Da Anna Marciano, e la strada a lei intitolata, fino a Cecilia Sala. Una riflessione di fine anno
Il 2025 sarà un anno molto difficile tra guerre sempre più prossime, non solo geograficamente, e pesanti crisi economiche in vista. La voce delle donne deve alzarsi forte e chiara a sostegno dei diritti di tutte
Domenica, 29/12/2024 - A Cecina una strada è intitolata a Anna Marciano 'che a 9 anni salvò molti soldati dalla rappresaglia nazista'. Il gesto fu davvero eroico, al pari della sua intera vita, contrassegnata dal lavoro e dalle lotte che Anna ha sostenuto per conquistare la libertà sua e di tante donne. Anche se non è menzionato il suo essere stata femminista e anticonformista, per noi è il sottotitolo che va letto in controluce. Non è un caso, infatti, che insieme a lei Cecina abbia voluto intestare una strada a Rita Levi Montalcini e una a Madre Teresa di Calcutta La scelta amministrativa è stato frutto dell'impegno della Commissaria straordinaria Vincenza Filippi, che ha voluto che la cerimonia si tenesse l'8 marzo scorso, alla presenza della cittadinanza e della famiglia di Anna.
NOIDONNE ha scelto di salutare questo difficile anno con il piacere della condivisione di un piccolo evento, avvenuto mesi fa in una cittadina di provincia, di cui va colta la potenza della sua simbologia. Nello stesso giorno tre strade intitolate a tre percorsi al femminile assolutamente diversi e distanti per le dimensioni umane e geografiche che hanno attraversato, tre storie di esistenze difficili eppure di successo, se per successo intendiamo "il risultato di un'azione che crea delle conseguenze, che fa accadere qualcosa". Ebbene sì, anche la vita di Anna Marciano - delle altre già conosciamo molto o moltissimo - è stata un successo, al punto di 'meritare' una strada a lei intestata. Perchè la vita di una donna non è mai semplice o banale per la potenza trasformativa del suo essere e del suo agire.
Lo è sempre e lo è ancora di più quando le donne decidono di essere Soggetti Politici nella società.
Anna ha scelto di esserlo quando non si è arresa al destino scritto per le donne del suo tempo e si è molto impegnata per trovare la sua libertà, poi l'attivismo nell'Udi e poi, già avanti negli anni, la diffusione di NOIDONNE che era per lei un pretesto per parlare con tante donne e giovani. Era, cioè, un modo per fare Politica attiva come poteva e come voleva.
Sono tantissime nel mondo le donne sconosciute che, come Anna, lottano giorno dopo giorno per ottenere diritti o per non perderli. Il primo gesto politico è nominarle, non dimenticarle, sostenerle. Così come documentano tanti/e inviati/e di guerra o nelle regioni ad alto rischio, così come intendeva continuare a fare Cecilia Sala tornando in Iran per raccogliere interviste e materiali per il suo lavoro di giornalista. Sono soprattutto le giornaliste a raccontare le storie delle vite 'semplici' che i conflitti distruggono o che i regimi totalitari annientano.
L'arresto di Cecilia Sala ha riportato l'attenzione sull'Iran e sulle terribili condizioni e pratiche del famigerato carcere di Evin in cui è rinchiusa e ha riportato alla più ampia attenzione il tema dei diritti civili nella teocrazia degli ayatollah e, soprattutto, dei diritti delle donne alle quali è impedito di farsi Soggetto Politico.
Sono decine e decine le donne condannate a morte dal regime, e uccise, con l'accusa di aver gridato nelle piazze 'Donna, Vita, Libertà' inseguendo il sogno della democrazia di tante generazioni di iraniani e iraniane.
Nonostante le sia impedito di comunicare, la potenza dell'essere lì di Cecilia è già un racconto, un dare voce alle tante prigioniere senza nome e sconosciute, donne che il mondo prova a dimenticare. Ma che esistono perchè con le loro scelte vogliono essere Soggetto Politico e, in quanto tale, sono imprigionate e uccise.
Ringraziamo Cecilia per il suo raccontarci senza parole tante storie importanti mentre ci uniamo alla richiesta della sua liberazione immediata.
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