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Cristina Milani, Ambasciatrice di gentilezza, e la capacità di avere la Meraviglia negli Occhii

Cristina Milani, Ambasciatrice di gentilezza, e la capacità di avere la Meraviglia negli Occhii

Nel libro "Diventare ambasciatore di gentilezza. Come adottare uno stile di vita gentile per migliorare il mondo e se stessi" i segreti per liberare la mente dagli inquinanti che impediscono l’accesso alle nostre risorse profonde

Martedi, 09/05/2023 -

Cristina Milani è “Ambasciatrice di gentilezza”.
Da circa quindici anni racconta e diffonde la forza della gentilezza nelle scuole, negli ambienti di lavoro, dovunque avverta la possibilità di essere ascoltata e di proporre modi per gestire le proprie emozioni, perché essere gentili significa essere “in ascolto dell’altro” e questo è possibile solo se si è in contatto e “in ascolto” con sé stessi.

Nel suo ultimo libro “Diventare ambasciatore di gentilezza. Come adottare uno stile di vita gentile per migliorare il mondo e se stessi”, Cristina Milani definisce questa virtù “la mia droga“ e ci indica comportamenti ed atteggiamenti mentali basati sulla condivisione delle emozioni con chi ci circonda e con l’ambiente in cui viviamo.  

Spinta dalla ferma convinzione che la gentilezza può contribuire a salvare noi e il pianeta, ha fondato Gentletude, una onlus che ha l’obiettivo di diffondere la gentilezza, ed è vicepresidente del Movimento Mondiale della Gentilezza, nato in Oriente e diffuso oggi in tutti i Continenti.

Ho assaporato questo libro, che l’autrice definisce “piccolo manuale”, come il racconto di un’esperienza buona, che mi porta ad immaginare il sapore di un cibo - la gentilezza - di cui un’amica mi descrive la ricetta, mi insegna pazientemente a prepararla e me la racconta perché, mettendo insieme gli ingredienti, con quei tempi e in quella sequenza, quel piattole è venuto proprio bene e mi fa venir voglia di provare a farlo anch’io.

Cristina ci dice come è diventata Ambasciatrice di Gentilezza e ci indica un percorso, di cui avvalora l’efficacia con la sua esperienza, ma anche con giustificazioni scientifiche, ragioni etiche e riferimenti filosofici.

Uno stile di vita improntato alla gentilezza, ci dice, aumenta la produzione di serotonina, l’ormone della felicità, e dalla psiconeuroendocrinobiologia (PNEI) sappiamo che questo influisce positivamente sullo stato di salute individuale, facilita i contatti sociali,spinge alla condivisione e aumenta la fiducia reciproca.

La gentilezza è una virtù che, oggi più che mai, dobbiamo praticare, non solo nei confronti del prossimo umano, ma anche nei confronti del pianeta in cui viviamo e degli altri viventi.  

Diventare Ambasciatori di gentilezza è rispondere all’istinto innato e universale di riconnetterci con gli altri e con il mondo attraverso l’empatia e la condivisione delle emozioni.  

Essere Ambasciatore di Gentilezza significa declinarla nell’agire, in ciascuno dei nostri contesti (affettivi, lavorativi e personali) e rappresentarla attraverso cura e connessione verso sé stessi e con tutto quanto ci circonda, per promuovere una società sostenibile. 

Il primo passo è quello di iniziare a vivere la propria vita e decidere come si vuole utilizzare il tempo che ci è concesso. 

Si tratta di scegliere se vogliamo appartenere alla categoria degli “offuscati”, che si limitano a sopravvivere e rappresentarsi in maschera al mondo, o a quella degli “illuminati”, che invece la vita la vivono e vogliono contribuire davvero al bene comune. 

Per scegliere da che parte vogliamo stare dobbiamo scoprire le nostre potenzialità e i nostri desideri più intimi e veri di felicità; diventare consapevoli delle risorse alle quali possiamo attingere per affrontare il mondo con questa nuova veste. 

Sappiamo che l’uso distorto e in molti casi malato della tecnologia, l’individualismo e l’antagonismo sfrenato che trasformano la vita in una lotta, impediscono alla gentilezza di rivelarsi. È faticoso mantenerci gentili, ma possiamo farlo praticando l’empatia, anche nei confronti di chi è sgarbato.  

Sappiamo che gli sgarbati sono vittime, persone vulnerabili e perse che usano modi scortesi, offensivi, insolenti e rozzi per sopravvivere in un mondo per loro ostile; sono persone che hanno bisogno d’aiuto. 

Per affrontarli con gentilezza Cristina ci propone di usare la comunicazione non violenta (CNV), che consiste nello stabilire un collegamento emotivo con l’altro per identificarne i bisogni, e poi nell’elaborare una soluzione, che sia buona per lui/lei e per noi stessi; questa tecnica può favorire lo sviluppo di giochi relazionali a somma diversa da zero e preservarci dalle emozioni tossiche che potremmo provare di fronte all’evento sgarbato. 

Essere in grado di immaginare la realtà che gli altri vivono ci permette di stare connessi ed imparare a guidare la nostra vita, anziché essere guidati da altri, ed anche proporre il nostro agire virtuoso agli altri -gli sgarbati - che non sanno scegliere quali comportamenti adottare per perseguire i propri obiettivi e desideri, anzi, si disconnettono e così facendo perdono l’immaginazione e quindi la capacità di vedere la realtà dell’altro, attivando meccanismi di difesa come l’aggredire. La gentilezza può essere un virus che li contagia e li spinge a cambiare. 

La consapevolezza ci aiuta a mantenerci gentili: reagire con sgarbo ad un gesto sgarbato equivale a mettersi sullo stesso piano, cadere nell’automatismo della violenza fisica o psicologica e ritrovarsi a nostra volta insicuri, disconnessi, chiusi,sfiduciati e quindi sgarbati. 

L’autrice ci descrive i passi compiendo i quali è diventata“una cacciatrice di felicità” e ci invita a mantenerci “in equilibrio per non scivolare in comportamenti sgarbati, con il fine di far provare allo sgarbato l’esperienza della gentilezza, così che possa beneficiare dei suoi effetti positivi e prima o dopo “convertirsi”. 

Nel percorso per diventare ambasciatori di gentilezza ci propone l’aiuto di tre Mantra che, se ripetuti, possono permettere il perdurare di uno stato di consapevolezza.

Una volta sicuri del nostro impegno possiamo iniziare i sette passi per diventare ambasciatore di gentilezza. Ogni passo è una promessa, da affrontare secondo le proprie disponibilità,concedendosi il tempo che serve e scegliendo con gradualità, in base al proprio sentire, come percorrere un cambiamento positivo, per noi stessi e per gli altri. 

Per ciascuna promessa l’autrice suggerisce passi di miglioramento e “pillole” che ci possono aiutare a liberare la mente dagli inquinanti che impediscono l’accesso alle nostre risorse profonde, per trovare l’equilibrio necessario a sviluppare la pazienza, attivare l’arma del sorriso, abbracciare il cambiamento, prendersi cura di sé stessi, del pianeta e degli animali. 

Riporto fedelmente qui sotto le ultime frasi del libro, perché per me riassumono e racchiudono il messaggio che viene dettagliato e motivato in ogni pagina e invito chi vuole vivere con la meraviglia negli occhi di leggere la ricetta che Cristina ci propone. “Essere Ambasciatori di gentilezza significa quindi vivere una vita piena, essere in equilibrio con sé stessi, vivere ogni momento intensamente, possedere la “MERAVIGLIA NEGLI OCCHI”, saper agire in maniera empatica verso gli altri, compresi gli sgarbati. Un Ambasciatore di gentilezza rispetta il mondo e i suoi abitanti, rispetta la vita propria e altrui, è capace di cogliere significati ed emozioni uniche dalle esperienze vissute o raccontate, è capace di rialzarsi dopo una caduta, più forte e più consapevole di prima. Essere un Ambasciatore di gentilezza significa donare il proprio contributo alle generazioni a venire e vivere una vita che valga la pena di essere raccontata”.


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