Bologna: 8 MARZO alla Casa circondariale della DOZZA - di Mariaraffaella Ferri*
Un gruppo di donne bolognesi, volontarie del Progetto Non solo Mimosa, ha fatto visita alla Sezione femminile della Dozza per celebrare con le detenute la Giornata internazionale delle Donne
Giovedi, 16/03/2017 - E' SEMPRE 8 MARZO: alla Casa circondariale della DOZZA LE DONNE BOLOGNESI PORTANO “NON SOLO MIMOSA”.
*Di Mariaraffaella Ferri, Consigliera comunale di Bologna.
Cosa significa dire "E' sempre 8 marzo"?: certamente significa che l'attenzione ai temi femminili deve essere permanente e non concentrata
attorno alla cosiddetta Festa della Donna; significa che l'ottica di genere, nell'analisi dei fenomeni sociali è sempre opportuna, per meglio
comprendere il diverso impatto su uomini e donne; significa infine che l'impegno per promuovere politiche di parità non può ' e non deve esaurirsi nella prima settimana di marzo. D'accordo quindi con questa affermazione ma senza Disconoscere nè banalizzare il valore simbolico che la Giornata internazionale della Donna - l'8 marzo - esprime.
E' per questo che con un po’ d’anticipo, giovedì 2 marzo, un gruppo di donne bolognesi, volontarie del Progetto Non solo Mimosa, si è recata in visita alla sezione femminile della Dozza per celebrare con le detenute - ed il personale della Casa Circondariale - la Giornata internazionale della Donna. Il Progetto Non solo Mimosa è nato nel 2014 su mia iniziativa, allora presidente della Commissione delle Elette del Comune di Bologna e della Garante comunale per i diritti delle persone private della libertà personale, per offrire attività dedicate alla salute ed al benessere delle donne detenute nel carcere cittadino.
Già dal titolo si comprende l'intenzione progettuale: non limitare l'attenzione alle donne in carcere per l'8 marzo ma offrire opportunità a
carattere formativo che possano servire a guadagnare salute e prospettive di speranza nel futuro. Nella prima parte del Progetto, conclusa a luglio 2016, sono stati realizzati 15 moduli di attività, proposti e gestiti da una cinquantina di volontarie che, in modo del tutto gratuito, hanno
generosamente messo a disposizione tempo, competenze e passione. La nuova programmazione è ripresa lo scorso settembre.
Attualmente sono in svolgimento il terzo corso di Shiatsu, il Laboratorio di lettura e di scrittura Oltre le sbarre, condotto da volontarie dell’UDI, e il laboratorio cinema del regista Eugenio Melloni. Proprio in occasione della visita per la Giornata della Donna,è stata proiettata la prima del film "Elisabeth è scomparsa", tratto dal romanzo di Emma Healey ed interpretato dalle detenute stesse nell’ambito del Laboratorio cinema di Non solo Mimosa.
Si tratta della storia di una anziana signora che combatte con la progressiva perdita della memoria e che riesce a risolvere il mistero della scomparsa della sua cara amica Elisabeth. Questo film sarà utilizzato nei percorsi di formazione e di accompagnamento per i parenti e i care givers di persone affette da demenza o con disturbi cognitivi, ed assume quindi un valore sociale, una sorta di contributo positivo che le donne detenute desiderano inviare all’esterno, perché possa essere utile e di beneficio per quanti ne avranno bisogno.
Attualmente sono una settantina le donne detenute nella Casa circondariale di Bologna, il 10% rispetto alla popolazione carceraria maschile.
Contrariamente agli uomini, il 70% delle donne detenute sono italiane, e la maggioranza di loro ha una età fra i 30 e 40 anni. Alcune stanno scontando pene lunghe.
E’ dedicato a loro il progetto Non solo Mimosa, scommettendo sulla possibilità di ciascuna di potersi ravvedere dal reato commesso e, una volta pagato il proprio debito e scontata la propria pena, rientrare a pieno titolo nel contesto sociale. E’ del tutto evidente che le nostre istituzioni carcerarie faticano molto ad assolvere la funzione rieducativa come dovrebbero: carenze gravi di personale educativo, di psicologi, di operatori sociali rendono pressocchè impossibile offrire opportunità educative e percorsi personalizzati per il reinserimento: sovente la sola funzione esercitata dal carcere è la custodia e il contenimento delle persone. Il progetto Non solo Mimosa prova a fare la propria parte, prova a dare il proprio contributo, a regalare una chance a donne che di opportunità positive ne hanno avute assai poche dalla vita e che forse, grazie ad un po’ di attenzione loro dedicata, possono cominciare a ripensarsi, recuperare fiducia ed autostima, possono ripensare al proprio futuro. E anche questo è un bel modo di celebrare l’8 marzo.
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