Dal cibo all'agricoltura, valori e priorità da rimettere al centro. Il punto in un convegno della Fondazione Nilde Iotti
Lunedi, 13/03/2017 - Expo 2015 è stato archiviato sotto la voce ‘grandi eventi di successo’, ma non sono da riporre nello scaffale della storia i temi decisivi posti all’attenzione mondiale. Rimangono sul tappeto le questioni, e le contraddizioni, del nostro tempo nell’intreccio tra alimentazione e agricoltura, tra malnutrizione e obesità, tra cibo e finanza, tra suolo e ambiente. La Fondazione Nilde Iotti ha fatto il punto su questo insieme di argomenti con un convegno, ospitato dalla Cia (Roma, Auditorium Avolio, 2 marzo 2017) cui hanno portato il saluto in apertura la presidente della Fondazione Livia Turco e il vicepresidente nazionale Cia Antonio Dosi.
“Sicurezza alimentare è un concetto che ha avuto un’evoluzione, anche sulla base degli effetti che hanno avuto le politiche di concentrazione delle produzioni alimentari in pochissimi soggetti nel mondo. Si è capito che la libertà di mercato non ha saputo rispondere ai temi fondamentali del pianeta, quindi oggi sicurezza significa il modello alimentare e l’uso delle risorse, comprese le risorse nella disponibilità delle famiglie. È interessante osservare, inoltre, che nonostante la potenza delle multinazionali, le grandi concentrazioni o la grande distribuzione, l’80/90% circa dei bisogni alimentari è coperto dal sistema di produzione locale inteso anche come livello nazionale. Soggetti come Via Campesina (movimento internazionale che sostiene politiche agricole e alimentari solidali e sostenibili, ndr) fin dal 1996 e da attori non ufficiali hanno promosso il concetto di sovranità alimentare, contrapponendolo a quello di sicurezza alimentare. La validità del concetto è stata riconosciuta poiché è fissato nei principi della Dichiarazione di Nyeleni (2007)”. Al centro dell’attenzione di Ortolani anche il ruolo delle donne, che “come dimostrano i dati raccolti e disaggregati per sesso negli ultimi 20 dicono che sono il 70% dei produttori del cibo per il nucleo familiare e hanno cura anche nella tutela e recupero delle tradizioni”. Sono positive “le continue tensioni tra il mercato e le esperienze dal basso che affermano modelli di consumo e di produzione vicini agli stili di vita delle persone, andamento che implica una democratizzazione della produzione del cibo”. Interessante anche la disamina del concetto di sostenibilità e dei vari approcci - innovazione tecnologica, gestionale e sociale - che non possono ignorare principi cardine quali le diversificazione delle sementi e le produzioni locali, il rispetto del capitale umano e delle tradizioni e valori. La strada giusta per il futuro guarda alle “alleanze tra i fattori locali e l’innovazione tecnologica, al decentramento e alla governance adeguata ai territori. È una strategia opposta a quella della concentrazione che ha dominato sinora. Una visione in cui alle delle donne è affidato il compito, fondamentale, di tessere rapporti e creare reti”.
Tra gli interventi arrivati in conclusione della giornata, oltre a Ilaria Sisto per la Fao e all’on Maria Chiara Gadda, Anna Kauber ha raccontato la sua ricerca sulle pastore, impegno che l’ha portata in tutta la penisola a raccogliere oltre 100 testimonianze di pastore dai 20 ai 97 anni, impegno che oggi è diventato un archivio di filmati e testimonianze veramente speciale con potentissime figure femminili che regalano il racconto di un pastoralismo al femminile probabilmente inedito e che diventerà un documentario di pregio assoluto.
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