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Convegno a Torino sull'odio on line e il linguaggio sessista

Convegno a Torino sull'odio on line e il linguaggio sessista

Anche un convegno sul linguaggio può servire a cambiare la cultura: una lettera spiega perchè

Mercoledi, 06/02/2019 - Pubblichiamo  una lettera che abbiamo ricevuto dopo il Convegno  "Il linguaggio sessista e l'odio on line"  di venerdì 1 febbraio organizzato dalla Commissione Pari Opportunità della Regione Piemonte.

Non solo perchè ci dà una spinta a proseguire il lavoro che, ormai dal marzo 2015, quando lanciammo la campagna "Donne con la A" è uno de nostri obiettivi per abbattere le discriminazioni ancora presenti nel nostro Paese e  plasticamente  rappresentate dalle discriminazioni linguistiche.

Ma perchè siamo convinte  che il mondo potrà essere migliore solo se riusciremo a vivere in una società dove c'è una reale parità che avverrà solo se i cambiamenti culturali saranno profondi, proprio a partire dal linguaggio.

Cara Laura,
sono a complimentarmi per l'ottima riuscita del convegno di venerdì scorso! Ero molto dubbiosa se venire ed ora ne sono entusiasta: le relazioni sono state chiarissime ed interessanti ed le relatrici e relatori molto comunicativi. Risultato: ho imparato un sacco di cose!
Ed è su ciò che voglio condividere con te e con tutta l'organizzazione alcuni pensieri:
per la prima volta nella mia vita mi sono sono resa conto che io uso il "maschile inclusivo" come se fosse normale. Ho 56 anni ed a scuola ho imparato che  esiste "la maestra, la infermiera, il dottore e l'avvocato". Ho anche pensato che l'uso del femminile fosse una forzatura o comunque non indispensabile (ci sono problemi più grandi). Oggi, grazie al tuo e vostro impegno, ho un'altra consapevolezza e seppure non escludo che scivolerò ancora col maschile inclusivo, sento che  ci farò molta, ma molta  più attenzione, perchè l'immaginario conta e se sei una bimba degli anni '60 come me, rischi di rimanerci imprigionata. Ed infatti io ho fatto le magistrali e poi ho scelto un mestiere  "storicamente femminile" tanto che ancora oggi quando parlo in pubblico racconto "delle" assistenti sociali, ricevendo una marea di critiche dall'uditorio maschile. Questo per dirti che i maschi sanno molto più di noi, difendere la propria identità e nel mio caso hanno perfettamente ragione.


Vorrei dedicare anche due parole sui contenuti del pomeriggio: io, per scelta, non ho mai voluto usare i social, perchè ne avevo e ne ho paura. Eppure per assurdo venerdì sono tornata a casa con la voglia di provarci e ti dico il perchè: ho capito che vi è un mondo di informazioni, contenuti, dibattiti ( vedi tutte le belle persone che hanno parlato), da cui io sono tagliata fuori. Leggo il giornale tutti i giorni e saltuariamente guardo la TV , ma ciò non mi avrebbe permesso di imparare quanto mi è stato trasmesso da chi ha parlato. Chissà, forse con le dovute cautele, mi lancerò anch'io nel mondo dei social, in punta di piedi e con tanti timori, ma spero che prevalga la voglia di "stare al mondo e di esserci".
Concludo dicendoti che a fianco a me c'era una giovane fanciulla dotata di un cellulare con cui messaggiava (poco a dir la verità),  di un tablet con cui scriveva ed un altro aggeggio dove compariva quanto stava stava scrivendo: cercando di non farmi notare la guardavo affascinata! Non ho osato chiederle lumi per non sembrare troppo vecchia!!!!! 
Con stima
Giuliana Cottino



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