Da dentro a fuori, tra i granelli di sabbia. Le poesie di Maria Piacente

Come esergo il librino di versi di Maria Piacente offre una bella citazione di Virginia Woolf che descrive l’intensità e la gratuità dell’opera pittorica in cerca del suo senso per uscire dal cavalletto e, forse, contentarsi di sé, senza voglia di gloria. Non le importa, basta sapere che c’è traccia di una sua “visione”.

Maria è una poeta, una donna. Non sempre le donne accampano ambizioni, hanno una visione di vita senza essere visionarie nel senso banale del bell’aggettivo. Trascorre una vita positiva, con figli e nipoti, lavora nell’educazione, dirige una rivista, Pedagogika, attorno alla quale si svolgono iniziative tutte riferite alla scuola e ai suoi diritti. Si permette, anche lei, di avere una stanza metaforica, “tutta per sé”, di serenità creativa, dove sono ammesse le cose e le persone belle, dove poter dire “mi sento/ parte del cosmo/ e delle sue stelle”. Dove arriva l’assente a rifare coppia e continuare la favola seria della bella ragazza che ha incontrato il ragazzo intelligente e hanno costruito insieme una storia, due figli, attività di passione comune. I pensieri sono ancora gli stessi, nonostante si sappia che si è soli e che lo spazio interiore si riempie di fantasmi, di contenuti intimi, di segreti non più tali.

Allora Maria - come già in Pallide lune - apre la porta della visione alla comunicazione con gli altri, con amici che forse conoscono la stessa o altre storie, ma si emozionano su queste composizioni.

Leggere, eppure portano il peso dell’aspirazione ad un amore non solo individuale, (vorrei che il mio desiderio/ si consumasse/ nelle utopie in cui ho creduto), che va al ricordo della mamma e del padre, ma anche al ragazzo nero che chiede l’elemosina, al disperato che si suicida, al perseguitato politico Navalny, ai tanti casi che non sanno ”i vuoti e i pieni della vita comprata”.

Maria Piacente
Da dentro a fuori, tra i granelli di sabbia
edizioni GFE, Roma, 2024