Apprezzabile. Apprezzabile e condivisibile il messaggio che poche ore fa il neoeletto Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha pronunciato davanti all’assemblea dei grandi elettori che sabato scorso lo hanno eletto alla quarta votazione. Condivisibile perché ha chiamato in causa la “comunità nazionale” - bella espressione - nelle varie articolazioni e nelle varie responsabilità e ruoli riguardanti ogni parte. Condivisibile perché includente - e non ecumenico - rispetto a soggetti e protagonisti della scena sociale, quali sono i nuovi italiani. Condivisibile perché ha sottolineato i disagi e le sofferenze che attraversano oggi l’Italia senza toni drammatici e di facciata. Condivisibile perché il suo tenere la Costituzione come punto di riferimento è apparso denso di significati sostanziali, libero da una lettura retorica e consapevole della necessità di aggiornamenti dettati dall’incalzare dei tempi. Nella veste di garante della nostra Carta fondativa si è proposto come custode della possibilità di innovare senza tradire il mandato dei padri e delle madri costituenti. Ecco, le donne. Apprezzabile è apparso il suo composto riferimento alle violenze e discriminazioni che subiscono le donne nel nostro Paese. Sobrio ma di sostanza, anche quel riferimento, come si preannuncia questo settennato. E va bene, perché le donne non hanno bisogno di proclami scapigliati, ma di atti amministrativi concreti e di una nuova cultura che modifichi davvero e nel profondo le relazioni tra le persone. Le relazioni tra chi ha più potere e chi ne ha meno. Apprezzabili anche i passaggi in cui ha sottolineato che chi più ha deve contribuire in più larga misura. Ecco, riequilibrio, valore e idea di società che può andare bene alle donne che rifiutano la sottomissione come cifra delle relazioni. Poi l’immagine d una scuola che funzioni e che sia dignitosa, dell’ospedale che rispetti il malato, dell’ufficio pubblico efficiente. Signor Presidente, se terrà fede a queste premesse continueremo ad apprezzarLa. Così come abbiamo apprezzato la condanna per le mafie e l'illegalità, il riferimento all’Europa della solidarietà, al valore della pace e la preoccupazione per il pericolo dei venti oscurantisti che la minacciano. La custodia della democrazia è affidata anche alla libertà di stampa, questione oggi più che mai aperta per un giornale come il nostro e come tanti altri (no profit, cooperativi e di prossimità) la cui esistenza è minata nelle sue fondamenta a causa di tagli ai contributi pubblici per l’editoria. Confidiamo che nei prossimi giorni arrivi al Presidente Sergio Mattarella il nostro appello affinché tante idee possano continuare ad essere vive ed ascoltate. Attraverso la nostra voce, ad esempio, vogliamo da un lato non sottovalutare l’impatto (anche simbolico) delle figure femminili che hanno accompagnato l’elezione del dodicesimo Presidente della Repubblica (la presidente della Camera Laura Boldrini e la vice presidente del Senato Valeria Fedeli), e dall’altro rilevare la totale assenza di donne alla solenne cerimonia del saluto al Milite ignoto. La fugace apparizione, forse, di una carabiniera nella carrellata televisiva che riprendeva i drappelli dei militari in Piazza Venezia non può bastare. Solo per sottolineare che siamo ad un certo punto del nostro cammino, ma solo ad un certo punto.
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