Giovedi, 09/11/2023 - “I treni della felicità a Correggio - Storie di solidarietà e accoglienza” di Cecilia Anceschi, Ed. Consulta libri e progetti, Reggio Emilia, 2022
Il libro racconta la storia di quella straordinaria impresa “inventata” alla fine del 1945 dalle donne del Partito Comunista e dell’Udi per salvare la vita a tante bambine e bambini di Milano che non avrebbero probabilmente superato l’inverno. La mancanza o la scarsità di riscaldamento, di viveri, di medicinali, la miseria di tante famiglie formate spesso da un solo genitore o da nonni anziani e non in grado di prendersi cura dei bambini, bambini abbandonati, senza casa, senza cibo, malati: questa la terribile situazione che spinse le donne a mobilitarsi per far accogliere i bambini nelle famiglie dell’Emilia, e poi di altre regioni, non meno colpite dalla guerra ma generose e solidali.
Le giovani donne del Pci e dell’Udi, coordinate da Teresa Noce, organizzarono, con uno sforzo ed una generosità senza pari, quelli che poi il sindaco di Modena, Alfeo Corassori, definì, ammirando i visi dei bambini che tornavano a Napoli, i “treni della felicità”, che non furono ufficialmente tali, ma tali divennero. Dal dicembre 1945 al 1951 questi treni misero in salvo circa 70mila bambine e bambini di Milano, Torino, poi Roma, Cassino, del Lazio, Napoli e del Sud Italia dove la situazione dell’infanzia era se possibile ancora più tragica. La condizione dell’infanzia era drammatica e una delle questioni più urgenti da affrontare: l’Udi la pose tra le sue priorità e l’accoglienza dei bambini delle città devastate dalla guerra fu una delle risposte immediate al bisogno di salvare e proteggere quello che era a ragione definito “il futuro dell’Italia”.
Questa ricerca parla delle famiglie, soprattutto delle donne, che a Correggio hanno aperto le loro case e i loro cuori a bambine e bambini bisognosi di tutto ed è un omaggio alla loro generosità, alla solidarietà dimostrata e al bene che hanno dato e ricevuto. E parla di quelle bambine e di quei bambini dalle storie difficili, spesso molto dolorose, che hanno trovato a Correggio una casa, una famiglia, degli amici e che sono rimasti legati alle persone di questa terra per la forza degli affetti e dei legami che si sono creati, qualcuno fermandosi per sempre. Pur nella ristrettezza dei mezzi, le famiglie li hanno accolti mettendo in comune ciò che avevano, perché sapevano che solo la solidarietà e la vicinanza concreta possono guarire le ferite della guerra e far rinascere la speranza e la gioia di vivere. Ma la storia di solidarietà e generosità di Correggio non si è fermata agli Anni Cinquanta, perché tante famiglie hanno ospitato per più di dieci anni i bambini di Chernobyl e nel 2022 le famiglie in fuga dalla guerra in Ucraina. Queste vicende lontane nel tempo sono la testimonianza di un filo rosso di solidarietà che si dipana attraverso gli anni e le generazioni e che resta un tratto distintivo di quel territorio.
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