I tesori conservati nella Casa Museo della Fondazione Paolo e Carolina Zani a Cellatica sono accostati alle “Eleganze barocche”, mostra di straordinari abiti scultura realizzati in carta dall’artista belga Isabelle de Borchgrave
Un’immersione nell’eleganza e nella bellezza del tardo barocco europeo: questa è la sensazione che pervade l’animo di chi visita la Casa Museo della Fondazione Paolo e Carolina Zani a Cellatica (Bs). Come uno scrigno custode di sorprendenti meraviglie, ogni ambiente offre allo sguardo preziose opere d’arte, rari arredi d’epoca e oggetti di straordinaria fattura. Statue, busti, lampade, soprammobili, marmi, coralli, tappeti, quadri, paraventi, ceramiche si fondono in un insieme affascinante che avvolge e rapisce il visitatore.
“La Casa Museo viene aperta al pubblico nel febbraio del 2020 con l’obiettivo di tutelare e valorizzare lo straordinario patrimonio storico artistico costituito da oltre 1250 pezzi d’arte collezionati nell’arco di trenta anni dall’imprenditore bresciano Paolo Zani. Una raccolta che documenta in modo eccellente la Francia di Luigi XIV e Luigi XV, la Roma barocca e la Venezia dei grandi vedutisti. Accanto a preziose tele di Canaletto, Francesco Guardi e Bernardo Bellotto abbiamo eccellenti arredi realizzati da André-Charles Boulle, ebanista di Luigi XV, e due raffinati dipinti di François Boucher, pittore di corte al tempo di Luigi XV”. Le parole del direttore della Fondazione e Storico dell’Arte e del Costume, prof. Massimiliano Capella, sono la chiave di lettura della particolare atmosfera del luogo. ”Questa era l’abitazione in cui Paolo Zani ha vissuto insieme alla famiglia e nulla è cambiato con la trasformazione in percorso espositivo permanente. Non a caso abbiamo scelto come titolo del catalogo Abitare l’arte, slogan che ben esprime il senso della sua passione per i tesori artistici”. Splendide opere non semplicemente esposte, dunque, ma elementi intimamente legati alla dimora e al vissuto del collezionista. Preziosi oggetti che hanno respirato insieme a chi li ha tanto amati lasciandoli, oggi, alla possibilità di un originale racconto della bellezza.
Perseguendo coerentemente la sua proposta culturale, la Casa Museo organizza esposizioni o eventi di particolare interesse e assoluto rilievo. Con la mostra “Eleganze barocche” ci si lascia sorprendere dalla straordinaria fattura degli abiti scultura in carta realizzati dall’artista belga Isabelle de Borchgrave, creazioni che suscitano ammirazione per la fedeltà delle riproduzioni e per la meravigliosa capacità di “trasformare la materia magica della carta in pura seduzione”.
“In occasione di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023 abbiamo voluto proporre un’artista di fama internazionale capace di unire scultura e trompe-l’oeil in una rivisitazione originalissima che lega all’arte la storia della moda”. La competenza e la passione autentica di Massimiliano Capella nell’illustrare l’ispirazione della mostra è assolutamente coinvolgente. “Dall’archivio di Isabelle de Borchgrave abbiamo selezionato cinque opere che non sono riproduzioni in carta di abiti storici, ma autentiche sculture che celebrano lo stile e l’irripetibile eleganza che sedusse le corti d’Europa nel corso del Settecento. La loro disposizione nella Casa Museo crea una sottile liaison e un naturale dialogo con alcuni ambienti e opere della collezione Zani”.
Ecco quindi che accanto all’elegante robe à la française bianca e azzurra ispirata a Madame de Pompadour, mise completa di scarpine con fibbia, troviamo le tele di François Boucher, primo pittore di Luigi XV, e “due cigni in bronzo dorato, parte di una serie di otto pezzi realizzati intorno al 1755 su disegno di Lazare Duvaux per la stessa Pompadour”.
Autentica sorpresa è riservata dalla robe à la polonaise, ispirata alle origini polacche della regina di Francia Maria Antonietta; è una veste informale da passeggio, priva di panier laterali e di strascico, che poteva essere accorciata tirando dei nastri in modo che la parte posteriore fosse sollevata e sostenuta da una tournure. Una foggia che si ritrova nell’abbigliamento di una delle dame ritratte da Francesco Guardi in Villa Loredan a Paese (1780 circa), la bellissima tela accostata all’abito scultura dal fresco sapore primaverile per la delicata fantasia floreale dipinta su fondo bianco.
Nel trionfo barocco della Casa Museo non poteva mancare un richiamo alla cultura e allo stile dell’Oriente “tanto caro ai collezionisti già nel Settecento e anche a Paolo Zani”. Questo compito è affidato ad uno strabiliante Kimono che appare di seta cangiante grazie alle lacche con cui è stata trattata la carta. La collocazione nel guardaroba rende perfetta la sintonia con le 12 ante del paravento cinese della metà del XVII secolo che lo circondano; dipinte con una tecnica di laccatura coromandel, disegnano motivi floreali e scene di vita imperiale con minuziosi intagli, incisioni e policromie.
Siamo nella parte più intima della Casa Museo, la zona notte. Dal guardaroba si accede direttamente alla camera del Ridotto, dove arredi e dipinti sono un omaggio alla Venezia del Settecento. Nella tela di Pietro Longhi che raffigura le nozze Contarini, La presentazione prima del matrimonio (1750 circa), alcuni elementi degli abiti della sposa e della suocera richiamano la vicina robe veneziana che sembra confezionata con un morbido velluto impreziosito da ricami d’oro; in particolare si notano le rifinite passamanerie ottenute con carta crespa dorata e la classica manica a pagoda con ampi paramano risvoltati arricchiti da un fine merletto che in realtà è un tessuto non tessuto talmente sottile da emulare perfettamente il pizzo,.
Davvero superbo è il grande habite à la française riservato alla regina e alle dame di corte: immancabili i panier laterali, la cui misura variava a seconda dell’importanza di chi indossava l’abito, e il sontuoso drappeggio posteriore per creare uno strascico regale. Questa maestosa scultura, realizzata esclusivamente con carta da pacco colorata in una delicata tonalità avorio e minuziosamente dipinta a mano, spicca solitaria nella stanza dalle pareti vermiglie. Un allestimento scenografico completato dai caratteri dorati di Isabelle, nome dell’artista che ha firmato leggendarie esposizioni e creazioni. I suoi approfonditi studi riguardanti “oltre 300 anni di storia della moda hanno celebrato l’evoluzione dello stile vestimentario da Elizabeth I a Coco Chanel” passando dalle plissettature di Mariano Fortuny con omaggi a Picasso e a Matisse, per arrivare a Frida Kahlo. Uno straordinario percorso artistico sorretto da procedure complesse e da un sapiente uso dei colori.
Quello della mostra “Eleganze barocche” è un autentico dono della Casa Museo, che si interseca con un’altra imperdibile iniziativa culturale organizzata nell’ambito degli eventi per la Capitale della Cultura 2023: “Il colore delle pietre. Dal museo alle città Brescia e Bergamo”. Un programma di visite guidate e concerti sono l’invito alla “scoperta di tesori nascosti realizzati con la tecnica dell’intarsio di pietre dure” di cui la Casa Museo conserva alcuni eccezionali esempi. A partire dall’Ottagono del Granduca Cosimo III de’ Medici, che da solo varrebbe una visita alla sede della Fondazione Paolo e Carolina Zani per ammirare da vicino la meticolosa raffigurazione di innumerevoli soggetti in un trionfo variopinto di decori, fiori, animali e ghirlande.
CASA MUSEO E FONDAZIONE PAOLO E CAROLINA ZANI
Le modifiche apportate nei decenni non hanno cambiato l’impianto originario della casa, quello di una domus romana con ambienti che ruotano intorno all’impluvium centrale, oggi coperto. La Fondazione, intitolata all’imprenditore Paolo Zani e alla figlia Carolina, nasce per conservare, tutelare e valorizzare la collezione d’arte di Casa Museo Zani e del suo scenografico giardino. Sostiene la cultura in generale anche istituendo premi e borse di studio destinati in particolare alla formazione dei giovani.
Via Fantasina, 8
25060 Cellatica (Bs)
www.fondazionezani.com
info@fondazionezani.com
Eleganze barocche. Isabelle de Borchgrave nella Casa Museo
fino al 30 aprile 2023
Il colore delle pietre. Dal museo alle città Brescia e Bergamo
dal 31 marzo al 29 ottobre 2023
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