Giuliana De Sio: 'il teatro è il luogo ideale per fuggire dal nulla che ci circonda'

Giuliana De Sio: 'il teatro è il luogo ideale per fuggire dal nulla che ci circonda'

Una conversazione con l'attrice, che riflette sul teatro come 'cura' perchè 'quando sali sul palcoscenico ti passa tutto...'

Lunedi, 17/03/2025 -

Giuliana De Sio ha recitato in teatro, al cinema, in tv. Sempre con risultati eccellenti, affiancando grandi nomi della regia italiana: Strehler a teatro, Lizzani, Monicelli, Elio Petri, Francesco Nuti, Massimo Troisi al cinema. In tv ha interpretato Sibilla Aleramo nello sceneggiato “Una donna”, è stata l’indimenticabile nipote del boss ne “La Piovra” accanto a Michele Placido, divertente e drammatica nelle fiction Mediaset :“Il bello delle donne”, “Caterina e le sue figlie”, “L'onore e il rispetto”. Numerosi i riconoscimenti e i premi ricevuti: tre David di Donatello per il cinema, un Nastro d’argento, il premio Eleonora Duse per il teatro. Il primo David di Donatello lo ha vinto con “Cattiva” per la regia di Carlo Lizzani, dove interpretava una donna nevrotica e aggressiva, sull’orlo della pazzia dopo la perdita di una figlia, che si rivolge a Carl Gustav Jung per essere curata. Un personaggio complesso, che molti critici hanno affermato essere il migliore tra quelli interpretati per il cinema.
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Il cinema è stato il mio primo amore da piccolissima - racconta l’attrice -. All’epoca il cinema italiano era un punto di riferimento internazionale. Tutti, cineasti e attori, all’estero, guardavano a Fellini, Monicelli, Scola, Rossellini. Per non parlare dei grandi attori che avevamo, tutti concentrati in quel periodo, forse non casuale: Manfredi, Sordi, Gassman, Mastroianni, Magnani, De Sica, Lina Wertmuller, per citarne alcuni. E autori come Pasolini, Moravia, Flaiano, che oltre alla letteratura contribuirono molto alla scrittura cinematografica. Era un ambiente ricco di professionalità, ma anche di contenuti. Chi ha avuto la fortuna di vivere quel periodo, adesso inevitabilmente si sente orfano, io mi sento orfana. Mi manca quel mondo, ma credo manchi a molti".

Oggi preferisci lavorare per il cinema, il teatro o la tv, avendoli sperimentati tutti?
Non posso dire di preferire il cinema al teatro o viceversa. Sono mezzi diversi, che vivo in modo diverso. Non posso negare che nello spettacolo dal vivo c’è qualcosa di speciale che il cinema non ha: è il calore umano, è vedere l’emozione tangibile che susciti negli spettatori, è sentire gli applausi. E non c’è cosa più bella quando quegli applausi non smettono, ti avvolgono e commuovono, come un abbraccio. Ecco, in teatro questo mi fa sentire come in famiglia. Anche perché i tempi di lavorazione sono diversi. Al cinema si fanno riprese brevi, spesso scollegate tra loro, e a volte non si prova nemmeno insieme agli altri protagonisti, poi c’è il montaggio che sistema tutto. A teatro si va in tournèe, che a volte durano mesi. Si mangia insieme, ci si conosce, ci si confida, si diventa davvero una famiglia. Per questo a volte mi costa dividermi da quelle persone, attori e tecnici, con cui hai condiviso una parte della tua vita. Teatro e cinema sono dimensioni espressive diverse. Misura e controllo sono diversi. Il teatro ti sradica dalla tua zona di confort. Proprio perché ti mette inevitabilmente a nudo. Il teatro per me è il luogo ideale dove fuggire dal nulla che ci circonda.

Un teatro che cura. Per questo ultimamente stai lavorando soprattutto in teatro...
Si. Confermo che anche dopo giornate massacranti, magari anche con la febbre, quando sali sul palcoscenico ti passa tutto. Un grande regista diceva: il teatro è l’unica cosa in grado di cancellare la morte. Poi ho un pubblico affezionato e fidelizzato, un pò ovunque. Pensa che con lo spettacolo “Notturno di donna con ospiti” di Annibale Ruccello, abbiamo fatto ben novecento repliche. Attualmente sono in tournèe con “Cose che so di essere vere” con Valerio Binasco che ne cura anche la regia. Nella prossima stagione ci sarà un ritorno al classico, con “Il gabbiano” di Anton Cechov e la regia di Filippo Dini.

C’è un personaggio, classico o contemporaneo, che ti piacerebbe interpretare?
Mi piacerebbe lasciare sullo schermo un ruolo che mi sia più consono. Qualcosa che mi rappresenti, che lasci una traccia di me. Ci sto pensando….


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