le prescrizioni del dottor Ralph Greenson. Ripeto: probabilmente accidentale.
Basti pensare che, durante le varie testimonianze rese, ha cambiato più volte versione, fino a quella raccontata nel libro da lei scritto, The last months. "Told by Marilyn's Companion and Confidante"
Cosa raccontava di me?
Tutti hanno parlato di te e parlano ancora. Come vedi, anche io. Per quanto riguarda la tua governante, ovviamente nel libro ha messo tutto quello che poteva attirare l’attenzione, per vendere bene. Sulla giornata tra il quattro ed il cinque agosto, anche di aver spostato il cadavere, pulito la camera da letto e di aver lavato le lenzuola e i vestiti che indossavi. Di avere chiamato, prima della polizia, l'autista della Rudy Kautzsky (che testimoniò di non avere mai visto il tuo corpo quella sera), e quindi suo genero (o nipote), Norman Jeffries. Quella sera però cambiò versione anche per quanto riguarda la posizione in cui aveva trovato il tuo corpo: inizialmente disse di aver rinvenuto il corpo a terra, e poi sul letto nell'intento di effettuare una telefonata e ancora dopo nudo sempre sul letto. Però, secondo la sua ricostruzione, la governante si rese conto che eri priva di sensi sul pavimento e quindi aveva chiamato il dottor Ralph Greenson, che arrivato nella villetta di Brentwood non poté fare altro che constatare la tua morte alle 22,10 del 4 agosto.
Sarebbe stato più affascinante un omicidio. Davvero. Da parte di chiunque: i Kennedy, i nemici di Bob, una potenza straniera, qualcuno che mi credeva in possesso di minacciosi segreti confidatimi dal presidente… è triste pensare di essere morta a causa di un clistere!
Già. Allora lasciamo tutto al mistero. Ricordiamo i fori che ti furono riscontrati sotto l’ascella e immaginiamo una cospirazione e una o più iniezioni fatali.
Non dobbiamo dimenticare che Robert Kennedy fu fermato dalla polizia di Los Angeles per eccesso di velocità a pochi chilometri da casa tua, intorno alle 24 del quattro agosto. Quindi qualche sospetto resta. Cosa ci faceva lì?
Come ero, da morta? Mi hanno vestita al meglio? Truccata? Coperta i capelli con una elegante parrucca bionda?
Bellissima: Whitey Snyder, il tuo visagista personale, ti truccò per la cerimonia funebre. Anche Pearl Porterfield, la costumista Marjorie Plecher e la tua parrucchiera Agnes Flanagan, si sono occupate di te, mettendoti sulla testa la parrucca bionda che avevi portato nel film ‘Gli spostati’ e vestendoti con un abito verde di Emilio Pucci.
Ringraziali quando li vedi! Se permetti, torno a dormire: non mi sembra vero di poterlo fare così serenamente.

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