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Gaetano Arciuolo: “La storia dell’arte oltre il patriarcato”

Gaetano Arciuolo: “La storia dell’arte oltre il patriarcato”

Artiste e critiche d’arte nel lavoro di un giovane laureando all’Università di Salerno. Ecco cosa ci racconta di figure femminili che ha studiato per la sua tesi di laurea

Domenica, 16/02/2025 - Ho conosciuto Gaetano Arciuolo, un giovane irpino, nel corso del suo tirocinio presso il Liceo “Gaetano Rummo” di Benevento, in vista della presentazione della sua tesi di laurea magistrale. L’ho trovato una persona estremamente cordiale e gentile, un ragazzo (mi si perdoni questo termine) positivo e propositivo. E così, un giorno, parlando del più e del meno, sono rimasta piuttosto colpita, oltre che incuriosita, dalla sua sincera e viscerale passione per il mondo dell’arte, scoprendo che sta dedicando il suo lavoro di tesi magistrale al ruolo delle donne nel mondo dell’arte. Abbiamo parlato, tra le altre cose, di Carla Lonzi e di Ossi Czinner, di Artemisia Gentileschi e di altre eccelse figure femminili del mondo dell’arte. Oltre a ciò, abbiamo anche parlato dei vari interessi di Gaetano: il piano jazz, la scrittura, la pittura e la cucina. Di quest'ultima, Gaetano dice: «Cucinare è un po’ come dipingere, ci si deve armare di creatività e provare a sperimentare differenti linguaggi, i sapori condurranno l’assaggiatore verso l’armonia dell’arte culinaria». Ed ancora: «In ambito pittorico ho avuto modo di seguire dei corsi online di disegno con l’artista iperrealista Silvia Pagano». E poi, sulla scrittura afferma: «Attraverso la scrittura cerco di migliorare la vita degli altri che leggono, in quanto diverse volta la lettura ha salvato me da momenti tristi».
Il lavoro di Gaetano mi ha alquanto interessato, perché, se è vero che in ambito accademico, da qualche anno, sono entrati gli studi di genere in ambito artistico, ho l’impressione che la situazione sia meno positiva in ambito divulgativo. Per cui, ho deciso di approfittare degli studi che sta conducendo, ripeto, con grande passione, su queste tematiche.
Gaetano Arciuolo è laureato in Conservazione dei Beni Culturali, on una tesi sull’artista Seicentesco Francesco Guarini da Solofra. Attualmente è iscritto al corso di laurea magistrale in Storia e Critica d’Arte presso l’Università degli studi di Salerno. Il tirocinio che ha svolto presso il Liceo di Benevento è obbligatorio per i laureandi e da loro scelto in modo autonomo.

Qual è il soggetto della tua tesi di laurea, quando è stata discussa e come nasce questo tuo interesse per il mondo delle donne nell'arte moderna?
L’interesse verso il mondo delle donne nell’arte è nato in seguito ad un corso che seguii nel 2023. Il corso a cui faccio riferimento (Teoria della critica d’arte) fu tenuto dalla Prof.ssa Stefania Zuliani per i laureandi del corso magistrale in storia e critica d’arte. Fino ad allora conoscevo qualche sporadico nome d’artista donna; faccio riferimento a Frida Kahlo, Artemisia Gentileschi, Sofonisba Anguissola. Oltre questi nomi la mia conoscenza era alquanto limitata. Più avevo modo di seguire le lezioni del corso, più sentivo un legame forte con queste donne sempre messe da parte da un sistema fortemente patriarcale. Il ruolo "degli ultimi" nelle arti ha sempre suscitato grande interesse in me. La storia dell’arte era anch’essa fortemente radicata in questo sistema, un sistema fortemente patriarcale a partire dall’Ottocento. Molti lettori/lettrici si stupiranno nel leggere questo, in quanto sappiamo che la donna, in diversi contesti cronologici, era fortemente sminuita e denigrata. In realtà, quando il pittore aretino Giorgio Vasari scrisse le sue celeberrime "Vite de' più importanti pittori, scultori e architetti” (prima edizione edita nel 1550) menzionò alcune artiste donne, tra queste Sofonisba Anguissola e Artemisia Gentileschi (seppur indirettamente) riconoscendone la grandezza e l’abilità pittorica. Dopo aver superato l’esame a pieni voti, decisi di dedicare il mio lavoro di tesi alle donne nell’arte. Ho provato fin da subito un grande interesse verso queste figure nell’arte, cercando di approfondire e di ampliare le mie conoscenze in questo settore. Il soggetto della tesi a cui sto lavorando è incentrato principalmente verso il ruolo della donna nel sistema dell’arte; le motivazioni sono state riportate in alto.

Parlaci brevemente del tuo lavoro di tesi..
Il lavoro a cui sto dedicando le mie attenzioni è incentrato su differenti figure del mondo dell’arte, non solo artiste, bensì anche figure inerenti il campo della critica d’arte, come Lea Vergine, Carla Lonzi, Carla Accardi, Palma Bucarelli. Tutte figure che ebbero un ruolo di rilevo all’interno del sistema dell’arte, seppur con numerosi ostacoli. Questi ultimi posti proprio da un sistema fortemente radicato nella cultura maschilista dell’arte. Si possono fare differenti esempi in questione. A Lea Vergine fu criticato il fatto di non aver inserito, nella mostra “l’altra metà dell’avanguardia” del 1980, l’elemento maschile, oppure Carla Lonzi, la quale si distaccò dal sistema della critica dell’arte tradizionale per dedicare molto più tempo alle questioni di genere, fondazione del gruppo rivolta femminile negli anni '70, oppure attraverso alcuni testi (“Sputiamo su Hegel”).

Dopo questo lavoro di formazione pensi di approcciare lo studio di altre figure femminili nell'arte di tutti i tempi, attraverso pubblicazioni, conferenze, mostre o altro? In particolare, quali altri settori stai approfondendo?
Molto probabilmente dopo la conclusione di questo percorso dedicherò la mia attenzione ad altre figure dell’arte, sia femminili, sia maschili, cercando di far conoscere numerose altre figure sensibili a determinate tematiche sociali, politiche, culturali. Henry Miller aveva affermato che l’arte non insegnava nulla, tranne il senso della vita, quindi l’arte deve toccare differenti campi e cercare di sensibilizzare nel maggior numero possibile diverse anime. L’arte potrebbe migliorare alcuni caratteri dell’umanità, potrebbe sensibilizzare, potrebbe "educare a vivere meglio la vita” con maggior profondità.

Quali autrici o autori ritieni stiano nel corso di questi ultimi anni dando un contributo alla discussione sulla riscoperta dell'altra metà del cielo nel settore artistico?
Questa domanda meriterebbe una riposta con un’analisi molto lunga e dettaglia, trattandosi di un’intervista cercherò di limitarmi ad esporre alcune riflessioni, senza annoiare i lettori, le lettrici. Ultimamente, lessi un interessante romanzo del cantautore e docente milanese Roberto Vecchioni, il titolo era “Il libraio di Selinunte”. Attraverso la lettura di questo testo ho potuto comprendere un aspetto fortemente attuale; la diversità. Cercherò di non spoilerare (per usare in termine attuale) per chi non avesse ancora letto il romanzo. Il libraio di Selinunte era un signore goffo, di statura piccola, che da poco si era trasferito in questa cittadina e aveva deciso di aprire una libreria. Il contesto geografico e sociale era costituito da una realtà molto piccola e limitata e, in seguito a ciò, il librario fu oggetto di scherno e pettegolezzo. Un uomo a contatto con i suoi libri era principalmente deriso e messo da parte dalla società. Questo è un aspetto che deve farci riflettere, non principalmente perché si debba leggere con assiduità “Leopardiana”, ma perché siamo diventati ciechi di fronte alla profondità della letteratura, della poesia, della musica, del teatro e dell’arte. L’altra metà del cielo non è altro, secondo la mia riflessione, che la scoperta di nuove albe, nuovi orizzonti, che possono essere scoperti solo attraverso la curiosità, attraverso la sete di conoscenza, cercando di porsi costantemente domande, andando oltre classiche risposte. Viviamo in un mondo di tante risposte e poche domande.

Potete seguire Gaetano Arciuolo e le sue iniziative culturali sui social. Instagram: www.instagram.com/gaetano_arciuolo. Facebook: www.facebook.com/gaetano.arciuolo

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