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Bologna / Parità di retribuzione, la campagna europea

Bologna / Parità di retribuzione, la campagna europea

Venerdì 2 marzo a Bologna la Consigliera regionale di parità promuove un incontro sulla parità di retribuzione. Intervista a Rosa M. Amorevole

Giovedi, 01/03/2012 - Venerdì 2 marzo, in occasione della "Gender Pay Gap Day", Giornata europea della parità di retribuzione, la Consigliera regionale di parità organizza un incontro sul tema presso la Sala Polivalente (Bologna,Viale Aldo Moro, 50) della Regione Emilia-Romagna. Abbiamo intervistato Rosa M. Amorevole, Consigliera regionale di parità.



Perchè c'è bisogno di un appuntamento come questo, definito 'Giornata europea della parità salariale'?

Per ricordarci che il problema esiste, anche se non lo vediamo. L'analisi dei dati in ottica di genere permette di evidenziare tutte quelle disparità che esistono ma non si vedono, come ad esempio:

- che nel lavoro non standard, il 56% delle donne non supera i 10mila euro di reddito (39% i maschi); che considerando il reddito medio per classi di età emerge come lo scarto di genere, pur sempre presente, si accentui a partire dalla classe di età 30-39 anni; che al crescere dell’età mentre il reddito maschile aumenta arrivando ad oltre 39mila euro per i 50-59 anni, fra le donne si mantiene stabile poco sopra i 20mila euro;

- che mediamente nel lavoro dipendente le donne percepiscono il 20% in meno di salario (ovviamente queste differenze variano anche in funzione delle età, dell'inquadramento, ecc.)

- che nel lavoro professionale (dati rilevati dall'analisi che verrà presentata il 2 marzo analizzando le informazioni in possesso delle Casse di Previdenza collegate agli ordini professionali) le differenze reddituali sono ancora più marcate (in Emilia Romagna il reddito femminile rispetto a quello maschile è il 43,14 per le avvocate, il 50% per le commercialiste, il 51,62 per le ingegnere, il 56,58 per le architette, il 59,19% per le geologhe e le agronome, il 61,45% per le tecniche e le perite industriali, il 68,08% per le donne medico, solo per fare qualche esempio)



Quali sono gli obiettivi immediati e quelli più a medio termine che questa inizaitiva si propone?

In linea con la campagna europea, per la quale il mio Ufficio è punto di riferimento, intendiamo far emergere queste differenze che riusciamo a mettere in evidenza attraverso la rielaborazione dei dati. Il valore di basso gender pay gap indicato dai dati Eurostat dipende da un errata metodologia di calcolo. Il nostro Paese non registra un differenziale del 5.5%, è ben di più! L’attuale crisi sembra aver aggravato i problemi strutturali relativi all’occupazione femminile, soprattutto in relazione al tema della “qualità del lavoro”. Infatti sono aumentati i fenomeni di segregazione verticale ed orizzontale, sono aumentati gli impieghi non standard, sono cresciuti i problemi di conciliazione tra lavoro e vita (al contempo l’offerta dei servizi cura si è contratta e/o ha innalzato i suoi costi), si è acutizzato il sottoutilizzo del capitale umano. Questi fattori producono disparità salariale, vederla ci permette di riflettere e pensare a possibili correttivi.



Nella sua veste di Consigliera regionale di parità è a contatto diretto con discriminazioni e ingiustizie. Quelle che riguardano la disparità salariale quanto pesano a sfavore delle donne?

In una regione dove il sorpasso in termini di istruzione e formazione tra donne e uomini è una realtà ormai dagli anni ’80, le donne sempre più preparate esigono riconoscimenti in campo lavorativo. Infatti tra le discriminazioni che arrivano al mio Ufficio, portate da utenti di ogni settore produttivo, da qualche tempo sono presenti anche quelle relative al mancato riconoscimento organizzativo ed economico del lavoro femminile. Per quanto riguarda il lavoro professionale, ad esempio, che in molti casi viene scelto anche perché le donne pensano che potranno organizzare il loro tempo di lavoro con un maggiore grado di autonomia. Di fatto poi incontrano spesso maggiori problemi di conciliazione del lavoro dipendente. Non è un caso che negli ultimi anni in diversi Ordini professionali sono nate Commissioni Pari Opportunità proprio per affrontare queste specifiche esigenze di una parte sempre più rilevante del gruppo professionale di riferimento.



Come è possibile che ci siano differenze salariali, nonostante le leggi prevedano la parità ed impediscano discriminaizoni per le donne?

Quando ci riferiamo al lavoro dipendente, ad esempio, dobbiamo pensare che quanto previsto dalla Contrattazione Nazionale e da quella decentrata rappresentano la base fissa del salario. Se la parte variabile dello stesso, la cui attribuzione è legata a parametri maggiormente discrezionali, i dati ci confermano che la scelta spesso ricade sugli uomini.

Quando ci riferiamo al lavoro non standard, per età e per cultura il lavoro tende a penalizzare (non confermando i contratti) a chi per motivi di gravidanza, ad esempio, sarà assente dal lavoro. Quando pensiamo al lavoro professionale, i fattori che influenzano i diversi volumi di affari sono legati al dimensionamento delle attività (le donne sono spesso titolari di piccoli studi professionali, lavorano da sole e talvolta interrompono la loro professione in occasione di maternità. Potremmo dunque dire che in teoria non dovrebbero esistere differenziali salariali/reddituali, ma che in realtà evidentemente non è così.



Programma della giornata



Ore 9.30 Rosa M. Amorevole – Consigliera di parità effettiva per l’Emilia-Romagna

Relazione introduttiva



10.00 Paola Monari

Università di Bologna – Presidente FIDAPA

Inserimento nel mercato del lavoro e differenziali di genere



Ore 10.30 Maria Paglia

Presidente Confprofessioni Emilia-Romagna

Libere professioni e differenziali reddituali



Ore 11.00 Stefania Sidoli

Dirigente INPS Emilia-Romagna

Differenziali salariali nel settore privato



Ore 11,30 Susi Pelotti

Presidente Addu – Università degli Studi di Bologna

La dimensione di genere nella ricerca e nel suo finanziamento



12,00 Interventi del pubblico





Ufficio Consigliere Regionali di Parità

Regione Emilia-Romagna

www.consiglierediparitaer.it

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