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Il libro curato da Fiorenza Taricone nel centenario della morte di Anna Kuliscioff

Il libro curato da Fiorenza Taricone nel centenario della morte di Anna Kuliscioff

Una bibliografia essenziale rivolta 'ai giovani per una iniziale conoscenza della capostipite del socialismo e del primo femminismo italiano, figura fondamentale per la rivendicazione dei diritti delle donne nel ‘900 ...'

Lunedi, 10/11/2025 - Pubblicato nella ricorrenza, il 29 dicembre 2025, del centenario della morte di Anna Kuliscioff, il volume curato da Fiorenza Taricone 'Oltre il tempo patriarcale. La lungimiranza di Anna Kuliscioff' (Gruppo editoriale Tab, 2025, pp 184) scaturisce da una tavola rotonda svoltasi presso il Dipartimento di giurisprudenza dell’Università di Modena e Reggio Emilia all’interno di un ciclo di seminari promosso dal Centro di Ricerca Interdisciplinare su discriminazioni e vulnerabilità. Il libro è parte dei materiali formativi utilizzati nell’ambito del progetto sponsorizzato dal comune di Modena “Educare alle differenze per promuovere la parità di genere”.
Corredato da una selezione antologica di scritti politici, lettere, fotografie e completato da una bibliografia essenziale, il libro, agile e stringato, è rivolto ai giovani per una iniziale conoscenza della capostipite del socialismo e del primo femminismo italiano, figura fondamentale per la rivendicazione dei diritti delle donne nel ‘900 nell’intersezione tra questione operaia e emancipazione femminile. Una vita fatta di molte vite quella della “dottora dei poveri” all’insegna del riscatto delle lavoratrici dall’oppressione coniugale e del “monopolio dell’uomo” e dallo sfruttamento capitalistico.
Nel capitolo  Il privato e i sentimenti della politica”, Fiorenza Taricone si concentra su aspetti relativamente meno esplorati nella grande mole di studi storiografici sulla Kuliscioff: la relazione tra scelte di libertà nella sua vita e posizioni politiche, lo stretto intreccio tra sentimenti e politica, la dimensione affettiva delle sue relazioni politiche che le permise di creare attorno a sé una rete di donne militanti e amiche, quale, ad esempio, la qui ricordata Rosa Genoni, promotrice del primo comitato per la moda italiana nel 1909 e della lotta per la pace.
All’interno del quadro sociale e politico di età giolittiana, il libro tratteggia i rapporti di Kuliscioff con le principali protagoniste dell’emancipazionismo socialista, da Linda Malnati a Argentina Altobelli a Angelica Balabanoff, che le succederà come direttrice della rivista “La difesa delle lavoratrici”, mentre, nella sua brevità, lascia solo sullo sfondo le controversie politiche con Anna Maria Mozzoni, Andrea Costa e Filippo Turati, inclusa la famosa polemica in famiglia sul suffragio femminile.
E’ noto il rapporto politicamente controverso del femminismo socialista legato alla lotta di classe con l’associazionismo femminile e femminista del tempo, con il cosiddetto femminismo “borghese”.
Il saggio di Liviana Gazzetta, “Convergenze parallele? Anna Kuliscioff e i congressi femministi del 1908”, si sofferma su un momento particolarmente significativo di questi rapporti difficili, l’assenza di Kuliscioff dal Primo Congresso nazionale delle donne italiane di Roma che riuniva l’insieme dell’ associazionismo emancipazionista. A differenza delle letture più consolidate di questa assenza, peraltro condivisa con altre esponenti di primo piano di area socialista, quali Anna Maria Mozzoni e Emilia Mariani, Gazzetta ne dà un’interpretazione più articolata, non di esclusivo dissenso critico.
Il bel saggio di Isabel Fanlo Cortés “Anna Kuliscioff e la c.d. questione minorile”, che completa il volume, esamina la particolare attenzione di Kuliscioff – anche nella sua qualità di medico - alle condizioni di malattia, miseria e sfruttamento del lavoro minorile maschile e femminile. Anche a partire da questa particolarità prenderà le mosse il progetto di legge socialista di protezione del lavoro delle donne e dei fanciulli che, a differenza di quanto sostenuto dalla Kuliscioff, in sede parlamentare vedrà la cancellazione del principio della parità salariale per le lavoratrici. Ben poco di questo progetto rimarrà nel testo di legge Carcano del 1902 che, facendo prevalere gli interessi degli industriali, sarà, nelle parole di Kuliscioff e Turati, il classico topolino partorito dalla montagna (età minima di ammissione al lavoro a 12 anni, divieto di lavoro notturno e di lavori insalubri solo per i minorenni e le minorenni). 

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