La sartoria sociale che accompagna le migranti verso nuovi progetti di vita. Intervista a Pina Vallerotonda
“Abbiamo iniziato nel 2010 con le prime 15 nigeriane arrivate dopo un viaggio inenarrabile; erano giovani donne e molte le gravidanze indesiderate. Era davvero difficile comunicare con loro. Abbiamo pensato portare delle stoffe e una macchina per cucire: piano piano si sono avvicinate e, cucendo abiti per loro stesse, hanno cominciato ad aprirsi, a raccontare lo loro storie. Appena partite erano subito cadute in balia dei trafficanti, non sapevano neppure di trovarsi in Italia. Nel 2016 abbiamo inaugurato questo luogo, che è diventato un laboratorio di inclusione, una sartoria sociale in cui abbiamo anche potuto assumete 4 di loro”.
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