Sul pioniere della psicoanalisi junghiana in Italia si incentra "Fellini e l'ombra" (2021), film di Catherine McGilvray, ora impegnata in un secondo docufilm a tema
Lunedi, 23/06/2025 - Cara Catherine, a sessant'anni dalla scomparsa di Ernst Bernhard, pioniere della psicoanalisi junghiana in Italia, qual è secondo te l'attualità di questa interessante figura che stai studiando e che talvolta assume le sembianze di un eclettico, tra l'esoterista e lo psicoanalista classico?
Nella sua pratica analitica Bernhard faceva ricorso a strumenti interpretativi allora sconosciuti e sorprendenti quali appunto la lettura dell’I Ching, l’astrologia e la chirologia. Al centro ovviamente c’era l’interpretazione dei sogni, che interpretava con una capacità straordinaria. Bernhard era un terapeuta eccezionale, un vero maestro di vita, come sappiamo dalle testimonianze dei suoi pazienti e allievi, tra cui quella davvero commovente di Fellini che si rivolge a lui in una lettera chiamandolo “mio vero padre”. Era sicuramente l’analista ideale per gli artisti, gli scrittori, i poeti, perché non cercava di “raddrizzarli”, di correggere i difetti delle persone, ma le accoglieva totalmente per come erano, con fare quasi materno, aiutandole a ritrovare la vena più profonda della loro personalità, in un percorso di individuazione che le liberava da paure e blocchi. Lui stesso ripeteva che era stata la sua nevrosi a salvargli la vita, facendolo arrivare in Italia.
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