Mercoledi, 29/12/2021 - Se anche voi, come me, non siete intenditrici/tori di arte e moda, non abbiate timore: entrate senza indugi nel libro di Nadia Nava, “Arte/Moda”, Silvana Editoriale. È in effetti un libro in cui addentrarsi come una meravigliata Alice nel Paese delle Meraviglie. Un’esperienza, che definirei sensoriale, attraverso un sentiero che intreccia autobiografia, opere, narrazione, ricordi e testimonianze.
L’autrice riesce con abilità a prendere per mano il lettore, delicatamente, senza intimorirlo col suo profilo altissimo, ma con la semplicità dell’ “io sono questa”. E la si avverte tutta la sua curiosità, il suo desiderio di sbirciare mondi diversi e lontani per respirarne l’odore, i colori, i molteplici modi di fare arte.
Un’immagine particolarmente luminosa è quella che la vede vagabondare in un villaggio in Costa d’Avorio, scorgere “stesi su un filo dei tessuti variopinti con motivi dai forti significati tribali. Una piccola porta invitava a entrare in uno stanzone dove delle persone disegnavano su grandi tavoloni. L’aria era annebbiata dal fumo e densa di un odore acre. Scoprii poi che era la cera fusa che serviva per disgenare sulle stoffe. In uno spiazzo adiacente vidi anche dei grandi bidoni contenenti liquidi colorati, dove venivano immersi i tessuti.” Lì, con l’entusiastica audacia di una bambina che chiede di poter giocare con loro, domanda: “posso vedere come lavorate”? Ed è l’inizio di un nuovo percorso, quel tinteggiare i tessuti che è un festival di sfumature, in cui si scatena una tempesta di disegni, forme, balzi. È una danza di geometrie luminose legate sottilmente da un ordine sottinteso, non importa quale, ciò che conta è l’incantesimo di quel susseguirsi di gioiose pennellate, a volte casuali, a volte no.
“Senza soluzione di continuità” è un’espressione che torna nel libro di Nadia Nava, e non a caso, perché suggerisce la peculiare continuità con cui l’artista passa dai lavori sull’ardesia o sul tessuto alle brillanti installazioni, dai gioielli ai tessuti. Shibori, Tie & Dye, Batik, Serti , pittura su stoffa e Block Print sono alcune delle tecniche apprese nel corso dei suoi viaggi e fatte decisamente sue, con tale passione che è saltata agli occhi dei più grandi stilisti, che le hanno chiesto di collaborare come textile designer, tra cui Christian Dior e Romeo Gigli, Gucci, Prada e Louis Vuitton.
Un’artista senza confini, insomma, in cui persino i lavori su tela oscillano tra pittura e scultura, diventando messaggi bidimensionali, che si articolano attraverso temi di ispirazione teatrale o letteraria o di gioco. E ancora, installazioni che sono racconti, opere che sono luoghi in cui infilarsi, come la bellissima “L’applauso”, dove le numerose mani che applaudono risaltano in tutto il loro magnetismo, che sembra di sentirne lo scroscio, ognuno diverso, convogliare nella cascata del suono collettivo.
A libro chiuso presterete più attenzione ai disegni sui tessuti che incrocerete, a certi giochi di colori che si intersecano in perfetta sintonia, senza rivaleggiare, proprio come l’Arte e la Moda per l’artista Nadia Nava.
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