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Il caso e la necessità.La (prima?) pandemia del terzo millennio:lettura multidisciplinare del Covid

Il caso e la necessità.La (prima?) pandemia del terzo millennio:lettura multidisciplinare del Covid

In un libro raccolti contributi specialistici per esaminare e riflettere sulla pandemia e sul nostro futuro. Intervista alla curatrice Agnese Camilli

Martedi, 04/08/2020 - La dr.ssa Agnese Camilli, che coordina l'Ufficio di Segreteria del Comitato Nazionale di Bioetica, segue il Festival di Bioetica - organizzato per il quarto anno consecutivo dall’Istituto Italiano di Bioetica e che si tiene a Santa Margherita Ligure il 27 e 28 agosto 2020 - fin dall'inizio e darà il suo contributo di conoscenza anche a questa quarta edizione. Negli ultimi mesi è stata impegnata nella redazione di “Il caso e la necessità. La (prima?) pandemia del terzo millennio” (ed Key), un libro in via di pubblicazione che affronta il Covid-19 da varie angolazioni tematiche. Le chiediamo alcune anticipazioni.

Dr.ssa Camilli quali sono gli argomenti che il libro tratta e da quali osservazioni è scaturita l'esigenza di realizzare questa pubblicazione?
Il testo é costituito da una raccolta di contributi forniti da giuristi, scienziati, filosofi, bioeticisti, architetti, artisti, economisti, bioeconomisti, analisti finanziari, architetti, esponenti del mondo religioso, insomma un libro che fornisce una testimonianza a 360 gradi sull’impatto che la pandemia da Coronavirus ha avuto nei diversi ambiti del vivere quotidiano sia lavorativo che non.
Il titolo “Il caso e la necessità. La (prima?) pandemia del terzo millennio” è ripreso dal saggio sulla filosofia naturale della biologia contemporanea pubblicato dal premio Nobel Jacques Monod proprio 50 anni fa, che ha costituito una pietra miliare nel mondo della filosofia della scienza ed é del tutto calzante con la situazione che si é scatenata a livello mondiale. La pandemia é "figlia" di una "necessità" biologica che trova le proprie strade di espansione in modo totalmente casuale.

Sempre sul piano della bioetica ha notizia di contributi e riflessioni elaborati in altri Paesi? Quali le preoccupazioni che vengono affrontate con particolare attenzione?
Tutto il mondo si é immediatamente interrogato sui molteplici profili bioetici che si determinano nella medicina di urgenza.
Delicatissimi i profili che si sono prospettati. In condizioni di scarsità di risorse rispetto alle innumerevoli esigenze di ingresso nelle terapie intensive, a chi consentire l'accesso? a chi poter assicurare i supporti respiratori?
A livello nazionale, tra gli altri, due sono i documenti di riferimento sul tema che hanno tracciato percorsi largamente differenziati:
- il documento pubblicato dalla Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva (SIAARTI), che ha, nelle raccomandazioni, fornito le seguenti indicazioni: (…) “3. Può rendersi necessario porre un limite d’età all’ingresso in TI. Non si tratta di compiere scelte meramente di valore, ma di riservare risorse che potrebbero essere scarsissime a chi ha in primis più probabilità di sopravvivenza e secondariamente a chi può avere più anni di vita salvata, in un’ottica di massimizzazione dei benefici per il maggior numero di persone” e ancora al punto 9 delle medesime raccomandazioni: “I criteri di accesso alla terapia intensiva andrebbero discussi e definiti per ogni paziente in modo il più possibile anticipato, creando idealmente per tempo una lista di pazienti che saranno ritenuti meritevoli di terapia intensiva nel momento in cui avvenisse il deterioramento clinico, sempre che le disponibilità in quel momento lo consentano”[1];
- il parere espresso dal Comitato Nazionale per la Bioetica della Presidenza del Consiglio dei Ministri: Covid-19: la decisione clinica in condizioni di carenza di risorse e il criterio del “triage” in emergenza pandemica, ha ritenuto che: “Quando ci si trova in una situazione, come quella attuale, di grave carenza di risorse, il CNB valuta il criterio clinico come il più adeguato punto di riferimento per l'allocazione delle risorse medesime: ogni altro criterio di selezione, quale ad esempio l’età anagrafica, il sesso, la condizione e il ruolo sociale, l’appartenenza etnica, la disabilità, la responsabilità rispetto a comportamenti che hanno indotto la patologia, i costi, è ritenuto dal comitato eticamente inaccettabile. In particolare, il CNB continua a ritenere valido il metodo del triage, che però deve essere ripensato sulla base dell'eccezionalità del momento. A tale proposito, si potrebbe parlare di triage in emergenza pandemica, le cui linee fondamentali si basano su una premessa, la preparedness e su due concetti chiave: appropriatezza clinica e attualità”[2].
Molti altri i pareri che sono stati espressi sia di livello nazionale[3] che internazionale. In particolare, pressoché tutti i Comitati Nazionali per la Bioetica si sono pronunciati sul problema della scarsità delle risorse nel contesto pandemico[4].

Nel caso della pandemia - a differenza della situazione che si determina a seguito delle catastrofi naturali che pur determinano un gran numero di vittime e di feriti - si aggiunge, poi, il complesso elemento della infettività.

L'Italia e gli italiani hanno fornito un bell'esempio anche sotto questo profilo.

Quando il governo ha lanciato un bando per raccogliere adesioni di volontari che supportassero gli operatori sanitari nelle zone più colpite, ormai provati fisicamente per gli estenuanti turni e - troppo spesso - colpiti personalmente, i numeri delle adesioni sono stati al di sopra di ogni aspettativa. Un segnale bellissimo di grande generosità e coerenza con lo spirito che anima coloro che scelgono queste preziose professioni.

L’Italia é riuscita ad arginare la pandemia. Poter contare su terapie intensive non congestionate é certamente una garanzia. Tuttavia occorre ora grande attenzione affinché la ripresa delle attività produttive non si trasformi in un vettore che condurrebbe inevitabilmente a nuove chiusure.
I dati internazionali dimostrano quanto siano state corrette le scelte adottate dal Governo che, peraltro, erano fondate su precisi principi costituzionali.
Certamente in Italia la tutela della vita delle persone é stata messa in primo piano.
La ripresa economica dipende da questo complesso equilibrio.
Sicuramente l’attenzione e la tutela della nostra e della altrui salute dipende dal nostro impegno e dal nostro senso di responsabilità.

Intervista a cura di Tiziana Bartolini
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[1] Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva, Raccomandazioni di etica clinica per l’ammissione a trattamenti intensivi e per la loro sospensione in condizioni eccezionali di squilibrio tra necessità e risorse disponibili, in: www.siaarti.it.
[2] Presidenza del Consiglio dei Ministri, Comitato Nazionale per la Bioetica, in: www.bioetica.governo.it.
[3] Tra gli altri i documenti pubblicati dall’Accademia dei Lincei che ha costituito una apposita commissione per analizzare le problematiche connesse al Covid-19, in: www.lincei.it.
[4] Il quadro generale di livello internazionale in: http://bioetica.governo.it/italiano/links/comitati-di-bioetica-in-europa-e-nel-mondo.

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