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'Figlie del silenzio': il romanzo di Francesca Silvestri riscopre una storia femminile dimenticata

'Figlie del silenzio': il romanzo di Francesca Silvestri riscopre una storia femminile dimenticata

Attraverso la storia di Alaide Fabbrini il libro, uscito con Les Flâneurs Edizioni, racconta l'emarginazione e l'occultamento delle donne le cui personalità non rispondevano agli stereotipi femminili

Venerdi, 28/03/2025 -

Fresco di stampa, arriva oggi nelle librerie il secondo romanzo di Francesca Silvestri, “Figlie del silenzio” sempre per Les Flâneurs Edizioni nella collana Montparnasse. Una storia accattivante che prende le mosse da alcuni interrogativi: perché una donna finisce nell'oblio della memoria familiare? Che significato può avere il silenzio su una vicenda biografica, che ha attraversato tre generazioni di donne? La storia è quella di Alaide e la risposta a queste domande cerca di darla Matilde, giovane archivista e sua discendente, mettendosi quasi per caso sulle sue tracce. Questo suo risalire la corrente di vicende familiari la conduce alla scoperta di una donna e di un'artista profondamente inquieta che ha attraversato, con lucidità e dolorosa consapevolezza, la difficile condizione femminile del primo Novecento, portando alla luce vicende rimaste sepolte per anni nel silenzio, dietro le sbarre dei conventi o dei manicomi.

“La storia di Alaide Fabbrini, la protagonista di “Figlie del silenzio”, mi è stata raccontata diversi anni fa e mi ha subito molto incuriosito. Era piena di lacune e di ‘si dice’, ‘sembra’, ‘forse’ e altre incertezze a cui ho cercato di dare un senso attraverso la scrittura” spiega l’autrice, che delinea un suo affascinante ritratto. “Era una donna, si dice molto bella, vissuta a cavallo tra due secoli (nata nel 1898 e morta nel 1929), scomparsa prematuramente e in circostanze poco chiare a soli 31 anni, subito dopo aver avuto il suo primo figlio. Ma la cosa che mi ha più intrigato è che di questa donna si erano inspiegabilmente perse le tracce, nella propria famiglia, con la morte dell'ultima delle sue pronipoti. Una storia strana e confusa che però, forse proprio perché oscura, mi ha coinvolto fin dall'inizio e mi ha portato a indagare e ad approfondire tematiche importanti, come la malattia mentale all'inizio del Novecento, ovviamente molto prima della legge Basaglia, e la facilità con cui le donne spesso venivano rinchiuse in manicomio o in convento per la loro stravaganza, cioè per una personalità che difficilmente rientrava in certi stereotipi. Fin qui la storia vera o presunta, perché a volte si scendeva addirittura nella deriva del pettegolezzo, basata sulle poche informazioni di chi ancora la ricordava. I documenti e le foto che ho ritrovato non dicevano di più, spesso il suo volto rimaneva nascosto dai capelli o dai cappelli o da altre persone. Era come se mi sfuggisse, volesse restare nell'ombra. Più andavo avanti nella ricerca, più annotavo tutto e cercavo di rimettere in fila i pezzi di una vicenda che non poteva essere ricostruita del tutto, ma questo l'ho capito molto tempo dopo. Così, da un certo punto in poi, ho deciso di abbandonare la storia reale e mi sono lasciata andare, trasformando la vicenda biografica di Alaide in romanzo. Solo in questo modo si sarebbe potuto far luce. Un lavoro di lenta emersione dall'oblio (della storia e della ricerca)”.

Un romanzo che, muovendosi “tra il mistero e la storia di famiglia, lascia affiorare via via tematiche importanti quali l'oppressione delle donne vista attraverso l'angolazione della classificazione sbrigativa di ‘isteria’ usata per metterne a tacere spirito critico, opposizione all'omologazione e creatività” ha osservato la scrittrice Titti Marrone. Segnali di questo vissuto taciuto sono i passaggi oscuri
nella vita di Alaide tra diari interrotti, cicatrici e fratture rimaste aperte che sono “i coprotagonisti della storia che condurranno Matilde, insieme al lettore, in un finale imprevedibile che avrà molto a che fare anche con la sua storia personale”.

Da questo incontro tra una storia vissuta e dimentica con la sensibilità di Francesca Silvestri nasce un libro che l’editore ha voluto accogliere nella collana Montparnasse che “nasce proprio per ospitare voci capaci di restituire, attraverso la letteratura, uno sguardo lucido e profondo sul presente, e “Figlie del silenzio” si inserisce perfettamente in questa linea editoriale: un romanzo che fa della ricerca storica un gesto politico e poetico insieme”. È una storia, infatti, che contribuisce a “rompere il silenzio che per troppo tempo ha avvolto le vite scomode delle donne, quelle lasciate indietro, dimenticate o taciute. Attraverso la figura di Alaide, artista inquieta e fragile, e lo sguardo di Matilde che ne ricostruisce la storia, Francesca Silvestri ci invita a riflettere su una memoria femminile collettiva da custodire e riscattare”.

Già fitta l’agenda delle presentazioni del libro, che prevede presentazioni: il 6 maggio presso Unilibera Valdicornia - Venturina (LI), il 9 a Corciano (Pg), il 17 al Salone del libro di Torino, il 24 a Tuoro sul Trasimeno (Pg) e il 6 giugno presso il Centro culturale Qui Perugia.

DATI TECNICI
Figlie del silenzio
di Francesca Silvestri
LesFlâneurs Edizioni, CollanaMontparnasse
Narrativa
In commercio dal: 28 marzo 2025
Pagine: 184, Brossura
Prezzo: Euro 16,00
EAN: 9791254511985

BIOGRAFIA
Francesca Silvestri è editor e giornalista. Nel 1996 ha fondato la casa editrice ali&no, di cui è attualmente direttrice editoriale, e nel 2020 il Premio Letterario Nazionale Clara Sereni, scrittrice con cui aveva a lungo collaborato, ricevendo la Medaglia del Presidente della Repubblica. Utilizza la scrittura in ambiti educativi e terapeutici, collabora con il blog Arufabetto e la rivista Noidonne. È autrice di racconti e curatrice di volumi, tra cui Il tavolo della memoria familiare. Intervista a Clara Sereni (ali&no, 2024). Ha esordito in narrativa con il romanzo L’arrocco (Les Flâneurs, 2022).


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