Coop Nuove Risposte. Curare le relazioni per costruire comunità
Cantiere Infanzia è il luogo simbolico nella periferia romana dello spirito cooperativo. L’esperienza di Nuove Risposte a oltre trentacinque anni dalla sua fondazione e la testimonianza di Cristina, giovane educatrice
Condivisione, solidarietà, innovazione, sperimentazione. Parole che contengono mondi, modi di essere e di sentirsi parte attiva della società. Concetti che sono l’humus in cui affonda le radici la cooperativa Nuove Risposte. “Il nostro è un cammino lungo, iniziato nel 1980. Lo sguardo è stato attratto fin dall’inizio dai bisogni sociali che salivano prepotentemente e che ancora non trovavano nei servizi pubblici risposte organizzate”. Elisa Paris è la presidente (videointervista) e anche il motore di una realtà che è cresciuta col tempo, acquisendo esperienza e credibilità nel territorio grazie al rigoroso lavoro quotidiano (galleria fotografica). “Avevo vinto il concorso e insegnavo lingue; mi aspettava un futuro ‘tranquillo’ ma, nonostante le resistenze della mia famiglia, scelsi di seguire la mia inclinazione ad operare nel sociale. Iniziammo con l’assistenza domiciliare agli anziani in un contesto in cui le stesse istituzioni non avevano ben chiaro quali fossero le necessità. Partecipammo al bando comunale aggiungendo alcune prestazioni non richieste di cui vedevamo l’utilità e che erano ispirate alla promozione dell’emancipazione dell’anziano. Erano attività di socializzazione come, ad esempio, i centri anziani, che ancora non erano istituzionalizzati. Insieme ai servizi a domicilio abbiamo posto attenzione alle condizioni delle abitazioni e, con l’esperienza, abbiamo visto in anticipo la necessità di centri destinati alle persone con l’Alzheimer o di strutture intermedie per il maternage. Cominciammo con 25 soci”.
Oggi Nuove Risposte conta 211 soci, in gran parte lavoratori e lavoratrici, e un cospicuo numero di dipendenti a tempo indeterminato e, nei servizi temporanei, a tempo determinato. “Fatturiamo circa 9 milioni di euro. Siamo una realtà cooperativa di medie dimensioni e la nostra crescita è stata lenta, costruita passo dopo passo con la correttezza nella gestione e la fedeltà allo spirito cooperativo che all’inizio si concretizzò, ad esempio, nella costituzione di riserve rinunciando a parte delle nostre retribuzioni. Risorse economiche destinate ad una riserva che ci ha consentito di evitare il ricorso al credito per anni e anche di pagare gli stipendi con regolarità, indipendentemente dai ritardi degli enti pubblici”.
È stata proprio questa lungimiranza, unita ad una non comune capacità imprenditoriale, a permettere la realizzazione di Cantiere Infanzia, la struttura polivalente in cui si svolge l’intervista e che si trova al Quarticciolo, periferia sud di Roma. “Nel 1989 abbiamo iniziato a lavorare con l’infanzia e con le persone con handicap, sperimentando servizi che ci hanno consentito di affinare le nostre competenze professionali e organizzative nel settore specifico. Nel piano regionale del 1987 era stato costruito questo edificio che doveva essere un asilo nido, ma che non era mai stato consegnato al Comune. Fu occupato e gli arredi sparirono; dentro erano stati realizzati 8 appartamenti con tanto di giardinetto. Era diventato un luogo di degrado con spaccio di droga e prostituzione. Quando il Comune di Roma assegnò agli occupanti le case popolari, ci affidò il compito di ripristinare l’asilo nido. Sono venuta insieme ai Vigili del fuoco a fare lo sgombero e le chiavi mi furono consegnate in presenza del Questore; le reazioni degli ex occupanti furono violente e per un periodo non potevo girare sola nel quartiere. Abbiamo investito un miliardo delle vecchie Lire, utilizzando in parte gli accantonamenti in bilancio e per il restante accollandoci un mutuo, su una struttura non di nostra proprietà. Abbiamo scelto il meglio: un progetto realizzato con bioarchitettura e con la supervisione di pedagogisti”.
L’inaugurazione, nel 1999, è stata una festa di tutto il quartiere. “C’era la fila, ordinata, allegra e silenziosa, delle persone che volevano conoscere la struttura su cui avevano cominciato a vigilare mentre erano in corso i lavori di ristrutturazione: era diventata un bene comune - spiega Mariella Zotti, che è vice presidente di Nuove Risposte (videointervistra) -. Avevamo portato l’idea di condivisione di un progetto ed era stata capita”. Cantiere Infanzia è un luogo molto curato. Il Pifferaio magico è la parte destinata a ludoteca e centro giochi che, insieme allo Spazio famiglie, affianca il Nido. “Quando parliamo di servizi innovativi, pensiamo appunto a una struttura come questa. La nostra forza è sempre stata la capacità di leggere le nuove esigenze e cercare risposte adeguate. Una volta c’era solo il nido classico - continua Mariella -, adesso le risposte ai bisogni delle famiglie sono molteplici. Abbiamo persino messo a disposizione dei genitori un appartamento pensato come luogo di incontro per le coppie che stanno affrontando una separazione o vivono in solitudine l’esperienza della genitorialità. Poi ci dobbiamo confrontare con sempre nuove situazioni, come quelle delle famiglie monoparentali o delle coppie omosessuali. Sono realtà e servizi che si inseriscono in una rete, sono tasselli che compongono un insieme”. Un’esperienza intensa, che appare oggi quasi impossibile in una società egoista e polverizzata nelle relazioni. “Sono convinta che si potrebbe ripetere, più o meno nelle stesse modalità. È quello che abbiamo fatto in un altro quartiere periferico della Capitale, La Rustica. Anche lì c’erano famiglie occupanti e il comune ci ha chiamato per custodire la struttura. È stato più difficile creare sintonie, soprattutto con gli inquilini del palazzo, ma siamo riusciti a trovare un equilibrio e a realizzare servizi di cui è stata riconosciuta l’utilità sociale. Del resto ci sono elementi fondamentali delle nostre attività che attraversano tutti i servizi: innovazione, relazione con gli utenti, la rete territoriale. Il nostro modus operandi è sempre lo stesso: accogliere per restituire”. Parola di vicepresidente, che continua. “Le difficoltà c’erano ieri e ci sono oggi. Devi sempre mettere l’enzima, devi mostrare che sei umile e devi costruire la tua credibilità. Rispetto al passato la differenza è che prima certi comportamenti in qualche modo erano sanzionati. Adesso è la televisione a convalidare i comportamenti. Il percorso è sempre lo stesso, il nostro codice di comportamento è sempre lo stesso, ma ci devi lavorare di più, devi dare l’esempio, dai l’esempio nell’agire quotidiano. Certo, va poi considerato che una società complessa chiede risposte più articolate”.
A proposito di complessità e articolazioni, come non chiedere alla presidente di una cooperativa che opera nel sociale a Roma l’impatto che ha avuto Mafia Capitale. “La ricaduta negativa c’è stata negli atti amministrativi, con la paralisi della burocrazia e l’assenza della politica - spiega Elisa -. Mafia Capitale ha fatto un danno di immagine alla cooperazione, ma per le singole cooperative non ci sono state ripercussioni grazie alle relazioni costruite nel territorio e nella trasparenza. Nessun utente si è mai sognato di denigrare noi e il nostro lavoro”. Un’alchimia che spiega Patrizia Siani, psicologa e responsabile dell’area infanzia (videointervista). “I nostri servizi sono fatti di relazione, cerchiamo momenti di condivisione con le famiglie. È un fare per i loro figli che, per esempio, ci fa chiedere ai nonni di cucire le sacchette per portare i libri a casa o ai genitori di venire in biblioteca. Curiamo il dentro perché questo dentro diventi fuori, curiamo il genitore quando è da noi ma anche quando uscirà. I nidi sono visibili dall’esterno, sono luoghi che accolgono e restituiscono. Noi coltiviamo. Infatti abbiamo sempre l’orto. E l’infanzia è una risorsa che si coltiva. I bambini saranno persone consapevoli, che hanno delle radici e delle ali, per poi poter volare….”.
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LAVORARE NEL NIDO È... BELLISSIMO!
Cristina Valentino è un’educatrice del nido all’interno di Cantiere Infanzia e racconta la sua storia (videointervista). “Ho 29 anni ho incontrato la cooperativa Nuove Risposte oltre 10 anni fa, quando mio fratello frequentava il corso di musica di Pasquale nel centro de’ La Rustica, un quartiere di Roma difficile. Le attività della cooperativa avevano l’obiettivo di far socializzare i bambini e dare loro altre opportunità. Mi sono avvicinata alla Nuove Risposte per capire cosa facevano, e mi sono appassionata. Avevo 17 anni e avrei voluto lavorare, ma ero ancora piccola. Così ho fatto un percorso di volontariato, poi mi sono diplomata e poi mi è stata data la possibilità di lavorare. Ho iniziato con la ludoteca e con i centri estivi fino ad arrivare ai nidi. È il lavoro più bello che esiste, perché siamo a contatto con i bambini che sono una risorsa che noi tutti dobbiamo cogliere. I valori della cooperativa di cui mi sento partecipe sono: una forte condivisione e la passione, cooperazione. Fare un lavoro che ti piace e che hai scelto, la possibilità di imparare e conoscere altro, sono cose che mi emozionano , sono un valore aggiunto. Ne parlo sempre e tutti lo sanno, sanno cosa fanno i miei bambini, che sono fantastici. Lavoriamo molto sull’autonomia dei bambini e sull’accoglienza, abbiamo cura del bambino e anche del genitore”
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