In un libro meravigliose immagini e una narrazione di accompagnamento ripercorrono momenti, tappe, protagonismi dei movimenti delle donne
Restituire, a tanti anni di distanza, il senso di quelli che sono stati gli anni ‘70 delle donne e della rivoluzione femminile e femminista non è un’operazione facile. Il rischio è di riproporre cose già molto conosciute oppure di accrescere la dimensione “mitologica” di un periodo che certamente ha caratteristiche straordinarie non solo per le tante cose rilevanti avvenute per le donne, ma soprattutto per le trasformazioni che ha prodotto sia a livello individuale che collettivo.
Il libro “Covando un mondo nuovo. Viaggio tra le donne degli anni ‘70” edito da Einaudi, costruito a quattro mani dalla fotografa Paola Agosti e dalla giornalista Benedetta Tobagi, ha trovato una chiave che va oltre quella descrittiva producendo un effetto di calda identificazione con le protagoniste di quel periodo che tocca non solo chi ha potuto vivere e partecipare a quegli anni ma anche chi oggi vuole capire quale fossero gli elementi che in così poco tempo hanno prodotto così grandi eventi e cambiamenti.
Del resto non a caso il libro è frutto proprio di due “sguardi” diversi, quello di Paola Agosti, che c’era e partecipava di persona a fatti ed eventi che le donne producevano in quegli anni, sia nella dimensione pubblica che in quella più privata; e quello di Benedetta Tobagi che nasceva in quegli anni e che da giornalista e scrittrice attenta al ruolo e alla storia delle donne nella società italiana deve misurarsi oggi con la ricerca di chiavi narrative e informative su vicende non vissute direttamente ma che conosce attraverso diverse fonti.
La scelta fatta è stata quella di seguire come filo conduttore non solo i numerosi passaggi e storie che hanno caratterizzato quegli anni ma come una grande fotografa come Paola Agosti dietro il suo obiettivo ha saputo cogliere e rappresentare le donne in quel periodo.
Quelle che erano in prima fila di un processo rivoluzionario che toccava la stessa identità e corporeità femminile, portate in piazza come nuovo elemento di forza per rivendicare diritti e leggi scardinatrici di visioni consolidate. Quelle, giustamente, ancora impegnate su terreni emancipatori più tradizionali come il diritto alla parità nel lavoro o la rivendicazione di servizi. Ma anche le tante donne che erano ai margini di territori e condizioni sociali, ma proprio per questo testimoni importanti del significato di profonda trasformazione che attendeva tutto il paese. Del resto chi conosce la visione etica e la ricchezza poliedrica professionale di Paola Agosti (pensiamo ai bellissimi servizi su donne, uomini e bambini nei paesi del terzo mondo) sa che niente è più lontano da lei della definizione di fotografa “attivista” del movimento femminista perché è proprio la sua ricerca di realtà che ne ha fatto una delle fotografe più brave a cogliere in profondità aspetti, sentimenti, condizioni, pensieri delle donne.
Se, quindi, è soprattutto alle foto che viene affidata la lettura e rilettura del “decennio delle donne”, il percorso narrativo scelto con la collaborazione tra Paola Agosti e Benedetta Tobagi è efficacemente supportato da testi costruiti con precisione e scioltezza giornalistica insieme, attingendo a fonti diverse e a protagoniste di quella stagione. Fonti e riferimenti messi a disposizione alla fine del volume, insieme ad un indice identificativo delle foto pubblicate e ad una cronologia essenziale dei passaggi e degli eventi più rilevanti dal punto di vista delle vicende politiche femministe e femminili del periodo.
Apre il volume la celebre foto delle donne con le mani alzate a forma di vagina davanti alla polizia durante la manifestazione nel 1977 contro la violenza alle donne e, a seguire, un alternarsi di immagini femminili di situazioni quotidiane di vita e di lavoro di quegli anni con scatti che riprendono momenti di manifestazioni di piazza, con una attenzione particolare a cogliere la creatività e il linguaggio provocatorio dei cartelli (Decido io su tutto, Tutte abbiamo abortito, Sono del PCI però sono qui, Dalla mia rabbia la mia vita).
Ritornano alla memoria episodi dimenticati come il travagliato percorso di denuncia di Gigliola Pierobon, incriminata e condannata per aborto clandestino, miccia di un moltiplicarsi di autodenunce, di manifestazioni femministe di solidarietà, testimonianze dirette di cosa significa “partire da sé”.
Grande spazio viene dato ai tanti momenti e ai diversi protagonisti di un percorso tortuoso, pieno di differenze e di scontri ideologici oltreché di momenti di ritrovata unità e solidarietà sul tema di una legge sull’aborto e alle tante esperienze di ambulatori ginecologici autogestiti sorti sfidando la legge per aiutare le donne.
Le foto che scorrono non seguono un ordine cronologico, ma un percorso narrativo che tocca vari aspetti e momenti legati alle tante lotte per nuovi diritti e per obiettivi concreti: il No al referendum sul divorzio, una legge contro l’aborto clandestino e l’autodeterminazione, la lunghissima marcia per una legge contro la violenza alle donne, ma anche la creazione dei consultori, i diritti di parità nel lavoro,ecc. In tutte queste immagini si coglie soprattutto la ricerca e la capacità di cogliere la vitalità, la creatività, il coraggio linguistico di quello che esprimevano le donne, viste con partecipazione ma anche con rispetto personale e politico. ”Guai a chi mi rompe l’uovo, sto covando un mondo nuovo” è lo slogan innalzato da tante mani durante l’importante manifestazione del marzo 1980 per la consegna delle firme a favore della legge contro la violenza sessuale. Uno slogan che accompagnava una gigantesca gallina colorata scelta con grande autoironia per contrastare i tanti stereotipi legati a questo volatile, spesso utilizzati come formule insultanti per le donne. Uno slogan che ha ispirato il titolo del volume.
Seguendo non solo i fatti più eclatanti delle lotte femministe di quel decennio ma anche un filo che lega una parte importante dell’attività artistica e professionale di Paola Agosti alle donne in quanto tali, il volume restituisce come parte integrante del percorso di cambiamento voluto in quegli anni dalle donne i tanti spaccati di vita e di condizione con cui lei ha osservato, ritratto, interpretato il mondo femminile, sia a livello individuale che collettivo. A cominciare dal tema e dalla condizione del lavoro delle donne a cui ha dedicato per tutta la sua vita professionale una particolare e appassionata attenzione: ricordiamo il volume “La donna e la macchina” del 1983; ricordiamo con affetto, che sappiamo ricambiato, l’importante contributo che Paola Agosti ha dato come fotografa al giornalismo di inchiesta di NOIDONNE degli anni ’70 e ’80 proprio sulle condizioni di lavoro delle donne: a domicilio, in fabbrica, nelle campagne, al Sud come nel Centro Nord.
Il volume giustamente sottolinea come anche nel fervore della rivoluzione femminista, spesso vissuta come discontinuità con la storia e la cultura dell’emancipazione femminile, i segni di cambiamento delle donne erano da leggere anche nelle lotte delle donne nelle fabbriche per difendere il diritto al lavoro come chiave di autonomia, o nella maggiore presenza femminile come conduttrici di attività agricole. Il volto orgoglioso della donna sul suo trattore è un’icona di questa rappresentazione al femminile.
Nel volume sono molti i riferimenti che riguardano la testata NOIDONNE come una delle fonti usate per la parte giornalistica, così come è bello rivedere alcune fotografie di Paola Agosti che, nell’ambito della sua collaborazione con NOIDONNE negli anni ’70 e ’80, accompagnavano articoli e inchieste di grande spessore, pagine oggi liberamente disponibili grazie alla digitalizzazione fatta dell’intera collezione giornalistica di questa importante testata e accessibile liberamente nel sito dedicato. (www.noidonnearchiviostorico.org)
Lascia un Commento