L’esperienza delle operatrici della Cooperativa sociale Nuove Risposte nella gestione dei nidi, luoghi al femminile e riferimenti delle comunità
In occasione di un ciclo di incontri organizzato dal Centro di Documentazione Nidi e Infanzia di Roma Capitale, struttura che promuove il confronto e l’approfondimento delle esperienze legate alla realtà dei servizi educativi, abbiamo intervistato alcune operatrici della cooperativa sociale Nuove Risposte che sono intervenute durante l’appuntamento dell’11 maggio tenutosi presso la Casa internazionale delle Donne di Roma e dedicato alle loro esperienze, costruite ‘sul campo’ giorno dopo giorno nella gestione di alcuni nidi. Un cammino in cui è cresciuto il ruolo della figura degli educatori e delle educatrici, grazie alla crescita delle competenze ottenuta con lo studio declinato nella pratica quotidiana sempre mettendo al centro i minori e avendo cura del coinvolgimento delle famiglie in un’idea del Nido come Ponte: ponte tra bambini e famiglie, ponte con tutto ciò che il territorio può offrire come esperienza diretta, educativa, cognitiva. “Oggi essere educatrice significa prima di tutto responsabilità: nei confronti dei bambini, delle famiglie, della comunità tutta - osserva Marina Zaccheo, educatrice di Nuove Risposte -. I genitori sono sopraffatti dalla vita e dalla fatica, si affidano a noi ma hanno tante paure”. Per Azzurra Proietti, da oltre 10 anni in Nuove Risposte, “essere educatrice è una crescita continua, quotidiana; si cresce insieme ai bambini attraverso l’ascolto e l’osservazione, attraverso il fare sempre sostenendo il punto di vista dei bambini, cercando di renderli unici in tutte le cose che fanno”.
Questa passione, unita alla professionalità, ha consentito di sviluppare straordinarie competenze che il mondo cooperativo mette a disposizione della comunità attraverso le strutture che gestisce e che, talvolta, inventa. Come è stato per i nidi nel verde di Torresina e Settecamini. “Il nostro è un continuo lavoro sulla professionalità - sottolinea Delia Guerini Rocco, coordinatrice di alcuni nidi della cooperativa nuove risposte - Affianchiamo le giovani educatrici, che si sono preparate attraverso gli studi, alle operatrici che hanno maturato competenze attraverso l’esperienza sul campo. Questo sistema genera scambi proficui tra il bagaglio della maturità e gli stimoli di nuovi progetti educativi. È un metodo che funziona, se c’è equilibrio insieme a una costante supervisione, un monitoraggio e un tutoraggio.
Un incessante lavoro di cesello, quindi, che richiede grande cura e professionalità. “Un lavoro di gruppo che va oltre i recinti della équipe educativa. In questa prospettiva mi occupo della formazione, anche esterna, nei nostri servizi e seguo il coordinamento e la supervisione dei servizi” spiega Patrizia Siani, che dal 1999 è in Nuove Risposte seguendo e perseguendo i percorsi di qualità sviluppati anche in collaborazione con il Comune di Roma. Un approccio metodologico che la cooperativa sociale Nuove Risposte ha adottato e che, con oltre 40 anni di lavoro alle spalle, può dirsi solido punto di riferimento nel settore. Un modus operandi che richiede una costante ricerca, che si nutre di un sincero entusiasmo per la sperimentazione libero dal peso di vincoli dettati dal timore di contaminazioni. Gli effetti, positivi, di questa scelta sono nidi pensati come spazi ampi e aperti al mondo, con una progettualità educativa costruita intorno ai bambini e alle bambine, in cui la manualità è strumento di crescita, la natura è fonte di ricerca e la creatività è nutrimento delle menti.
Testimonianze raccolte nell’ambito del progetto
‘Da sole non c’è storia. Donne al lavoro tra passato
e futuro’ sostenuto dalla Regione Lazio. #lavoroXlei
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