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In ricordo di Irene Giabobbe

In ricordo di Irene Giabobbe

Giovedì 9 febbraio presentazione del libro “Non ci provare - un secolo di coraggio femminile” (Ed. All Around)

Martedi, 07/02/2023 -

Il Centro di Cultura delle Donne “Hannah Arendt”, in collaborazione con l’Università degli Studi di Teramo, il prossimo 9 febbraio 2023 ricorderà Irene Giacobbe, europeista, pacifista, femminista storica, autrice, già sindacalista, mancata improvvisamente il 13 Ottobre 2021, poco dopo aver dato alle stampe l’amato lavoro “Non ci provare - un secolo di coraggio femminile”, Ed. All Around, 2021.
Irene Giacobbe, presidente della testata online Power&Gender, tra le fondatrici della Casa Internazionale delle Donne e di numerose associazioni femministe, a lungo presidente dell’ AFFI, impegnata nelle politiche di genere per la conquista della democrazia paritaria e per l’affermazione dei diritti delle donne nel contrasto ad ogni forma di molestia, violenza e discriminazione, lascia un segno profondo nel storia del femminismo italiano, come attestano le numerosissime testimonianze delle protagoniste del movimento femminista romano degli anni Settanta e le pagine del suo libro. “Non ci provare” è una raccolta importante di documenti, analisi, sentenze e ricerche che ricostruisce - da Italia Donati, giovane maestra suicida nel 1886, al movimento #Metoo contro gli abusi del produttore Weinstein - la storia lunga un secolo del percorso di lotta  delle donne in Italia e in Occidente per abbattere la cultura sessista patriarcale. Questa, nonostante le conquiste di opportunità e libertà delle donne, ancora persiste nel considerare il corpo femminile a disposizione del piacere maschile, sia in famiglia (dove la donna, proprietà dell’uomo, nella rigida divisione sessuale dei ruoli, è stata storicamente relegata ai doveri di moglie e madre), sia nei contesti extra domestici (dai luoghi di lavoro alla scuola, dalla strada al web). Non ci provare, oltre ad essere un saggio divulgativo, del quale Irene non ha potuto vedere la luce, è anche un testo autobiografico che rivela la tenace continuità del suo impegno contro le “discriminazioni” di sesso sul lavoro durato quasi quarant’anni. Dalla seconda metà degli anni Ottanta ai nostri giorni, Irene Giacobbe ha combattuto in prima persona con quella parte di donne delle associazioni, dei sindacati, dei partiti politici, del mondo del lavoro, della ricerca e dell’università più sensibile all’argomento,contro un contesto culturale omertoso per portare all’evidenza dell’opinione pubblica “un fenomeno totalmente sommerso, difficile da denunciare, difficile da definire, reso muto dal senso di umiliazione che provoca”. La giurista americana Catharine Mac Kinnon, docente all’Università di Yale, nella seconda metà degli anni Settanta, definì per la prima volta questa forma di discriminazione “di sesso” sul lavoro col termine sexual harassment (in italiano molestie sessuali), ci ricorda Irene nel libro. E continua, “ogni qualvolta le donne hanno denunciato le molestie subite, queste sono state ridimensionate o banalizzate come ‘corteggiamento, avances, carezza, complimento pesante’”. In Italia, la recente attenzione dei media sulla necessità di introdurre il reato di molestie sessuali è stato sollecitato dalle attrici che hanno denunciato pubblicamente le molestie subite, ma a loro, e alle poche donne che denunciano, non si crede sia nel contesto professionale sia nel contesto giudiziario, perché, come scrive la giudice Paola Di Nicola, “si parte dal pregiudizio che denuncino con una finalità calunniatoria o che se la siano cercata”.

Politica significa agire, prendere posizione attraverso la parola e il discorso mostrandosi agli altri nella propria «irriducibile ed irripetibile singolarità ed unicità”, scrive Hannah Arendt, e irriducibile, unica e irripetibile donna di pensiero e azione femminista è stataIrene Giacobbe. “Non ci provare” è una narrazione dove “si intrecciano percorso soggettivo e plurale insieme”, sottolinea nella prefazione Maria Palazzesi, un percorso femminista che agisce quella pratica di relazioni tra donne che hanno portato Irene anche a Teramo, dove, dalla fine degli anni Ottanta, ha partecipato a numerose iniziative sulle politiche di genere, sul contrasto alle molestie sessuali nei luoghi lavoro, agli stereotipi sessisti e alle discriminazione nei confronti delle donne nei progetti rivolti prevalentemente alle e agli studenti delle scuole medie superiori della città, di cui è  stata organizzatrice la scrivente, nei vari ruoli che negli anni l’hanno vista impegnata sul territorio, in relazione con le donne dei movimenti e della società.

Alla presenza dei famigliari di Irene Giacobbe, “Non ci provare, un secolo di coraggio femminile" sarà presentato ad una numerosa platea di studenti e docenti nell'Ateneo teramano nel corso dell'evento in suo ricordo, che si svolgerà il prossimo 9 febbraio alle ore 10.00 nella Sala Conferenze dell’Università degli Studi di Teramo.

Interverranno il Magnifico Rettore Professor Dino Mastrocola, la Prorettrice Angela Musumeci, Docente di Diritto Costituzionale nel Dipartimento di Giurisprudenza, Rocchina Staiano, Docente a contratto - Consigliera di parità  della Provincia di Benevento, Fulvio Ciucciarelli, già Dirigente nazionale della categoria CGIL. In collegamento parteciperanno Maria Palazzesi, prefatrice del libro e Maura Cossutta, Presidente della Casa Internazionale delle Donne – Roma. Introdurrà e coordinerà la scrivente Guendalina Di Sabatino, presidente del centro di cultura delle donne “Hannah Arendt”

Nel corso dell’evento piante di rose “Irene Watts” saranno donate dai familiari di Irene Giacobbe alle Dirigenti Scolastiche Manuela Divisi, Loredana Di Giampaolo, Eleonora Magno, Caterina Provvisiero e al D.S. Adriano Trentacarlini. Seguirà alle ore 12.00, nell’Aiuola adiacente all’ingresso del Rettorato, Porta “Crocetti”, la messa a dimora delle stesse rose e una targa in memoria.

Irene Giacobbe, attenta ai percorsi democratici e costituzionali, all'uso non sessista della lingua italiana, e alle istanze delle giovani generazioni, si è particolarmente spesa sui temi dell'informazione, della formazione, del lavoro, dell'empowement femminile, dell’accoglienza e dell’integrazione delle donne migranti, della costruzione della pace abolendo ogni tipo di armamento. E proprio il suo nome, messaggero di pace, è stato fonte di ispirazione per ricordarla perennemente nelle aiuole dell’Ateneo teramano con le rose “Irene Watts”, grazie alla sensibilità del Rettore Dino Mastrocola e della Prorettrice Angela Musumeci.

“Vogliamo il pane ma anche le rose”, (We want bread and roses too”). Irene Giacobbe, già sindacalista, conosceva bene questa frase passata alla storia, scritta nel gennaio del 1912 su uno striscione da un gruppo di giovani operaie di picchetto ai cancelli delle fabbriche tessili Lawrence, nel Massachusetts, durante il riuscitissimo sciopero contro l’ennesima riduzione dei salari. Al di là delle necessarie rivendicazioni economiche, l’espressione divenne parola d’ordine per la conquista di una società dove le lavoratrici delle fabbriche potessero vivere realizzate e libere al pari delle donne borghesi; per questo si spesero in particolare Rose Schneiderman leader femminista, suffragista e socialista della  WTUL (Woman Trade Union League) e Helen Mac Gregor Todd, attivista per il suffragio femminile e per i diritti delle donne, dei lavoratori e dei minori nelle fabbriche. ”Il pane e le rose” divenne il titolo della nota poesia “Bread and Roses” di James Oppenheim. E sulla scia dei suoi versi finali salutiamo Irene Giacobbe che sempre vivrà nei cuori di coloro che l’hanno amata e nelle battaglie per i diritti delle donne, contro ogni forma di violenza, in ogni latitudine del pianeta:

“(…) Si, è per il pane che lottiamo,
Ma anche per le rose!
Mentre marciamo, marciamo
Portiamo giorni migliori.
Poiché la rinascita delle donne
Significa la rinascita dell'umanità. (…)”

“L'incontro si inserisce nell'ambito dell'azione A.3 del Piano di Azioni Positive all. 5 al Piano Integrato di Attività e organizzazione 2022-2024”.

Hanno aderito la Casa Internazionale delle Donne di Roma, l’AFFI (Associazione Federativa Femminista Internazionale), Archivia, Associazione Il Paese delle Donne, Wilpf Italia (Women's International League for Peace and Freedom - Lega Internazionale Donne per la Pace e la Libertà). Media partner, le testate giornalistiche online NOIDONNE (www.noidonne.org) e Power&Gender (www.power-gender.org). 

Di Guendalina di Sabatino, presidente Centro di cultura delle donne “Hannah Arendt”


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