Giovani e Giustizia nell’espressione artistica al Festival di Bioetica 2021
Durante lo svolgimento del Festival di Bioetica (22 e 23 agosto 2021, Santa Margherita Ligure) in mostra a Villa Durazzo le opere di alcuni giovani talenti
Lunedi, 16/08/2021 - Al tema della ‘Giustizia’ è dedicata la quinta edizione del Festival di Bioetica il 22 e il 23 Agosto 2021 a Santa Margherita Ligure, organizzata dall'Istituto Italiano di Bioetica. Una esposizione dal titolo “GIOVANI , GIUSTIZIA ED ARTE” accompagna le due giornate di relazioni e confronti. A Maria Galasso, che ha curato il progetto della mostra, abbiamo chiesto di illustrare gli obiettivi dell’iniziativa.
“Possiamo dire che è presente nell'ambito culturale, come sempre, l'Arte, espressione libera e mai come quest'anno ricca di orgoglio nel mostrarsi. Le opere sono espressioni di giovani protagonisti e protagoniste che hanno conseguito quest'anno la maturità artistica. Nel difficile periodo che la gioventù ha attraversato per la inaspettata, terribile, pandemia ancora in corso, era ‘giusto’ pensare a loro e offrire uno spazio di espressione e valorizzazione. Le Artiste gli Artisti che presentano lavori originali per studio e ricerca sono: Beatrice Bollo, Valerio La Magra, Sara Lagomarsino, Caterina Spotorno, Silvia Pasquaretta
coordinati dal Prof. Mimmo Padovano. Libertà e Giustizia rappresentano valori a cui l'Arte ha sempre teso, interpretando i bisogni della società, le sue disuguaglianze per esaminare con più punti di vista e modalità, ambiente ed esseri viventi. In tale ottica le opere di quest'anno destano interesse e partecipazione.
Vorrei evidenziare una cura espressiva che attesta e richiama tutti noi all' osservazione, alla introspezione, indispensabili percorsi per attraversare con responsabilità la vita di oggi e del domani”.
Riportiamo le parole con cui le/i giovani si descrivono e illustrano i lavori che espongono nella elengante cornice di Villa Durazzo, il 22 e 23 agosto (dalle 14 alle 17,30). Silvia Pasquaretta: “Una figura sottile si erge immobile su coloro che, da lei colpiti, sono caduti e giacciono ora inermi sotto i suoi piedi, ma sa di essere destinata a crollare a sua volta, vittima di un peso che non è in grado di sostenere, la solitudine”. Caterina Spotorno: “Il quadro intitolato "la Meraviglia" rappresenta un paesaggio surrealista il cui scopo è quello di richiamare il concetto di meraviglia attraverso immagini, poste al di fuori del loro contesto usuale, in grado di suscitare sensazioni di inatteso stupore e bellezza”. Sara Lagomarsino: “Un riflesso di noi stessi, in cui è difficile specchiarsi perché significherebbe vedersi per come si è realmente, senza filtri e finzioni. Occhi neri e profondi come ingresso per l’anima che finalmente è libera di mostrarsi“. Beatrice Bollo: “’Giogo in libertà’, come suggerisce l'ossimoro presente nel titolo, vuole presentare la potenza dell'animale, il cavallo, emblema della libertà da sempre sfruttato dall'uomo, anche per i peggiori fini quali la guerra”. Valerio La Magra: “L'opera vuole rappresentare una visione fantastica del mondo reale attraverso lo sguardo dell'immaginazione infantile permeata però di riferimenti alla tradizione cristiana prendendo come riferimento pittorico e contenutistico il pittore Hieronymus Bosch; pertanto il dipinto propone una visione rivisitata di un segmento della passeggiata di nervi dove le forme naturali sono stravolte e abitate da numerose stranezze”.
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