Il “femminismo delle esperte” non basta: ora serve un grande movimento di donne
Per costruire un mondo diverso e per questo è necessario tornare a essere Movimento, costruire una grande forza di donne visibile, tanto grande che produca sorpresa, stupore e anche spavento.
Domenica, 26/07/2020 - di Alessandra Bocchetti #dallastessaparte
Adesso che si cercano soldi per far fronte alla più grande crisi economica che il mondo ricordi e che ci travolgerà, su questo siamo tutti d’accordo, si parla convulsamente di miliardi. Se gli uomini rinunciassero a uno dei loro vizi più antichi, ne potremmo trovarne un bel po’, in casa , senza allontanarci troppo. Sapete quanto costa alla comunità la violenza degli uomini contro le donne? Costa 17 miliardi in un anno. E’ una stima del 2013, ora costerà di più. Ma non voglio parlare di violenza, voglio parlare di miliardi.
Da quando si parla di miliardi, quelli che dovrebbero arrivare dall’Europa per salvarci, le donne non contano più niente. Nessuno pensa di chiamarle ai tavoli dove si prendono decisioni. Ancora una volta gli uomini vogliono decidere da soli, per conto loro e per conto di tutti, come hanno sempre fatto. Le donne: utili ma non necessarie.
Svegliamoci dall’incantesimo, inutile aspettare il bacio del principe che non arriverà mai. “Ricostruzione” oggi è la parola corrente della politica, ma adesso non si tratta di “ri-costruire” si tratta di costruire un mondo diverso. Se oggi ormai stimiamo in anni l’acqua bevibile e l’aria respirabile, si deve cambiare registro in fretta. Il mondo dove pochi sono ricchissimi e molti sono poverissimi va a morte certa.
Nel corso della storia hanno operato due civiltà, una manifesta quella degli uomini, l’altra più segreta quella delle donne. I princìpi di quella degli uomini sono quelli che ancora oggi fanno ordine: forza, potere, denaro. Quelli delle donne sono stati cura, attenzione e compassione. Senza questi ultimi l’avventura dell’umanità sul pianeta sarebbe già conclusa da un pezzo. È ora di darsi il cambio. In Italia dal nord al sud lavorano migliaia di gruppi di donne, realtà molto attive, ma separate spesso nemiche tra loro.
Siamo nella fase del “femminismo delle esperte” che produce oro prezioso in sapere e conoscenza, ma nessuna forza politica. In questo momento siamo debolissime. Se non facciamo nulla questa crisi ci rimanderà tutte a casa. Il disastro più grande sarà per noi. Dobbiamo tornare a essere Movimento, costruire una grande forza di donne visibile, tanto grande che produca sorpresa, stupore e anche spavento.
È un’impresa difficile, ma è l’unica mossa politica se vogliamo ridisegnare un Paese che ci somigli. È sul capitale umano che vogliamo investire i miliardi che arriveranno, su chi ci ha permesso di sopravvivere in questi mesi bui, sugli uomini e le donne che ogni notte hanno portato via i rifiuti, sui ragazzi del supermercato, su chi ci ha portato la spesa a casa, sui medici sugli infermieri, sugli insegnati che sentivamo aprire le loro chat dicendo “Buongiorno bambini” come se niente fosse. Erano tutti più donne che uomini. Quanto guadagnano? Una miseria. Non vogliamo più che esistano “gli ultimi”. Metterci insieme oggi è un gesto rivoluzionario.
Lasciamo da parte ciò che ci separa, avremo tempo di darci battaglia e troviamo un tema che ci unisca tutte. Questa è l’urgenza. Tutte insieme non ci hanno mai visto. Il lavoro delle donne è un buon tema proprio nel momento in cui lo si deve difendere, o proprio perché lo si è perso, o perché lo si cerca, quello pagato e quello non pagato. I numeri del lavoro delle donne fanno paura. Il tasso di occupazione femminile in Italia è il più basso d’Europa. Migliaia sono le donne che abbandonano il lavoro al primo figlio perché non esistono servizi. I bonus sono solo elemosina.
Sono 75 anni che ci prendono in giro sulla parità salariale. Per lo stesso lavoro, ancora oggi, una donna guadagna meno di un uomo, non perché il suo lavoro valga meno, ma solo perché è una donna. Ormai ci è chiaro che la povertà delle donne non è frutto di casualità o di un destino “naturale”, come ci vogliono far credere, ma è il risultato di una precisa strategia. In questa nostra società, ancora ordinata da paradigmi patriarcali, serve più una donna povera che una donna ricca, è più utile. Nessuno ha mai difeso veramente il lavoro delle donne, né i partiti, né i sindacati.
Il lavoro delle donne è stato sempre considerato aggiuntivo.
Saremo sole in questa battaglia? Se sindacalisti e politici ci vorranno affiancare ben vengano, a casa nostra però. È importante che il Femminismo si assuma questo tema in questo momento, è un tema allo stesso tempo materiale e profondamente simbolico. Proponiamo una grande manifestazione nazionale nel mese di ottobre, grande perché è importante contarci, e allo stesso tempo prepariamo un programma di governo concreto. Dobbiamo trovare la forza di metterci insieme, oggi e non domani, altrimenti manderanno tutte a casa e ci racconteranno che è da sempre il nostro destino.
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