Per il ciclo 'Quale libertà' del laboratorio prostituzione e pornografia dell'Osservatorio Interreligioso sulle Violenze contro le Donne, incontro a partire dal libro 'Le avventure della libertà' (Carocci)
L'autrice, figura di spicco del femminismo italiano, ha spiegato come la genesi di questa poderosa riflessione affondi le radici in un'esigenza profonda, scaturita dall'impatto con la complessa questione della maternità surrogata durante le discussioni sulle unioni civili.
Ciò che ha sorpreso e stimolato Izzo è stata la divergenza di vedute all'interno del movimento femminista. Contrariamente a quanto si aspettava, una parte significativa della corrente mainstream mediatica femminile sposava una visione di libertà incentrata sull'autodeterminazione individuale, arrivando a includere la possibilità di disporre del proprio corpo per soddisfare il desiderio di genitorialità di coppie sia etero che omosessuali. Questa prospettiva, percepita dall'autrice come "profondamente disturbante", ha innescato un impegno politico e intellettuale culminato nella stesura del libro. Il fulcro della riflessione di Izzo risiede nel concetto stesso di libertà, tema da sempre centrale e controverso nella civiltà occidentale.
Se in passato il femminismo si era unito nella lotta per la liberazione da discriminazioni e subalternità, con la presa di parola pubblica delle donne sul proprio corpo e sulla sessualità, oggi questa concezione di libertà non trova più la stessa risonanza e ha lasciato spazio a un'idea dominante che, pur partendo da una conquista collettiva fondamentale come l'autodeterminazione, la fa coincidere con una visione che l’autrice ha definito anarco-individualista. Secondo questa prospettiva, la libertà si identifica con l'assenza di vincoli nella scelta individuale di ciò che si ritiene meglio per sé, in una dimensione strettamente individualistica che non considera la sostanza dell'oggetto della scelta.
Nel suo libro, l'autrice intraprende un viaggio dall'antica Grecia al mondo contemporaneo per illuminare un punto cruciale: quando forze marginalizzate e oppresse irrompono nella storia, non solo cambiano il mondo, ma trasformano la stessa idea di libertà. Partendo dalla condizione di schiavi e donne nella Grecia antica, relegati al "regno della necessità" (lavoro e sessualità) contrapposto al "regno della libertà", il saggio mostra come l'ingresso del lavoro nella sfera della libertà abbia generato il mondo moderno, con le rivoluzioni del '700 e '800 e il pensiero di Marx.
La domanda centrale da porsi è: cosa accade alla libertà quando l'altra metà del genere umano si libera dalla subalternità e diventa protagonista della storia? È pensabile che la concezione di libertà affermata dal liberalismo e dal socialismo per altri soggetti rimanga immutata? L'autrice sostiene con forza che l'ingresso delle donne sulla scena storica è un evento "straordinario" e "sconvolgente" che implica una trasformazione radicale del concetto di libertà e dell'intero assetto sociale.
È impensabile, sostiene l'autrice, che la libertà rimanga immutata, come se le donne fossero semplicemente un'altra categoria ad aggiungersi a quelle già esistenti.
L'ingresso delle donne nella storia è un evento che non viene ancora pienamente compreso. La sottovalutazione di questo cambiamento epocale porta a una sorta di "neutralizzazione" della specificità femminile, evidente anche nel dibattito sul calo demografico, dove raramente si menziona il ruolo centrale delle donne come coloro che "mettono al mondo i figli".
Questa neutralizzazione viene interiorizzata dalle stesse donne, che talvolta tendono a "cancellare" la propria specificità biologica per integrarsi in un modello sociale pensato per un soggetto maschile neutro. La crescente difficoltà delle donne a diventare madri viene interpretata da Izzo come un possibile "sciopero della natalità", una reazione difensiva al mancato riconoscimento sociale della maternità.
La rivoluzione femminile, purtroppo, non si sta rivelando pacifica come si sperava. Il drammatico aumento dei femminicidi è, per l'autrice, una reazione alla conquista di libertà da parte delle donne in una società ancora impreparata ad accoglierla pienamente.
Il libro di Francesca Izzo si configura quindi come un invito urgente a riconsiderare il significato di libertà alla luce della piena partecipazione femminile alla vita pubblica. È un'analisi profonda delle sfide che le donne ancora affrontano e un monito sulla necessità di un cambiamento radicale nei meccanismi sociali e psicologici per riconoscere e valorizzare appieno la portata di questa rivoluzione:
“La posta in gioco è una nuova idea di libertà fondata su una concezione dell’umanità costitutivamente duale, cioè relazionale”, leggiamo nell’introduzione. Un testo denso, certo, ma fondamentale per chiunque voglia comprendere le dinamiche del femminismo contemporaneo e le nuove frontiere della lotta per la libertà.
FRANCESCA IZZO, femminista, ha insegnato Storia delle dottrine politiche, Filosofia della politica e Storia e politica dell’integrazione europea all’Università l’Orientale di Napoli. Ha diretto il Centro di studi e ricerche delle donne presso la Fondazione Istituto Gramsci e ora fa parte del suo Comitato dei Garanti. Eletta alla Camera dei deputati nel 1996 nel P. D. S./D.S, è stata fra le fondatrici del movimento "Se non ora, quando?” e in seguito dell'associazione “Se non ora quando-Libere”.
Si occupa da tempo di pensiero femminista. Ha abbandonato il PD nell'agosto 2018 in polemica sul tema della surrogazione di gravidanza. Tra i suoi scritti: Le avventure della libertà. Dall'antica Grecia al secolo delle donne, Carocci 2016. - Maternità e libertà, Castelvecchi 2017; Soggetto e corpo in A.M. Riviello, Lo Spariglio. La libertà femminile nella crisi della democrazia, Castelvecchi 2019; Le culture del femminismo: dalla liberazione alla differenza al gender in La crisi del soggetto. Marxismo e filosofia in Italia negli anni Settanta e Ottanta, Carocci 2015 e Il moderno Principe di Gramsci. Cosmopolitismo e Stato nazionale nei Quaderni del carcere, Carocci 2021.
Articolo di Doranna Lupi pubblicato nella newsletter di aprile 2025 (vedi pdf)
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