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'Frammenti di un percorso amoroso. di-vagando', il libro di Silvana Sonno

'Frammenti di un percorso amoroso. di-vagando', il libro di Silvana Sonno

Versi scome "bagliori, lampi, unghiate, graffi che tuttavia come tessere colorate si ricompongono nell'armonica immagine del caleidoscopio di ricche e significative esperienze di vita... "

Domenica, 30/03/2025 -

Ho attraversato periodi molto significativi della storia contemporanea. Pienamente figlia del secondo dopoguerra sono approdata al nuovo millennio con la consolidata certezza di vivere un momento della Storia che richiede scelte meditate. Un momento della Storia in cui ogni storia personale ritrova la sua specificità e il centro in cui collocare il suo pensiero e la sua coscienza, scegliere da che parte stare senza cerchiobottismi di comodo. Io sto con la pace e con la cura della vita.
Io sono una donna e la violenza di sistema non mi appartiene. La mia estraneità è assoluta. Io sono una donna e in quanto donna non ho patria.

Questa è l'autrice Silvana Sonno che raccoglie e offre all'attenzione e alla sensibilità delle lettrici e dei lettori frammenti come flashes, bagliori, lampi, unghiate, graffi che tuttavia come tessere colorate si ricompongono nell'armonica immagine del caleidoscopio di ricche e significative esperienze di vita, vissute con convinzione partecipe e percorso amoroso con e per gli esseri umani, ma prima di tutto con e per le donne, messe a tacere in secoli di società patriarcale.

Silvana Sonno offre qui i segni della sua lunga militanza politica mai fredda ma sempre appassionata. In "Di Storia, di storie" leggiamo: "Come scrive Luce Irigaray, non si tratta di rivendicare un'inesistente uguaglianza ma, in senso opposto, sottolineare in positivo la differenza...Sperimentare le rispettive frontiere non utilizzandole come strumenti repulsivi, ma come limiti che permettano la comunicazione".

Cosi' in "Saturno contro", il confronto con la malattia non rimane relegato nel privato ma viene messo in comune con le donne che condividono la stessa condizione spesso non comprese da una medicina ufficiale che è a misura d'uomo.

"Non mi sento una guerriera, ...ma mi sono autorizzata al lamento...trovando il copione delle nuove donne sempre reattive e resilienti in ogni ambito della propria spesso tragica condizione,...la solita fregatura che ci chiede di fare la spola tra le femmine lagnose e dipendenti dallo scenario patriarcale...e le energiche 'multitasking' che non possono permettersi pause di autocommiserazione e dichiarazioni di fragilità, di cui spesso si ha bisogno".

Lucidissima l'analisi sulla violenza: "Nelle scienze sociali con il concetto di violenza simbolica ci si riferisce alle forme di violenza esercitate non con la diretta azione fisica ma con l'imposizione di una visione del mondo, dei ruoli sociali,...".

E in "Testimoni" come non respirare sorellanza? "Le donne uccise non riposano, interrogano. Interrogano gli uomini ma molto chiedono a noi donne, perche' facciamo della consapevolezza della nostra condizione e delle scelte che ne conseguono l'obiettivo principale delle nostre vite". 

E che dire dell'unghiata carica di ironia riguardo ai diritti umani delle donne. Un paradosso linguistico?

Si potrebbe continuare con riflessioni emotivamente coinvolgenti su ogni frammento ma lascio a chi leggerà la sorpresa e il piacere della scoperta, il gusto di riconoscersi in alcune tessere o di sentirsene estranee.

Mi si lasci tuttavia ancora citare la "tessera" sulla narrazione: "Certo è la narrazione femminile che tramanda le tradizioni legate ai più lontani archetipi delle culture, ai miti, alle cosmogonie che spiegano l'esistenza e i valori con immagini e rappresentazioni in un linguaggio accessibile. Le fiabe il loro terreno, Sheherazade la fata regina".

Un ultimo giro al tubo del caleidoscopio, tristemente attuale: "La guerra è il prodotto più perfezionato, ricorrente, apprezzato nei fatti dalla società patriarcale che da sempre insegue il sogno...di coniugare potere e possesso...il prodotto perfetto di una società che si è costruita proprio sui corpi delle donne, ...l'impossibilità degli uomini di abbandonare il campo in cui l'onnipotenza narcisistica si esercita nel modo più esemplare: chi non può dare la vita darà la morte, essendo la polarità Vita/Morte radicalmente iscritta nelle "relazioni di potere" che fondano l'ordine sessuato della nostra società".


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