Giovedi, 13/04/2017 - “Le bambine non devono andare all’altare o all’anagrafe, devono andare a scuola e vivere il loro tempo senza imposizioni familiari o della comunità di origine; imposizioni che spesso condizionano la giovane vita di tante bambine/ragazze costrette a matrimoni combinati con sconosciuti. È questo il commento della Commissione Regionale per le Pari Opportunità all’ennesimo caso di allontanamento di una minore dalla propria famiglia, costretta ad un matrimonio deciso dai propri genitori con uno sconosciuto più grande di lei di dieci anni. Quante altre ragazze devono ancora tentare il suicidio, o subire qualsivoglia abuso per il solo fatto di non accettare le imposizioni di familiari troppo integralisti che non riconoscono il diritto fondamentale di ogni essere umano, “la libertà”?!! Ed è proprio in nome di questa libertà che la Commissione fa un appello alle Istituzioni locali e nazionali affinché si adoperino seriamente nel cancellare questa piaga sociale che oggi porta circa 2 mila ragazze nate in Italia a sposarsi nello Stato di origine. Istruzione, conoscenza, formazione, lavoro, queste sono le aspettative della quindicenne di Torino manifestate alla polizia ed alla comunità che l’ha accolta dopo il tentato suicidio. La Commissione continuerà nella sua azione di denuncia e di sensibilizzazione affinchè sempre più ragazze raggiungano la piena consapevolezza dei loro diritti e dell’importanza di avere anche ruoli diversi nella società, non solo quello di “moglie”.”
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