Franca Alaimo, Alejandra es aquí: “Noi poeti dobbiamo perdere gli occhi per vedere”
Franca poetessa siciliana, Alejndra Pizarnik poetessa argentina, ma l’appartenenza geografica non conta. Franca, Alejandra, due âmes soeurs si direbbe in francese, due anime gemelle, gemelle in femminilità, gemelle in poesia. Donne d’amore. Le loro
Giovedi, 08/02/2018 - Franca Alaimo, Alejandra es aquí:
“Noi poeti dobbiamo perdere gli occhi per vedere”
Franca poetessa siciliana, Alejndra Pizarnik poetessa argentina, ma l’appartenenza geografica non conta. Franca, Alejandra, due âmes soeurs si direbbe in francese, due anime gemelle, gemelle in femminilità, gemelle in poesia. Donne d’amore. Le loro parole conoscono gli stessi sentieri.
Il loro incontro di anime belle avviene complice il buio: …scambiandoci i nostri doni / Di tristezza e i canti degli usignoli, nel buio…, Franca Alaimo, Alejandra es aquí, Editorialdeloimposible, 2010, p. 10. La notte è bella, profonda, nera e, come si conviene, si accompagna alla luna e alle stelle. Ma tutta questa atmosfera romantica è luogo fertile per LA PAROLA – la parola sacra come l’ostia, la parola che, come gomena, è capace di attaccare il vascello d’oro in qualche porto:….E chiamavamo una folla / Di parole, che avevano la musica dei vetri che si spezzano…(Io e Alejandra, p. 10). Notte, ma notte di luna nera. Nella notte - notte di stelle cadenti - tutto avviene: la fiamma delle due anime, il loro destino si forma, si forgia, trema, spera. E in tutta quella oscurità - fucina di poesia -, rifulge il rosso della bocca di Alejandra: La tua bocca, Alejandra, è un tulipano rosso (Iniziazione, p. 12). Rosso come il fuoco, come la passione; tulipano, fiore immagine delle virtù dell’anima, della perfezione spirituale. E tanta bellezza floreale è presente nel libro, da quella dei lillà, delle calendule, delle rose bianche, a quella delle viole, o delle violacciocche, o ancora dei gerani: Guarda – mi disse – come hanno distrutto tutti i fiori, / Mischiando con il fango i petali rosa del geranio, / Così, senza un poco di rimorso (Presentimento, p. 42)…Rappresentazione sensuale della Natura.
Franca e Alejandra: accomunate dalla DIVERSITÀ (La madre di Alejandra, p. 36). Per questo la notte è di luna nera. Queste ragazze che giacciono supine sulle piastrelle fredde del marmo del balcone ad osservare l’Universo (che immagine strepitosa!) sono Lilith intesa come proiezione psicologica della fantasia inconscia di quel prototipo di donna totale e “naturale” che il primo Adamo negò, colpendo il proprio istintuale, in nome della polarizzazione razionale, e determinando in tal modo quella che oggi viene definita la scissione dell’archetipo dell’anima…Lilith la prima compagna di Adamo rifiutata e respinta… (Roberto Sicuteri, Lilith la luna nera, Casa Editrice l’Astrolabio, 1980).
La diversità, che risale fin da quando furono attaccate al seno, associa Franca e Alejandra al silenzio (Mute ci ascolteremo il cuore, p. 64) e le unisce, legate indissolubilmente dalla poesia: Nessuno, / Se non il poeta, ama i poeti, il loro modo di essere timidi / E spietati, la loro fiamma orante sulla malvagità della vita (I poeti, p. 20). La loro è stata un’infanzia disperata, segnata da balocchi di dolori, tristezza, dall’intrattenersi con la morte, dallo stupore che si blocca in gola, dal sogno di essere prima del mondo... Oscure e minuscole appaiono, Franca e Alejandra, alle loro compagne….per forza! È così per chi sceglie l’abisso, la bellezza, l’unica parola, la trasgressione. Per chi è attratto dallo splendore della luce e dal mistero dell’ombra, per chi si sente immortale, indomabile, contro la famiglia, contro la società: Pensavano tutti di averci smussate, addolcite, / Appiattite, come ciottoli muti nel farsi della vita. / E invece, che fiamme, che canti covavano / Nei nostri nidi celesti (Tosatori e macellai, pp. 17-18).
Alejandra es aquí: c’è bisogno che sia qui, qui vicino, presente fisicamente, non se ne può fare a meno e allora occorre ricordare, riportare al cuore la bellissima immagine che mi ha veramente commossa, quella racchiusa nella lirica dal titolo Tutto ci cade addosso dove, a pagina 46, la nostalgia fisica struggente di Alejandra, dei suoi libri, orfani bisognosi d’affetto, è vivissima in quella grande borsa di stoffa / Che mi portasti dalla tua Argentina. Ora che da sola / Li leggo, senza il calore delle tue mani sulle mie spalle, / Mi sembrano più duri e disperati e comprendo fino a che punto / Sei scesa nel cuore scuro della vita nella sua più intima / E necessaria ferocia.
Vorrei concludere con l’immagine della FARFALLA che ricorre due volte in questa intensa raccolta ma che è sufficiente a lasciare nel cuore del lettore emozioni di profonda leggerezza. La farfalla è in Giappone un emblema della donna, di Alejandra, dunque. Leggerezza sottile. Le farfalle sono spiriti viaggiatori: E finalmente cullate, l’oro in bocca, le farfalle notturne / Sugli occhi, ci addormentavamo sognando di essere là, / Prima del mondo, prima della menzogna che lo ha generato (Io e Alejandra, p. 10); la loro vista annuncia una visita o la morte di una persona vicina. Un altro aspetto del suo simbolismo è fondato sulla metamorfosi: Quando ti vedrò spargere sul suo corpo i tuoi capelli / Come uno sciame di farfalle d’oro e sentirò che lui respira / Sul tuo seno come fosse in volo, saprò che finalmente / L’hai riportato là dove è cominciata la sua vita in me (Presentazioni, p. 26).
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