Intervista a Graziella Bastelli, attivista di Non Una di Meno, Coordinamento Assemblee dei Consultori e Rete nazionale Consultori e Consultorie
Incontriamo Graziella Bastelli davanti al Ministero della Salute a Roma, in occasione della manifestazione del 28 settembre, Giornata Internazionale per l’aborto libero e sicuro. Il suo è un ragionamento che parte proprio dall’applicazione della legge 194, sempre più difficoltosa. “L’obiezione di coscienza è una delle armi principali, infatti sappiamo che in undici regioni siamo arrivati al 100 per cento di obiettori e che in molte altre siamo intorno al 70 per cento, una situazione pesante che ostacola l’accesso alle strutture ospedaliere alle donne che decidono l’IVG, anche perché non si agevola il ricorso alla RU486 nei Consultori; se poi vediamo che meno della metà delle strutture ospedaliere con reparti ostetrico-ginecologici ha un reparto destinato alle interruzioni volontarie di gravidanza abbiamo la conferma che la tendenza è a costruire barriere, non ad eliminarle”. Sempre a proposito della RU486, Bastelli osserva inoltre che si assiste al paradosso di limitare il ricorso all’aborto farmacologico nonostante i risparmi economici e organizzativi che il sistema sanitario avrebbe.
L’altro aspetto da sottolineare è l’applicazione della legge 405. “Invece di vedere nuovi presidi, verifichiamo la distruzione dei Consultori, strutture territoriali sociosanitarie - laiche, gratuite e universali - dove i minori potrebbero andare senza essere accompagnati da un genitore; è una carenza grave, visto che gli Spazi Giovani dovrebbero essere la risposta alla tragedia dell’aumento dell’isolamento e delle patologie psichiatriche delle nuove generazioni. Sono inutili le lacrime di coccodrillo se poi i servizi che potrebbero accogliere queste sofferenze sono depotenziati o chiusi. Di fronte alle falsità e ipocrisie di una società basata sulla violenza, sulla repressione e sulla guerra noi possiamo rispondere solo mobilitandoci e lottando, non soltanto per difendere quello che abbiamo conquistato ma anche pretendendo di più, come un Consultorio ogni 20mila abitanti, per esempio, oppure reparti ospedalieri per le IVG in cui la donna sia rispettata e l’aborto sia libero e anche umanizzato, dove le lobby antiabortiste non abbiano la possibilità di interferire”.
Le istanze sono chiare e a sostenerle convintamente sono mobilitate le Assemblee delle donne dei Consultori, che diffondono ogni mese il programma di 12 incontri dislocati nei vari presidi territoriali di Roma e dei Castelli, importanti momenti di incontro e scambi di informazioni. Perché la forza delle donne, da sempre, è l’unione intorno a obiettivi comuni. Questo raccontano le varie aggregazioni - Non Una di Meno, Coordinamento Assemblee dei Consultori e Rete nazionale Consultori e Consultorie, per citarne alcune - da tempo mobilitate anche in difesa dei Consultori.
Questo articolo è parte del progetto 'I Consultori alla prova del passaggio generazionale' dell'Associazione NOIDONNE TrePuntoZero sostenuto con i fondi dell'8xMille della Chiesa Valdese
Tutti i materiali del progetto, qui https://www.noidonne.org/consultori-familiari/index.php
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