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IncludiamoLe, per reagire alla violenza e progettare il futuro

IncludiamoLe, per reagire alla violenza e progettare il futuro

Incontro conclusivo del progetto di Prassi e RIcerca, Ponte Donna e SocialMenteDonna: testimonianze delle esperienze e riflessioni sul valore e l'impatto. Una pratica da replicare e mettere a sistema

Martedi, 05/10/2021 -

Un progetto attraversato da professionalità e sorellanza che ha collegato con un invisibile ma potente filo rosso tre Centri Antiviolenza della provincia romana, accompagnando dieci donne in un percorso di empowerment e di uscita da situazioni di violenza domestica. Questo e molto altro è stato raccontato lo scorso 23 settembre a Roma, in occasione dell’incontro conclusivo di “IncludiamoLe”, progetto strutturato intorno alle protagoniste: Africa, Angela, Elisabetta, Ekaterina, Ivonne, Lucia, Martina, Michela, Rasha, Tereza e Zdenka. Sostenuto con i fondi dell’Azione Asse Prioritario 2 della Regione Lazio e partito oltre un anno fa, “IncludiamoLe” è stato ideato dalla cooperativa Prassi e Ricerca e delle associazioni Ponte Donna e SocialMenteDonna per offrire concrete opportunità di recupero e riscatto ad alcune donne seguite nei Centri Antiviolenza: 'Mariele Franco' di Nettuno, 'Federica Mangiapelo' di Anguillara Sabazia e 'Filo di Arianna' di Labico.

Il percorso di inclusione ha previsto un fitto programma di corsi su specifiche tematiche - dal diritto civile al mercato del lavoro all’educazione civica - allo scopo di fornire a ciascuna partecipante informazioni utili ad analizzare le proprie competenze o scoprire le capacità su cui fare leva per ritrovare una propria dimensione nell’ottica di progettare un nuovo futuro. Le esperienze lavorative nelle imprese disponibili all’accoglienza nei territori sono state uno dei punti di forza del progetto, che ha intrecciato un importante lavoro di riflessione con la pratica quotidiana permettendo a ciascuna di comporre, tessera dopo tessera, il mosaico del nuovo scenario in cui autodeterminarsi. In questo quadro si inserisce coerentemente il ciclo del laboratorio di scrittura che ha avuto come esito conclusivo la realizzazione di una pubblicazione dal titolo LA VOCE DI NOI !! DONNE OLTRE LE NUBI”, una raccolta di scritti delle partecipanti frutto degli scambi e delle riflessioni che le conversazioni via via stimolavano. Curata da Tiziana Bartolini e presentata nel corso dell’incontro, la pubblicazione è la tangibile restituzione del lavoro compiuto ma costituisce anche il significativo simbolo delle inesplorate potenzialità che i testi raccontano.

“È il desiderio il motore interiore che ha fatto la differenza nel percorso” ha sottolineato Carolina Garrow, psicologa nel Centro di Anguillara, in accordo con Giulia Heredia, operatrice del Centro di Nettuno, che ha valorizzato “la capacità di trasformare le difficoltà in punti di forza e i desideri in percorsi collettivi insegnando a tutte che il cambiamento è possibile”, una constatazione che anche per Daniela Rippa è stata “motivo di orgoglio e di crescita professionale e umana”.

Per Anna Vettigli, presidente Legacoopsociali Lazio, l’esperienza del progetto “conferma che la solidarietà e l’autoderminazione sono il motore di esperienze rigenerative e di rinascita, proprio come i valori che ispirano da sempre la cooperazione sociale in cui si intrecciano i diritti con l’obiettivo dell’autonomia economica”.

Le presidenti delle tre realtà che hanno gestito il progetto - Antonella Panetta (Prassi e Ricerca), Carla Centioni (Ponte Donna) e Argia Simone (SocialMenteDonna) – hanno espresso la speranza che il modello inclusivo attuato con “IncludiamoLe” possa essere replicato e messo a ‘sistema’ per ottenere risultati efficaci nel contrasto alla violenza attraverso percorsi di empowerment delle donne. Un elemento, quello del governo dei processi, accompagnato dall’ascolto dei bisogni e dalla co-progettazione con la cittadinanza, ripreso anche da Tiziana Biolghini in sintonia con la consigliera regionale Marta Bonafoni la quale, sulla base dell’esperienza di amministratrice, attribuisce un particolare valore a progetti come questo poiché aumentano la capacità di dare risposte concrete ai bisogni e aiutano ad innovare il modo di fare politica.

Le riflessioni di alcune delle partecipanti al progetto hanno testimoniato la forza e l’autenticità della loro esperienza.
Rasha, superando la comprensibile emozione e anche le difficoltà di un italiano un po’ incerto, con orgoglio ha parlato per la prima volta in pubblico: “In Italia, sola e con tre figli piccoli, vedevo il nero più nero, ma ce l’ho fatta anche grazie alle vere amiche incontrate nel percorso e che mi hanno aiutato tanto”. Per Lucia è stato “un anno lungo pieno di emozioni e di risultati” che Zdenka ha attribuito anche alla struttura del progetto che “ha trovato il giusto metodo per affrontare la complessità di problemi con un insieme di azioni che, come il mare, non si possono distaccare”. Attraverso la lente della sua sofferenza di bambina, Zdenka ha segnalato l’importanza delle ricadute positive di questo progetto anche sui figli e sulle figlie. Un impatto indiretto e di un valore incalcolabile.


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