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Dopo Verona occorre un fronte comune. Per resistere all'attacco

Dopo Verona occorre un fronte comune. Per resistere all'attacco

Siamo in un periodo buio e oscurantista in tema dei diritti, la forza dei movimenti emersa a Verona non deve andare dispersa

Domenica, 07/04/2019 - Scomparso il bonus bebè, riapparsi ‘padre-madre’ in luogo di ‘genitori’ sui documenti di identità.
Ecco le ultime novità all’indomani del Convegno della famiglia di Verona.

Ecco, dunque, la strategia di questo governo: creare un terreno di consenso rassicurante attorno a temi impossibili da contestare (famiglia, figli, rispetto per la vita) e contestualmente sferrare attacchi sempre più specifici a diritti faticosamente acquisiti nel corso di lunghi anni di battaglie e riconoscimenti e al principio di libera scelta ed autodeterminazione nell’ambito della maternità, della legge 194, delle unioni civili omosessuali e di ogni altra misura egualitaria nelle politiche legate alla famiglia, alla sessualità e alla identità di genere.

Sotto attacco si sono trovate prima di tutto le donne e con esse i minori, la comunità lgtbiq, i migranti; attacco sferrato attraverso prese di posizione contro la legge 194, contro quella sulle unioni civili, attraverso il ddl Pillon e correlati, i ddl Gasparri e Stefani (proposte di legge subdole, che formalmente non attaccano la 194, ma di fatto risultano essere un vero tentativo di abolirla o svuotarla completamente), attraverso la modifica dei termini per il congedo parentale e di maternità, attraverso il decreto sicurezza.

Le intenzioni dei nostri decisori politici sono chiaramente svelate dall’appoggio e sostegno ad associazioni ed istituzioni nazionali e internazionali che mirano a rovesciare le leggi esistenti sui diritti umani fondamentali legati alla sessualità e alla riproduzione come è successo all’ultimo Congresso Mondiale delle Famiglie a Verona. Su tali leggi, indirizzate a garantire la dignità degli individui attraverso la possibilità di scegliere liberamente riguardo ai propri destini familiari (divorzio), alla propria maternità (contraccezione, interruzione volontaria di gravidanza, la riproduzione assistita), ai propri orientamenti sessuali (uguaglianza per le persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali o intersessuali, asessuali-LGTBIA, diritto di cambiare genere o sesso senza temere ripercussioni legali), si abbatte un fanatismo distruttivo ed oscurantista del quale il Governo è attivamente complice.

Fa parte di questa strategia alimentare la paura nei confronti di ciò che può essere percepito come diverso e, quindi, potenzialmente pericoloso; fa parte di questa strategia il ridurre le donne a ruoli antichi, funzionali unicamente alla procreazione e al servizio della famiglia.

Pillon tempo fa ha affermato: “costringerò le donne a non abortire” riassumendo in una sola frase la natura violenta e dispotica di questi personaggi dai quali ci troviamo ad essere governati.

In centomila a Verona abbiamo risposto a questa violenza, con cuore, testa e determinazione.

Ancora una volta la rete delle donne ha mosso la protesta.

Noi che da sempre ci battiamo per l’autodeterminazione dei diritti sessuali e riproduttivi, per la democrazia e la laicità dello Stato, perché ciascun individuo possa scegliere liberamente ciò che riguarda la propria vita, il proprio corpo, la propria salute, il proprio lavoro, il proprio futuro, non siamo disposte ad arretrare di un millimetro.

La forza dei movimenti emersa da Verona non deve andare dispersa perché stiamo affrontando un periodo buio ed oscurantista che mai avremmo pensato di dover rivivere.

Ci appelliamo ai movimenti femministi e a tutte e tutti coloro che hanno a cuore i diritti e la loro tutela perché ci si impegni, insieme, alla creazione di un fronte di resistenza unitario e perché, focalizzati gli obiettivi comuni, si lavori superando qualunque possibile frammentazione.

Perché davvero, al di là di ogni retorica, se non è il momento di lottare unite e uniti quando viene sferrato un attacco così massiccio, allora quando lo è? Quando, se non adesso?

COORDINAMENTO NAZIONALE COMITATI SENONORAQUANDO?

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