La difficoltà di vivere l’emergenza e il dolore della differenza
Martedi, 05/05/2020 - Il coronavirus ci costringe a vivere un’esistenza differente rispetto a quella alla quale eravamo abituati. La nostra libertà di movimento è notevolmente ridotta; la socializzazione è diventata on-line: gli abbracci, la vicinanza fisica, il condividere una cena, sono vietati. Questa è una prova durissima per ognuno di noi perché come disse Aristotele “l’uomo è un animale sociale”; vivere l’isolamento comporta smarrimento e, a volte, depressione ma anche la possibilità di riflettere sulla propria vita, sulle proprie scelte per capire se queste ci soddisfino; sulle proprie relazioni, per capire se e quanto queste siano importanti per noi o, come direbbe Pierre Hadot, di praticare l’esercizio spirituale della meditazione per conoscere se stessi, grazie a una filosofia che ci guida nelle nostre azioni e diventa un’arte: l’arte di vivere. Abbiamo rivolto alcune domande alla prof.ssa Alessandra Fabbri nell’ambito delle conversazioni con l’Istituto Italiano di Bioetica ispirate ai temi sollevati dalla pandemia.
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