Un servizio sociosanitario territoriale argine alla privatizzazione della sanità. Intervista a Michele Grandolfo
Ecco quindi tornare in campo il tema dei Consultori Familiari, considerando il raggio di azione che la legge affida loro in quanto servizio territoriale sociosanitario. “I servizi consultoriali vedono qui tutta la loro essenzialità e attualità: dalle mie indagini scientifiche risultano essere i servizi che danno maggiore soddisfazione, che producono i migliori esiti di salute e che espongono di meno a pratiche inappropriate, quindi i consultori sono pilastri fondamentali del Sistema sanitario pubblico nazionale perché producono salute”.
Come si spiega, quindi, una diffusa scelta politica di disinvestimento sui Consultori che - sebbene con differenti modulazioni - attraversa un po’ tutte le regioni?
“È proprio il potenziale che i Consultori hanno ben dimostrato in tanti decenni, nonostante non siano stati supportati e potenziati, a spiegare l’ostracismo verso servizi territoriali che potrebbero essere fondamentali per la salute intesa a tutto campo e che, facendo questo, producono competenze e consapevolezze che sono il fondamento della democrazia”.
Approfittando anche del ruolo che Michele Grandolfo ha avuto come responsabile del sistema di sorveglianza epidemiologica dell’IVG a livello nazionale, cogliamo l’occasione per avere aggiornamenti sull’applicazione della legge 194.
"Le attuali disposizioni sull'aborto farmacologico, fino alla nona settimana gestazionale e l'eseguibilità in ambito consultoriale o ambulatoriale, sanano il colpevole ritardo, le assurde limitazioni a sette settimane e il ricovero per tre giorni in ospedale che gettavano discredito sul Consiglio Superiore di Sanità e sull'AIFA che ci si aspetta si debbano attenere rigorosamente alle prove scientifiche nelle loro determinazioni, prove scientifiche disponibili da decenni. L'attuale incidenza dell'aborto, 5 IVG per mille donne in età feconda, fa si che in un Distretto di 100mila abitanti con circa 20mila donne in età feconda sono attesi in un anno un centinaio di IVG, poco meno di 4 IVG ogni 15 giorni, mediamente tre su quatto eseguibili con procedura farmacologica. Se i Presidenti di Regione si attenessero - come loro inderogabile dovere stabilito esplicitamente dalla legge 194/78 - non dovrebbero avere difficoltà alcuna a disporre che i Direttori Generali delle ASL e delle Aziende ospedaliere garantiscano, integrandosi, i carichi di lavoro necessari per assicurare almeno a livello distrettuale il servizio. Se poi considerassero come titolo di merito l'applicazione della legge 194/78 ai fini della carriera, come sarebbe doveroso in una società democratica, anche l'obiezione di coscienza si ridurrebbe drasticamente anche se pur persistendo ai valori attuali non impedirebbe, vista l'esiguità delle risorse richieste con l'attuale incidenza delle IVG. Altrimenti a loro carico c'è l'interruzione di pubblico servizio. Il problema delle risorse verrebbe ulteriormente ridotto se per il meno di un quarto delle IVG eseguite per via chirurgica venisse utilizzata prevalentemente l'anestesia locale, meno dannosa per la salute delle donne e meno richiedente risorse, attenendosi alle prove scientifiche e alle raccomandazioni internazionali (OMS). Alla luce del fatto che il ricorso all'aborto è prevalentemente conseguenza del fallimento e/o dell'uso scorretto dei metodi impiegati per evitare gravidanze indesiderate, l'evoluzione del fenomeno, da oltre 16 per mille donne in età feconda dei primi anni ottanta all'attuale 5 per mille, sta a indicare quanto sia fondamentale investire sulla competenza delle donne e in tal senso il ruolo dei consultori familiari è stato decisivo. Il ricorso all'interruzione di gravidanza non è eliminabile e solo la donna ha titolo per decidere di ricorrervi e lo Stato deve garantirne gratuitamente la possibilità concreta con sicurezza. In tale prospettiva è da prendere esempio dalla decisione in Francia di inserire in Costituzione il diritto di abortire".
Questo articolo è parte del progetto 'I Consultori alla prova del passaggio generazionale' dell'Associazione NOIDONNE TrePuntoZero sostenuto con i fondi dell'8xMille della Chiesa Valdese
Tutti i materiali del progetto, qui https://www.noidonne.org/consultori-familiari/index.php
Lascia un Commento