Il futuro papa Benedetto XVI revocò il divieto di pubblicare la prima biografia su di lei. Suora e mistica francese, aveva, tra gli altri, il dono della profezia, della bilocazione e delle stimmate. Salvò dei combattenti dai nazisti e curò chiunque
Domenica, 13/07/2025 - In Francia è piuttosto nota, in Italia quasi del tutto sconosciuta. Il suo processo di beatificazione fu aperto nel 1957, dopo avere riesumato intatta la sua salma il 25 marzo di quell'anno, ma nel 1960, alla vigilia del Concilio Vaticano II, il cardinale Ottaviani, allora pro-segretario del Sant'Uffizio, ne decretò la cessazione e proibì la pubblicazione di libri su di lei. La faccenda fu liquidata con tre sole parole: “Troppi miracoli”,
Su una pagina web che parla di lei (https://paroisseshautecornouaille.fr/yvonne-aimee-de-malestroit-une-resistante-mystique/) leggiamo che, su Madre Yvonne-Aimée de Jésus, monsignor Centéne, vescovo di Vannes, ha chiesto un’inchiesta diocesana, terminata nel 2016, e che il dossier è in corso di esame a Roma.
Ma chi era questa donna dalla vita straordinaria che ancora oggi divide il mondo ecclesiastico?
Nata Yvonne Beauvais il 16 luglio 1901 nel piccolo comune di Cossé-en-Champagne e morta il 3 febbraio 1951 nel monastero agostiniano di Malestroit, in Bretagna, divenuta Madre Yvonne-Aimée de Jésus ebbe vita scandita da doni di profezia, guarigione, bilocazione (151 casi contati), stimmate, premonizioni (su questo si veda questo video: www.youtube.com/watch?v=4xV_crN3O2w) xenogsia, materializzazioni (di fiori, più spesso gigli o rose).
La vocazione religiosa si manifesta in lei fin dalla più tenera età. Trascorre due anni di studio in Inghilterra, poi torna in Francia dove, dall’età di 15 anni, si dedica a servire i poveri nei quartieri più pericolosi di Parigi.
Dopo avere respinto diversi pretendenti, incontra Robert, un giovane medico con il quale accetta di fidanzarsi.
Nel 1922 si ammala di tifo, contraendo un forte mal di testa che la perseguiterà fino alla morte. Inviata in convalescenza agli Agostiniani Ospedalieri di Malestroit, vive la sua prima esperienza mistica, ascoltando la voce di Gesù che le mostra la Croce e che le chiede: “Vuoi indossarla?”
Rompe il suo fidanzamento con Robert. Il vescovo di Vannes, informato dei suoi doni mistici, non le permette di entrare a Malestroit, temendo che abbia troppa influenza sulla comunità. La affida, così, al gesuita Joseph de Tonquédec, che impone un'indagine rigorosa che per la donna è "estremamente dolorosa". Nel quadro di tale indagine ella vive delle aggressioni morali e fisiche, che vive in uno spirito di riparazione.
Finalmente, nel 1927 le viene dato il permesso di entrare nel monastero di Malestroit, per cominciare il suo noviziato. Ha 27 anni ed affianca al misticismo un grande senso pratico, tant’è vero che apre una clinica moderna vicino allo stesso monastero. Nel 1935 ne diventa madre superiora. Nel 1946 ottiene da Roma la creazione della prima Federazione dei Monasteri delle Donne che riunisce le comunità di Europa e Africa da Dieppe. Ne è eletta superiora generale.
In piena guerra mondiale, nel suo ospedale, Madre Yvonne cura tutti, a qualsiasi nazionalità appartengano. Anche tedeschi. Ma, dietro le quinte, organizza la fuga di combattenti della resistenza e paracadutisti, permettendo loro di sfuggire ai controlli dei nazisti vestiti da suore…
Un sacerdote la denuncia alle autorità religiose come “falsa mistica”. Il 13 febbraio 1943 viene arrestata a Parigi dalla Gestapo e imprigionata a Cherche-Midi. Di questo arresto, come anche dello scoppio della seconda guerra mondiale e di altri avvenimenti della sua vita, aveva avuto premonizione.
Viene pestata e torturata, ma sfugge miracolosamente, mostrandosi in bilocazione sulla metropolitana a padre Paul Labutte, suo figlio spirituale al quale aveva chiesto preghiere.
Dopo la guerra, il generale De Gaulle le consegna la Legione d’Onore a Vannes, per il suo contributo dato alla causa francese durante la guerra.
Il 7 agosto 1949, la clinica Malestroit riceve la Croce di guerra con palme per aver salvato più di cento paracadutisti, aviatori e partigiani. Madre Yvonne-Aimée è insignita della Medaglia del Re per il Coraggio nella Causa della Libertà dal console del Regno Unito.
La sera del 3 febbraio 1951, muore a Malestroit a causa di una emorragia cerebrale fulminante mentre sta per partire per il Sudafrica. Ha 49 anni.
Sei anni dopo, la sua bara viene aperta; il suo corpo, che è bagnato in 5 centimetri d'acqua, è intatto. Riposa ancora oggi nel piccolo cimitero del monastero agostiniano di Malestroit.
Testimonianze
Molti diari e lettere indirizzate a vari destinatari sono il lascito a testimonianza della sua vita.
La prima biografia che la riguarda risale al 1980 e fu autorizzata dal cardinal Franjo Šeper, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede. Il libro si intitola “Yvonne-Aimée de Malestroit: Un amour extraordinaire”, dell'abate René Laurentin. A revocare il divieto imposto da Ottaviani fu il cardinale Ratzinger, il futuro Papa Benedetto XVI.
Il presbitero e teologo francese René Laurentin (Tours, 19 ottobre 1917 – Parigi, 10 settembre 2017), che è stato uno dei maggiori studiosi di mariologia al mondo, ha studiato gli scritti di Yvonne-Aimée de Malestroit ed ha pubblicato su di lei otto volumi.
Nel marzo di quest’anno è uscito un nuovo libro, dal titolo: “Malestroit”.
Non è un lavoro su questa cittadina, ma una narrazione che evidenzia la vita eroica della superiore agostiniana, "una combattente di resistenza mistica".
Ne è autore Jean de Saint-Cheron, 38enne autore e intellettuale francese che ha lavorato all’Institut Catholique de Paris. Egli ha affermato: “Sono stupito che una figura così importante della guerra sia caduta nella pattumiera della storia”.
Yvonne disse di non aver fatto nulla di più, durante la guerra, del suo dovere di cristiana.
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