Il libro di Marina Morelli 'Sarà una missione' è occasione per tornare su un tema delicato e importante che va rimesso al centro dell'attenzione
Lunedi, 15/07/2019 - "Arianna e Chiara sono così vicine eppure così lontane, sono qui ma abitano in un altro mondo", una manciata di parole per illuminare i chiaroscuri dell'autismo. È attraverso il racconto della sua vita di mamma che Marina Morelli (videointervista) con "Sarà una missione" (ed L'Erudita) ci avvicina al tema e alla condizione di quella che lei definisce una "diversa percezione delle cose e del mondo conseguente a un problema relazionale e progressivo isolamento per impossibilità a condividere la stessa realtà percepita diversamente e il conseguente danno cognitivo". Per connettersi alla "profondità" delle sue figlie e districare il loro “caos percettivo”, Morelli ha compiuto un viaggio dentro se stessa trovando anche la forza necessaria per "affrontare quello che c'è fuori".
"Mia nonna stava morendo - scrive Morelli - e solo in quella fase mi sono interrogata sul 'Dopo di noi', su quello che sarebbe stata la vita delle mie due figlie autistiche". Dallo squarcio che un lutto ha aperto nel suo cuore nasce il libro, racconto-diario dell'incontro e del confronto con l'autismo e delle strade che Marina Morelli ha percorso per cercare le sintonie possibili con le sue bambine e per sperimentare inesplorate modalità di una comunicazione profonda. Morelli è riuscita a superare "il muro invalicabile" che la separava da Arianna e Chiara, infrangendo anche il pregiudizio ignorante che in passato attribuiva ingiustamente alle “mamme frigorifero” le responsabilità di questa forma di disabilità. "L’autismo è un'esperienza limite che mi fa fare l'esperienza del mio limite, continuamente": è una delle mille definizioni dell'amore infinito che ha sorretto Morelli anche, per esempio, nel voler caparbiamente tenere unita la sua famiglia, obiettivo non scontato per una madre separata e, invece, felicemente raggiunto. .jpg)
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